Chapter thirty-six

3K 205 27
                                    

Nonostante quel pomeriggio fossi un po' brilla andai al lavoro ugualmente: non potevo sopportare di deludere i miei "pazienti". Sapevo, inoltre, che in teoria non potevo andare al lavoro in quello stato, ed io odiavo infrangere le regole. I clienti entravano nel mio studio, uno dopo l'altro; chi soffriva di depressione, chi voleva solamente un consiglio da una specialista, chi soffriva di disturbo ossessivo compulsivo... insomma, tutti erano lì per una ragione. Ogni volta che iniziavano a parlarmi del perché fossero lì, io non potevo fare altro che ringraziare il Signore per avermi dato un lavoro così bello ed appagante. La psicologia mi era interessata sin da quando ero bambina, nonostante io non l'avessi mai manifestato.

-Allora, tesoro,- sorrisi, guardando la ragazzina dietro la scrivania –ci vediamo martedì prossimo alle sei!-

Purtroppo o per fortuna anche l'ultima "paziente" se ne stava andando; ero esausta.

-Certo!- sorrise, guardandomi con i suoi grandi occhi verdi.

Mi alzai, mi diressi verso di lei e la strinsi forte. Amy era una ragazza dolcissima, ma sfortunatamente soffriva di depressione. Aveva quindici anni, eppure aveva già la mentalità di una ventenne.

-Grazie di tutto.- sussurrò.

-Non devi ringraziarmi, Amy,- risposi, poggiandole le mani sulle spalle, -sei una ragazza fantastica ed intelligente, non meriti di soffrire così tanto.-

-Nessuno lo merita.- replicò.

-Ma tu meno di tutti.-

Mi fece un piccolo ma sincero sorriso ed uscì dal mio studio, dirigendosi verso suo padre che la aspettava fuori dallo studio. Vedendoli abbracciati sospirai, per una ragione che ancora mi era molto chiara.

-Hermione.-

Mi voltai e vidi la mia collega, Jacqueline. Il sorriso che sfoggiò, bianco e perfetto, risaltò immediatamente sulla sua carnagione scura.

-Sì?-

-Io sto andando,- disse, indicando la porta d'uscita con il capo, -chiudi tu?-

-Sì, sì, va' pure!- sorrisi.

Lei allora venne verso di me, mi baciò entrambe le guance ed uscì. Sospirai pesantemente e mi diressi verso la scrivania, cominciando a mettere a posto tutti i fogli ed i documenti che vi erano sopra.

-Signorina Granger.-

-Oh, no, mi scusi, siamo chiusi...- dissi, tenendo gli occhi sulla scrivania.

Quando alzai lo sguardo istantaneamente sorrisi.


Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora