*Harry's POV*
Il sole era nuovamente sorto su Sydney, una delle più belle città australiane. Inizialmente non concordavo con Hermione sulla scelta di andare vivere lì, ma lei mi aveva ripetuto innumerevoli volte il perché di quella scelta.
"Harry," mi diceva sempre "io voglio andare a vivere a Sydney perché è lì che ci sono i miei genitori. Mi sento già in colpa per aver fatto loro l'incantesimo obliviate, tempo fa. Ed ora che, finalmente, hanno riacquistato la memoria grazie a me, non posso permettermi di perderli."
Avevo provato a dirle che non era assolutamente colpa sua, che sia io che lei sapevamo che il suo unico fine era quello di proteggerli, ma si sa com'era Hermione: cocciuta.
Mi alzai quindi dal letto, senza svegliare la mia fidanzata che dormiva come un angelo appena sceso dal cielo. Sorrisi, nel vederla: era splendida. I suoi meravigliosi capelli color miele, mossi, sparsi sul suo cuscino bianco, rendevano il suo viso estremamente delicato. Era così bella che non riuscivo a credere fosse mia: finalmente, dopo tutti quegli anni, ero riuscito a dichiararmi, finalmente ero fidanzato con Hermione Jean Granger, la ragazza più intelligente, dolce, bella e graziosa di tutto il mondo. Sia magico che babbano.
-Buongiorno.- sussurrai al suo orecchio.
Le baciai dolcemente la guancia, cercando però di non svegliarla. Dopodiché mi diressi al piano di sotto, in cucina, deciso a preparare un'ottima colazione per me ed Hermione. Afferrai il mio smartphone e cercai la ricetta delle crêpes alla nutella.
-Allora...- sussurrai, leggendo la ricetta e controllando di avere tutti gli ingredienti. -Uova, burro, farina, latte...-
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Dopo aver finalmente finito di preparare due crêpes a testa, le impiattai e le riempii con abbondante quantità di nutella. Feci per chiamare Hermione, ma improvvisamente due esili braccia mi circondarono i fianchi. Delle morbide labbra si poggiarono sulla mia scapola, coperta dalla maglietta grigia che indossavo come pigiama.
-Buongiorno...- sussurrò, con la voce ancora impastata dal sonno.
Sorrisi e mi voltai verso di lei, afferrandola per i fianchi. La portai ancora più vicina a me e le stampai un casto bacio sulle labbra.
-Allora, cosa ci fa il mio fidanzato sveglio già alle nove del mattino?-
-Potrei rivolgerti la stessa domanda, cara maghetta.-
-Beh, caro maghetto,- rise, cercando di imitare la mia voce, -si dà il caso che io mi sia svegliata per il buon profumino che sentivo dalla camera.-
Cominciai ad intrecciare le mie dita coi suoi capelli, sapendo che la faceva rilassare. Lei sorrise. Ah, quanto era bello quel sorriso.
-Allora,- incalzai -mangiamo queste crêpes oppure no?-
***
*Hermione's POV*
Le crêpes preparate da Harry erano ottime, ed io ero davvero felice del fatto che, per una volta, lui avesse preso l'iniziativa senza che io gli dicessi nulla. Però, dopotutto, c'era qualcosa nella mia testa che mi diceva: "Lo sta facendo perché deve dirti qualcosa che non ti piacerà. Fidati."
-Ascoltami, tesoro...- sussurrò, afferrandomi la mano, poggiata sul tavolo di legno.
Lo sapevo: c'era un secondo fine.
-Dimmi.-
-Devo cominciare a lavorare, tra un'ora...-
-E quindi? Non è una novità.-
-Lavorerò fino alle sette di questa sera.- mormorò.
Feci un breve ed amaro sospiro.
-Quindi pranzerò e cenerò da sola per l'ennesima volta?- chiesi, a bassa voce.
Non rispose, e ciò mi fece sentire dentro una grande rabbia.
-Non è così, Harry?- insistetti, alzando il tono.
-Sì, è così, e mi dispiace così tanto.-
Schiusi leggermente le labbra e restai a fissarlo per qualche secondo, per poi abbassare lo sguardo. Strappai la mano dalla sua stretta, afferrai il mio piatto vuoto, le posate e le misi nel lavandino.
-Hermione, per favore, non fare così!-
Mi raggiunse e mi abbracciò da dietro, premendo le labbra sulla mia nuca. Chiusi gli occhi, sospirando ancora una volta. Appoggiai le mani sul lavandino e abbassai il viso.
-Sai quant'è difficile fare l'avvocato...- sussurrò.
Mi girai di scatto verso di lui, facendogli fare un balzo all'indietro.
-E tu, invece? Sai com'è essere la fidanzata di un avvocato che passa la maggior parte del suo tempo al lavoro? Sai com'è sentirsi sola?- urlai, sentendo le lacrime che cominciavano a farmi bruciare gli occhi.
Mi sentivo stupida a piangere di fronte a lui per una cosa simile, ma ero stanca di sentirmi sola. La storia era sempre la stessa: Harry riceveva delle chiamate urgenti da parte dei suoi clienti che volevano parlare dei numerosissimi processi in corso e mi lasciava da sola. Quando usciva di casa io spesso piangevo, ed era ora di sfogarmi.
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Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)
Fanfiction"Il fatto è che forse davvero l'odio vince sull'amore, forse davvero avevo creduto di odiarlo tanto era l'amore che provavo per lui, ma non posso farci niente: noi, non possiamo farci niente. Forse sono tutte menzogne, forse sta giocando con me come...