Capitolo 30.

71 6 0
                                        

I colpi contro il metallo riecheggiano in tutta la palestra, così come ogni gemito che segna lo sforzo degli affondi e delle parate.
Nick sta testando il nuovo braccio di Bucky, facendolo riempire di sprangate con una sbarra di ferro da due soldati.

Siamo in una palestra isolata, buia. Le cole d'umidità hanno macchiato i muri coperti da licheni e l'aria è consumata e pesante. Resto nel mio angolo in disparte accanto a Nick a segnare appunti sulla cartellina che dovrò presentare al Consiglio la settimana prossima riguardo le nuove prestazioni dell'arma bionica impiantata sul Soldato d'Inverno.

«Ha una capacità di reazione molto più veloce. Lo hai scritto?»

Mordicchio la penna mentre osservo i muscoli sotto la canotta nera di James che si flettono e si contraggono ad ogni mossa. I suoi capelli scuri e umidi di sudore che gli cadono davanti agli occhi blu.

«Mh mh..»

«Dovranno inserire un calibratore di peso, la prossima volta. Non riesce a dosare bene la forza che occorre per sollevare alcuni oggetti.»

«Mh mh.»

Si muove così agilmente, quel supersoldato, che è difficile seguirlo con lo sguardo.

«E inoltre.. Hey Rose, stai scrivendo tutto?»

Sbatto le palpebre e mi giro verso Rokeshova.

«Ma certo che sì. Mi parlavi di un.. Calibratore, no?»

Nick alza gli occhi al cielo e mi lascia con una pacca sulla spalla.

«Ho capito, parliamo più tardi. Ho una ronda da organizzare, finisci tu qui? Altri dieci minuti e poi mandali a farsi una doccia. Ci vediamo dopo per rifinire i dettagli della missione.»

Annuisco e accenno un sorriso al capitano prima che se ne vada.
Dieci minuti. Forse li faccio fermare prima.
Torno a mordicchiare il tappo della penna e giro lo sguardo in tempo per vedere uno dei soldati superare la guardia di Bucky e colpirlo con quell'asta sul lato della testa.

Un colpo del genere avrebbe potuto uccidere un uomo qualunque. Invece, Bucky gira lentamente il capo verso il soldato che lo ha colpito e il suo pugno di ferro lo spedisce a sei metri di distanza, mandandolo contro la rastrelliera delle armi.
Decido che è tempo di interrompere il collaudo del nuovo braccio.

«Basta così. Andate a farvi una doccia, ragazzi.»

Finisco di scrivere la relazione e chiudo la cartellina. Quando sollevo il capo, mi accorgo di una presenza alle mie spalle e non mi occorre girarmi per sapere chi fosse.

«Ho passato l'esame?»

Nascondo un vago sorriso.
La sera prima, ho discusso con Bucky fino a tarda notte, fino a che le nostre frasi non si sono ridotte in sussurri e i sussurri in baci. Non è stato semplice giungere ad una conclusione su chi dovesse proteggere chi, anzi non siamo arrivati ad un bel niente.

«Zola sarà contento di ricevere questo rapporto. Scommette molto su di te.»

La mano d'acciaio affonda tra i miei capelli, le dita si intrecciano alle ciocche scure e mi sento tirare all'indietro, fino ad esporre il collo alle sue labbra.

«Non ti ho ringraziato per ciò che hai fatto quella sera. Anche se ad un prezzo che avrei preferito non pagare.»

Mi giro verso di lui.

«Non potevo guardarti soffrire in quel modo. È solo una scarcerazione, Buck, te l'ho detto. Non ci vado a braccetto insieme.»

James prova a trattenere una smorfia di disapprovazione, ma mi accorgo del piccolo tremolio delle due labbra e sbuffo.
Come mi aspettavo, quella questione non era stata affatto chiarita.

Winter RosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora