Capitolo 17.

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«Giuro che se il tuo amico ha fatto qualche altra cazzata, lo appendo per le palle alla finestra.»

Ci stiamo praticamente precipitando verso il laboratorio di Schwartz, dove Nicolay ci ha detto di raggiungerlo.

Prima di entrare, fermo Bucky per un polso.
Non appena Rokeshova ha nominato Toly, sono saltata come una molla e dire che lui non l'abbia presa bene è davvero un eufemismo.

«Devi fare una cosa per me.»

Gli dico quasi sottovoce. Nel corridoio circola un bel po' di gente ed è meglio che non facciano caso a noi.

«Promettimi che qualunque cosa accada, non gli farai del male.»

Lui si acciglia, non è contento di quella richiesta.

«Stai scherzando?»

«Bucky, nessuno meglio di te può capire cosa voglia dire essere privati del libero arbitrio.»

Lui guarda verso la porta chiusa, scuote la testa.

«A quanto ho capito il chip lo obbligava ad informare il crucco, non di provare a strangolarti.»

Alzo una spalla con ben poca decisione.

«Gli devo davvero tanto. Non voglio perderlo.»

«Beh, allora posso prometterti che non lo ucciderò.»

Non è esattamente il fine a cui volevo arrivare. Ma non è niente male come accordo.

Entriamo nel laboratorio.
L'odore di Betadine e Cloro impregna l'aria, punge le narici e solletica il fondo della lingua fino a provocare conati di vomito.

Non appena quell'olezzo ci investe, l'uomo al mio fianco si irrigidisce e resta indietro di qualche passo.
So perché: questo posto è dove la sua storia nell'Hydra è iniziata.
Dove è diventato il Soldato d'Inverno.

«Hey.»

Sfioro la sua mano destra, cerco di catturare la sua attenzione.

«È tutto ok?»

Sento le sue dita muoversi lentamente tra le mie, poi fa un cenno secco col capo.
So che sta mentendo da come abbassa gli occhi sul pavimento.

«Sì. Andiamo.»

Lo studio del dottore è una stanza adiacente a questa, più piccola e priva di finestre. Non appena entriamo, la trovo svuotata. Gli scaffali sono quasi del tutto liberi, i cassetti della scrivania aperti e deserti.
Il capitano ha una mano sulla pistola nella fondina ed è alla parete opposta.
Diana è dietro la scrivania. E Toly al centro della stanza.

Bucky si riprende dai brutti ricordi, chiude la porta alle nostre spalle e fa un passo avanti per frapporsi tra me e l'ex prigioniero.

Rokeshova alza le mani e si avvicina.

«Aspetta. L'ho liberato io. Ho saputo che il generale ha dato ordine di sgomberare l'ufficio di Schwartz con precise istruzioni.»

Sposta lo sguardo su di me.

«Bruciare tutto. Lo sappiamo soltanto noi e qualche agente speciale.»

Supero la barriera di Bucky e così mi ritrovo più vicina a Toly e a Rokeshova.

«Ha messo degli agenti speciali a sgomberare uno studio?» 

«L'ho trovato sospetto anch'io. Per questo ho preso il vostro amico e l'ho portato qui prima che finiscano. Abbiamo cinque minuti prima di dovercene andare.»

«Allora ti conviene parlare in fretta.»

Tuona Bucky verso Anatoliy che gli risponde con una smorfia sarcastica.

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