Chapter twelve

5.9K 370 85
                                    

Salve a tutti. Allora, finalmente ho aggiornato il capitolo. Scusate l'attesa, ma ho aspettato che i voti crescessero, sennò penso che la storia non vi piace. Vi lascio al capitolo, buona lettura.

*Hermione's Pov*

Quello stesso giorno andai alle solite lezioni, mentre nella mia mente regnavano una marea di pensieri: pensavo ad Harry, a quando sarebbe guarito, se presto o tardi. Pensavo a quel maledetto furetto, che aveva giurato vendetta. Sia chiaro, non avevo paura di lui, più che altro avevo paura della sua crudeltà: quando promette vendetta di solito non è mai nulla di buono. "Signorina Granger, ma dove ha la testa?" m'interruppe la voce di Piton. Alzai lo sguardo verso di lui, scusandomi. La lezione continuò normalmente, con numerose occhiatacce da parte del professor Piton che controllava se mi distraevo nuovamente. Alla fine di tutte le lezioni andai in infermeria per controllare come stava Harry e per spiegargli la lezione di oggi. Aprii lentamente la porta ed entrai: Harry stava sdraiato sul letto sotto le coperte con le mani dietro la testa, con lo sguardo perso nel vuoto. Appena sentì che ero entrata mi guardò, e mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi. Gli corsi incontro buttando la borsa contenente i libri a terra, e mi gettai tra le sue braccia, facendo attenzione a non fargli del male dato che non si era ancora ripreso. "Per Merlino, Harry, come stai?!" chiesi preoccupata accarezzandogli il viso. Lui fece un sospiro, dicendomi che stava un po' meglio. "Ma com'è successo?" chiesi prendendomi il viso tra le mani. "Non ricordo bene Herm, ricordo solamente di essere scivolato nell'acqua, stavo facendo una passeggiata per i corridoi: poi più niente" disse Harry passandosi una mano nei capelli scuri molto in disordine. "Ho capito.. ma ora stai meglio, no?" chiesi speranzosa. "Diciamo, mi fa male un po' la testa, ma lentamente mi sto riprendendo" sorrise Harry. Io gli sorrisi e anche con le sue proteste presi i libri e cominciai a spiegargli la lezione di oggi. Terminata la spiegazione si era già fatto buio, così gli stampai un bacio sulla fronte e raccogliendo la borsa uscii dall'infermeria. Ormai era ora di cena, quindi mi diressi alla Sala Grande con Luna e Ron. Mangiai davvero poco, per poi tornare nella mia stanza, lasciando i miei due amici a mangiare. Mi buttai sul letto e sdraiandomi su un fianco cominciai a pensare. Mi addormentai, svegliata una/due orette dopo dal rumore di un gufo che si posò sul davanzale della mia finestra, cominciando a pichiettare sul vetro. Io curiosa aprii la finestra e slegai il bigliettino dalla zampa.
Hermione, ti aspetto davanti alla Sala Grande, vieni il più presto possibile.
-Ron

Ron? Cosa doveva dirmi adesso? Sospirai e mi diressi alla Sala Grande. Mi appoggiai al muro in attesa del suo arrivo. Sentii dei passi dietro di me: "Ron, cosa devi dirmi?" chiesi voltandomi. Non era Ron, bensì quel furetto platinato di Draco. "Non sono Lenticchia" disse con il suo solito tono di voce sprezzante. Diamine, cosa ci faceva quello stupido lì? Cosa voleva ora da me? "C-che ci fai tu qui?" balbettai indietreggiando, lui avanzò e mi afferrò per il polso stringendomelo con violenza. "Lasciami!" gridai dimenandomi. "Zitta e cammina, Granger!" sibilò il biondo cominciando a camminare lungo il corridoio, trascinadomi dietro di lui. Anche se non ne sapevo il motivo, gli occhi cominciarono a riempirmisi di lacrime opache che non facevano altro che peggiorare la situzione in cui in quel momento ero. "Mi stai facendo male, lasciami!" piagnucolai afferrandogli il braccio per spostarlo, ma da parte sua, nemmeno una parola. Mi portò in un corridoio buio e con un incantesimo fece apparire una piccola stanza che non avevo mai visto e mi ci scaraventò dentro, entrando con me e sbattendo la porta. "Perchè mi hai portata qui?!" gridai massaggiandomi il polso violaceo. Draco estrasse la bacchetta dall'uniforme e me la puntò alla gola "te lo chiedi pure? ricordi quel giorno in infermeria, no?" chiese acido. "Per una stupidaggine del genere, mi hai portata qui?" sussurrai. "Tutti gli insulti che mi hai detto questi anni, eh Mezzosangue?" sibilò avvicinandosi al mio viso. "Ma ti senti? Sei tu che in tutti questi anni non hai fatto altro che insultarmi per il mio sangue, per come sono. Scusami se non sono un cavolo di furetto purosangue come te, Malfoy!" dissi indignata. Non so se lui aveva sentito cos'aveva appena detto, fatto sta che aveva sparato un enorme cavolata. Draco chiuse gli occhi, con i lineamenti del viso diventati notevolmente più rigidi. Li riaprì poco dopo, guardandomi con grande disprezzo e rabbia. "A me devi portare rispetto, io non appartengo a una famiglia scitta come la tua, Granger" ringhiò lui. "Come la tua, vorrai dire" dissi provocandolo. Lui mi puntò la bacchetta davanti: "sai che posso farti del male" ghignò. "Poverino, si difende ancora con la bacchetta. Cos'è, ti abbassi ad affrontare una ragazza, e per di più con un'arma? Mi fai pena." Dissi socchiudendo gli occhi a due fessure, in tono di sfida. Lui gettò la bacchetta a terra, con violenza. Mi prese rapidamente e con forza per i fianchi voltandomi, e poggiando il petto alla mia schiena. Si avvicinò a un mio orecchio, tenendo le mani avvinghiate al mio addome: "ingenua, sai anche tu che so farti del male anche senza bacchetta" sibilò. Respiravo affannosamente, mentre qualche ciocca di capelli mi scivolava davanti agli occhi, in quel momento fissi sul pavimento. "Paura, Granger?" sorrise Draco rafforzando la presa. Gemetti di dolore, portando le mani sui suoi polsi. Gli tolsi le mani dal mio addome con tutta la forza che possedevo e mi voltai rapidamente, tenendogli stretti i polsi. "Ho più paura del mio gatto, sinceramente" lo provocai io. Lui con una mossa fulminea liberò i suoi polsi dalle mie mani e prese i miei, andando poi avanti col corpo e appoggiandomi al muro. Si avvicinò con le labbra al mio collo: "andiamo, si vede che hai paura" sorrise perfidamente, facendo scivolare il suo fiato caldo lungo il mio collo, facendomi rabbrividire. Quel maledetto lo sapeva, sì, sapeva che odiavo stargli così vicino. "Allontanati dai, odio starti vicino!" dissi disgustata. "Appunto" ghignò lui. Sapevo che lo stava facendo apposta. Mamma mia, quanto mi urtava quel ragazzo. Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi, per cercare di calmarmi. "Lasciami" sibilai infine. A ogni movimento che faceva mi irrigidivo, e Draco se ne accorse. "A quanto vedo, non ti piace avere contatti fisici con me, Mezzosangue" sorrise. Dannazione, sapevo che lo avrebbe capito. "Cosa dovrebbe, allora, piacermi?!" dissi spazientita. "Alle ragazze, il fatto che le tocco, di solito piace" disse maliziosamente Draco avvicinando le labbra alle mie. Per Merlino, avevo la nausea alle stelle, odiavo stargli così vicino. Mi voltai rapidamente, mentre qualche riccio m'invase il viso. Odiavo il suo profumo: un odore di deodorante misto a profumo da uomo e muschio bianco. Lo odiavo.

*Draco's Pov*

L'idea di stare così vicino alla Mezzosangue non mi entusiasmava affatto, anzi, mi digustava profondamente. Ahh, cosa non si fa per farla soffrire, quella Granger. Stranamente lei riusciva perfettamente a resistermi, ma dovevo trovare il suo punto debole: non avrebbe retto quella situazione ancora per molto, dovevo farla pentire di ciò che mi aveva detto in questi anni, di avermi affrontato. Poggiai le labbra sul suo collo, facendole scendere. Lei cominciò ad agitarsi e a dimenarsi urlandomi di fermarmi, ma io imperterrito continuavo, nonostante i suoi fastidiosi colpi che mi dava sulla schiena per cercare di liberarsi: non ce l'avrebbe fatta, doveva mettersi l'anima in pace. Le muovevo lentamente riuscendo perfino a sentire il suo cuore martellarle nel petto dal nervoso. Stava male, il mio obbiettivo l'avevo raggiunto, ma volevo fargliene di più. Più sentivo l'agitazione crescere in lei, più velocemente muovevo le labbra sul suo collo. Arrivai alle clavicole, per poi tornare su lentamente. "Basta, lasciami!" la sentii piagnucolare, ma io subito la zittii. Si dimenava ancora, mentre io continuavo a darle fastidio. Le baciai accanto all'orecchio, poi sulla guancia e infine sull'angolo delle labbra. Sentivo il suo respiro farsi irregolare, e i suoi tentativi di liberarsi sempre maggiori. "Mafloy, che schifo, dai lasciami!" si lamentò ancora. Era inutile, non avrei smesso di farla soffrire, non in quel momento, non era abbastanza.
Allooora, ecco il capitolo, come vi sembra? Commentate e votate, fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio grande graande.♡

Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora