Chapter thirty-four

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E tu, invece? Sai com'è essere la fidanzata di un avvocato che passa la maggior parte del suo tempo al lavoro? Sai com'è sentirsi sola?- urlai, sentendo le lacrime che cominciavano a farmi bruciare gli occhi.

Mi sentivo stupida a piangere di fronte a lui per una cosa simile, ma ero stanca di sentirmi sola. La storia era sempre la stessa: Harry riceveva delle chiamate urgenti da parte dei suoi clienti che volevano parlare dei numerosissimi processi in corso e mi lasciava da sola. Quando usciva di casa io spesso piangevo. Molto spesso.

-Io ti capisco, tesoro,- sussurrò, mettendomi le mani sui fianchi, -ma devo pensare anche al mio lavoro!-

Scossi la testa e tolsi le sue mani dal mio corpo. Lo sorpassai, feci qualche passo e mi voltai verso di lui.

-E come puoi pretendere che io stia bene, sapendo che passi tutto il tuo tempo al lavoro? Come puoi essere così egoista da mettere il lavoro prima della tua fidanzata?-

Gesticolavo, facendo ad Harry una sfuriata degna di essere chiamata tale. Lui mi guardava con gli occhi sgranati, impotente, chiedendosi cosa potesse fare per risolvere quella situazione.

-Io non pretendo niente, Hermione, e lo sai benissimo. E poi, sarei io l'egoista?-

-Stai forse insinuando che io lo sono?- chiesi inclinando leggermente il capo verso destra, accigliandomi.

-Come chiameresti qualcuno che pretende di far rimanere a casa uno degli avvocati più famosi dell'Australia solo per un capriccio?-

Quelle sue parole mi ferirono profondamente: non solo mi stava dando dell'egoista, ma mi stava anche dicendo che i miei erano dei capricci.

-Carissimo Harry James Potter, avvocato di grande fama,- ironizzai, puntandogli il dito contro il petto, -questa bambina capricciosa può vivere anche senza il suo paparino.-

Il mio tagliente tono di sfida lo fece rimanere di sasso.

-Beh...- sussurrò, non sapendo come rispondere -allora, questa bambina può anche rimanere orfana.-

"Mi sta lasciando o cosa?" pensai.

-Bene.- conclusi, fredda.

Lo guardai negli occhi, mi voltai ed andai verso l'ingresso di casa. Afferrai il cappotto ed uscii, mentre Harry correva per raggiungermi. Non appena fu dietro di me mi afferrò per il braccio e mi fece girare verso di lui.

-Dove stai andando?-

-Mettiamola così: la tua bambina capricciosa si è stufata di essere trattata come tale. E' cresciuta, ed è orgogliosa di dirti che ormai questi non sono più affari tuoi.-

Strattonai il mio braccio e, liberandomi dalla sua presa, me ne andai, diretta al mio bar preferito.

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Cari lettori, so che è un capitolo cortissimo, ma è solo un capitolo di passaggio. Vi abbraccio forte.


Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora