Un nuovo inizio.

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Quando ero piccola vedevo i bambini giocare fuori dalla mia finestra, a Liam era permesso invitare i suoi amici di scuola nella piccola casa del giardiniere nel giardino sul retro, lo vedevo sorridere, a me non era permesso uscire, i dettagli non sono molto chiari, è successo quando avevo appena sei o sette anni, ricordo che ero triste quando tutto ciò accadeva, anche ora, sto provando la stessa tristezza.

La stanza in cui mi trovo è fredda, come il vetro della finestra a cui ero appoggiata in quei giorni di tanti anni fa, la mia camera è triste, quando sono tornata questo inizio giugno pensavo che non potesse andare meglio, il mondo non mi sembrava un luogo buio da cui fuggire, ora, vorrei morire.

Sono mesi che non vedo mio padre e l'ho sentito esclusivamente tramite la nostra specie di telepatia, mi ha promesso di venire da me il prima possibile, ma non credo che verrà in tempo, questa mattina è il giorno dell'arrivo all'Accademia, oggi dovrei andare nella mia camera assegnatami dalla scuola e sistemarmi per rivedere tutti i miei amici, e Alex, che da quella sera non ho più visto, ha cercato di proteggermi ma alla fine è stato preso e cacciato via senza poter dire nulla, si è opposto al trattamento, ha cercato di liberarsi ma non ci è riuscito.

Il tempo è passato in fretta rinchiusa in questa stanza, non sono potuta uscire tutto il tempo e la mia magia è letteralmente inutilizzabile, non servirebbe a niente, nemmeno a farmi compagnia, vivo solamente di pane secco ed acqua, la mia camera e il mio bagno sono la mia casa, due volte al giorno posso uscire e con le mani legate godermi un po' di sole che dalle finestre sbarrate e cementate non posso più vedere normalmente, la tortura che mi avrebbe fatto Alex quando ero rinchiusa lì era una bella cosa rispetto a questa.

Mi alzo dal mio letto caldo e mi fisso a guardare la mia divisa nera appesa all'armadio, è bellissima e mi dispiace sapere che forse non la indosserò mai più, la sfiorò con le dita e inizio a giocherellare con i bottoni della camicetta aperta, è tutta sgualcita e la cosa mi fa ridere, sopra al mio comodino ci sono varie lettere della scuola che mia madre mi ha consegnato poco fa, pensò lo faccia solamente per darmi soffrire e per ricordarmi che sono unicamente sua.

La voglia di scappare ogni volta è tanta, ma per fare cosa? Perdermi nei boschi per poi farmi ritrovare disperata alla ricerca di un sentiero? No, troppo patetico per i miei gusti.

- Tesoro! Ti ho portato la colazione, vuoi mangiare insieme?- sento la sua gracchiante voce da dietro la porta, mia madre non è più la stessa, sembra sia impazzita del tutto ma nessuno può farci niente.

- no grazie madre, non ho fame, oggi preferisco rimanere nella mia stanza, non mi sento bene.- come potrei sentirmi al meglio se la mia vita in qualche mese è cambiata lasciando mi l'amaro in bocca?

- Va bene tesoro, allora torno verso l'ora di pranzo, fra circa tre ore.- precisamente un anno fa in questo momento stavo incontrando Alex per la prima volta, avevo chiacchierato per laprimavolta con sara, e perlaprima volta la mia vita stava andando nel verso giusto, forse la mia visione di un anno fa è malinconica ma è così che lo vedo ora, un periodo allegro a cui penso con malinconia.

- Voglio andare via...- nell'angolo della mia stanza c'è un borsone con i miei vestiti, voglio approfittare del momento più propizio per andarmene via.

- Sono sicuro che ci riuscirai.- mi spavento da morire sentendo quella voce, non dovrebbe esserci nessuno qui eppure sento una voce, sono pazza come mia madre!

- chi parla?!- mi guardo in giro afferrando il mio cuscino e mettendomelo sul viso per soffocare un mio urlo di paura, sarà un fantasma?

- non pensavo fossi così fifona.- mi tolgo il cuscino dal volto e comincio a guardarmi in giro irritata, nessuno deve darmi della fifona.

Dark PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora