Chapter eighteen

5.5K 286 103
                                    

Dopo quella amichevole chiacchierata con Malfoy tornai in infermeria, per stare un po' con Harry e vedere se le sue condizioni erano migliorate oppure no.

"Non mi piace, Hermione" disse, appena varcai la soglia dell'infermeria.

"Come?" chiesi confusa sedendomi sul bordo del suo letto, accanto a lui, non sapendo a cosa si riferisse o cosa intendesse.

"Non mi piace vederti così: hai il viso sciupato, sei pallida, hai i capelli arruffati, sembri più magra del solito, hai le occhiaie più marcate e, Dio, sembri così esausta!"

Le parole di Harry mi lasciarono davvero senza fiato: era l'unica persona che, tra tutte, riusciva a leggere perfettamente l'anima e il linguaggio del mio corpo, ed era davvero incredibile come, ogni volta, capisse ogni mia preoccupazione senza nemmeno parlarmi.

"Oh, Harry," sussurrai scuotendo leggermente il capo "è solo che lo studio mi sta uccidendo, spesso non dormo abbastanza e-"

"Eppure, Herm, credo che qualcuno o qualcosa ti stia sgretolando lentamente, ma so per certo che non è lo studio, la causa di tutto questo, del modo in cui ti stai trascurando."

"Sto bene Harry, davvero." mentii abbassando il viso, sentendomi colpevole del fatto che stavo mentendo al mio migiore amco. Una volta che sentii la sua mano calda posarsi sulla mia, quasi ghiacciata, sospirai, sentendomi ancora più colpevole.

"Quando vorrai dirmi ciò che ti affligge e smettere di mentirmi, una volta per tutte, io sono qui." sussurrò. Annuii e mi alzai dal letto, dirigendomi verso la porta.

"Harry" sussurrai prima di aprirla, con la mano sulla maniglia.

"Sì?"

"Come ci riesci?" chiesi, senza voltarmi.

"Semplicemente ti conosco troppo bene perchè tu possa nascondermi qualcosa" rispose lui, sorridendo. Stetti ferma per un istante e aprii la porta, dirigendomi nell'aula di erbologia, per la lezione con la professoressa Pomona Sprite.

Terminate tutte le lezioni ero terribilmente esausta e non feci altro che andare in camera mia, dove Luna già dormiva beatamente.

Il giorno dopo mi svegliai con un dolore alla testa allucinante, un dolore che non mi permetteva nemmeno di alzarmi dal letto.

"Oh tesoro, salta la colazione e nel frattempo riposati, se proprio non riesci ad alzarti, così andrai almeno alla lezione di Piton" sospirò Luna, uscendo poi dalla stanza.

Sentivo le tempie pulsarmi e qualche goccia di sudore bagnarmi la fronte, mentre un gran caldo m'invadeva il corpo, concentrandosi sul mio viso. Quasi sicuramente avevo la febbre, lo sospettavo, ma Luna aveva ragione, non potevo mica saltare la lezione di Piton: già non capivo la sua materia, se poi non andavo nemmeno a lezione mi sarei rovinata la media, cosa che non ho mai sopportato, dato che solitamente nelle altre materie avevo sempre il massimo dei voti. Più tardi riuscii ad andare a lezione, ma la testa mi stava letteralmente scoppiando.

"Professore," mormorai alzando la mano "posso andare in infermeria? Non mi sento affatto bene..."

"Vada, Vada, signorina Granger," disse Piton, acido come sempre, congedandomi con un gesto della mano "poi però non si lamenti se non capisce la mia materia."

"Professore," ghignò una voce malefica dal fondo dell'aula "posso accompagnarla? Non si sa mai che, imbranata com'è, cada!".

Ed ecco che una risata generale si alzò dall'aula.

"Vada pure, signorino Malfoy. Avessero tutti il suo altruismo!"

Sì, altruismo, come no.

Uscii rapidamente dall'aula, cercando di evitare Draco.

Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora