Quella Che Ha Fatto Piangere Tutti E Per La Quale Mi Sento In Colpa.

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Simone si sente sporco

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Simone si sente sporco.

Si sente sporco, le mani tremano e il respiro s'è fatto veloce veloce.

Sistema i bottoni della camicia, pressa forte la schiena contro la porta del cubicolo del bagno dove s'è rifugiato e prova a calmare l'affanno che gli attanaglia la gola, le lacrime che gli rigano il viso.

Lo schermo del cellulare risulta sfocato ai suoi occhi, e ringrazia che Manuel sia tra le chiamate rapide, ché le mani continuano a tremare e gli rendono difficile ogni gesto.
Uno, due, tre, quattro- ci vogliono dodici squilli prima che Manuel risponda, Simone li ha contati, cercando di calmarsi, di non sciogliersi in singhiozzi.

"Simo'?"

Ogni tentativo risulta vano, la sua voce mangiata via da un singulto ben più forte degli altri che ha come risultato l'immediato allarmarsi di Manuel, "Simo', oh, che c'hai?"
Simone pressa il dorso della mano sulle labbra, scuote la testa, stringe forte il cellulare, "Manu- manu, mi- per favore mi vieni a prendere?"

"Dove stai?"

"Non lo so, io- Manu non mi lasciare qua"

"Sto venendo briciole', sto venendo. Ce la fai a mandarmi la posizione? Respira co'me, ti vengo a prendere, dammi solo il tempo di arrivare, giuro che arrivo okay? Tieni gli occhietti sulla porta ch'io arrivo".

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Simone gli corre incontro appena Manuel si chiude la portiera dell'auto alle spalle, si scioglie in un'infinità di lacrime contro il suo petto.

Manuel sta morendo di paura.

Non sa ch'è successo, non sa cosa fare, riesce solo ad abbracciare forte Simone, dondolandosi sui piedi per cullarlo un po'. Gli accarezza i capelli a palmi aperti, scosta via i riccioletti dalla sua fronte, "Simone, Simone, entriamo in auto, mh? Fa freddo fuori, ce mettiamo n'poco sul sedile dietro, che dici?"

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Simone alla fine s'è addormentato, accoccolato contro di lui. Manuel lo scosta pianissimo, l'appoggia contro il sedile, gli allaccia la cintura e si sposta sul sedile davanti dopo avergli baciato la fronte.

Guida lentamente, che ha paura di svegliarlo.

Parcheggia in garage e scivola nuovamente sul sedile posteriore, giusto in tempo per osservare quegli occhioni schiudersi,

"Manu?"

"Sto qua"

Il labbro inferiore di Simone trema e con esso anche il cuore di Manuel. Il piccolo è di nuovo in lacrime, accoccolato su sé stesso e Manuel gli accarezza piano un ginocchio.

Quando Simone si scosta via bruscamente, un presentimento si fa strada tra i suoi pensieri e gli viene quasi da vomitare, "Simò, dimmi che t'ha fatto".

E Simone non parla, però scosta piano la camicia per rivelare, sulla spalla, i segni arrabbiati d'un morso.

"Lo uccido. Io l'ammazzo quel pezzo di merda, io- ti fa male, Simone, ti fa male, t'ha fatto altro?"

"Io- gli ho dato uno schiaffo e poi sono andato via, io- Manuel, Manuel mi abbracci per favore?"

"Vieni qua, vieni qua, ci sto io, n'te lascio più Simo', mai più."

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Ho finito i titoli ragà.

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