Capitolo 19.

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Giovedì, 22 Ottobre 1964

Diana's pov

Faccio ondeggiare una gamba giù dal tronco caduto su cui mi sono sdraiata.

«Dovremmo dare un nome alla nostra squadra.»

Giro il capo verso Rose che si sta esercitando col lancio dell'arpione sugli alti rami del bosco di roveri.
Quell'affare è complicato da usare, ma la ragazza ha una buona mira. Ieri sera l'ho lasciata da sola a guardare la prima parte del film per cercare i documenti che Rokeshova mi ha chiesto. So di aver mancato ai miei doveri, ma a sostituirmi le ho lasciato una rivoltella.
Non male, eh? Il capitano vuole che io la protegga, ma forse dovrebbe pensare a proteggere gli altri da questa piccola testa dell'HYDRA. Scommetto che saprebbe cavarsela da sola, insomma è sopravvissuta al Soldato d'Inverno.

«Quale squadra?»

«Io, te, il tuo amico pazzo, il Capitano Kirk e il Sergente Scopamiquandovuoi Barnes.»

Ridacchio pensando a quell'armadio del mio superiore.
Rose diventa esattamente come il suo corrispondente fiore in versione rossa.
E lo credo bene, arrossirei persino io se un uomo come quello mi guardasse come lui fissa lei.
È.. Travolgente. La osserva come un lupo studia la sua preda prima di scattare per catturarla.
Ho notato come si muove attorno a lei, compiendo ogni passo come una promessa di uccidere chiunque varcasse il suo territorio.

«Si chiama Bucky.»

Mi corregge a mezza bocca. Tiene molto a farmi quella correzione, ma evita il mio sguardo.

«Oh, allora il dio dei muscoli ha un nome.»

So che c'è qualcosa tra quei due, piuttosto non so se esserne gelosa o adorare il fatto che la loro storia sia così perversamente romantica. Lui che prova ad ucciderla, lei che lo perdona; un assassino e la donna che ha in mano il potere di controllarlo.
Devo aver letto un libro su qualcosa del genere.

«Sì. E non fa parte di nessuna squadra.»

«Oh, andiamo Katy!»

«Cos.. Non chiamarmi così!»

«Perché? È così carino?» 

«Lo odio.»

Un altro colpo andato a vuoto e il suo arpione ricade nella neve.

«Devi mirare due gradi più a nord di dove vuoi arrivare.»

Dico tranquillamente e salto giù dal tronco.

«Allora, qual è il tuo piano?»

«Che intendi?»

«Cosa faremo adesso? Non hai pensato a nulla?»

Lei mi guarda per un momento prima di tornare a provare. Devo ricordarmi di suggerirle la matita per occhi, esalterebbe in maniera eccezionale i suoi lineamenti.

«Io un piano ce l'ho. Ma non voglio mettere voi nei guai, quindi credo che farò da sola.»

Oh-oh. No, non può fare da sola.

«Ti prego, il moralismo della protagonista è un cliché davvero noioso.»

«Il cosa della protagonista?»

«Oh, sono Rose, non chiamatemi Katy vi prego! Voglio solo risolvere l'omicidio di uno scienziato pazzo da sola, così non metterò in pericolo i miei amici e il mio affascinante e tenebroso Bucky! Ooooh!»

Mi metto una mano sulla fronte e fingo di svenire sul suolo coperto di foglie secche. La neve non ha ancora attecchito qui, il tetto fogliare è ancora troppo folto.

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