Fifth Times The Charm

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"Four guys and then Manuel"
Dovrei mettere troppi screen, perché piaceva a tante persone quest'idea! I ragazzi però non sono 10, perché non ho tutta questa fantasia.

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Manuel arriva davanti scuola con ben venti minuti d'anticipo quella mattina.

Mette giù il cavalletto, sistema la giacca, e salta giù dalla moto con fin troppa energia.

È il suo ultimo primo giorno - si spera-, c'è un bel sole, il motorino di Simone è già parcheggiato e ai tavolini del bar ci sono i suoi compagni, tutti presi a chiacchierare.

Simone però ancora non lo vede - non lo vede da un mese e mezzo, ché quel secchioncello adorabile ha deciso d'iniziare a seguire dei corsi preparatori in università, e le videochiamate non sono bastate a tamponare quella mancanza esplosiva che, puntuale, prendeva a devastargli il petto ogniqualvolta il viso di Simone gli sorrideva tramite lo schermo.

Manuel è cotto, steso, completamente andato per Simone.

Soprattutto, è pronto finalmente ad ammetterlo.

Più o meno.

Cioè, vuole farlo.

Ma non subito subito, ecco.

Come? Il signore vede e provvede, o qualcosa di simile.

Aspetta 'na botta di coraggio - o, meglio ancora, 'na botta de culo.

Chicca lo saluta ad alta voce, lo distoglie dai suoi pensieri, e un paio di teste si girano a guardarlo, gli sorridono.

Manuel sente finalmente d'essere scivolato appieno nei suoi anni.

Ricambia il sorriso mentre siede s'una delle sedie vuote, quella che Matteo gli allunga con la pianta del piede.

Simone non c'è.

Il motorino però sta là, parla chiaro.
"Do' sta Simone?"chiede.

Una serie di risatine segue le sue parole, occhi ammiccanti e parole sovrapposte che Manuel non capisce, "che è 'sto casino oh? "

Allora Chicca, col mento, gl' indica un angolo ben preciso del cortile, e Manuel finalmente riesce a posare gli occhi su Simone - bellissimo, gli occhioni brillanti, i ricciolini al vento - preso a chiacchierare con un ragazzo.

Un ragazzo che non è Manuel.

E mo questo chi cazzo è?

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Romeo.

Quando Manuel s'avvicina tenta in tutti modi di mantenere almeno un briciolo di dignità, di contenersi, per evitare di strappare a morsi le mani di quel rompicoglioni che pare volersi appiccicare addosso a Simone senza staccarsi più.

Simone che, intanto, se ne sta con la schiena incollata al muro, evidentemente a disagio per quella vicinanza forzata, il sorriso più finto che Manuel gli abbia mai visto sulle labbra, e gli occhi che chiedono pietà.

Manuel vorrebbe negare, ma un sospiro di sollievo, in realtà, lo tira.

Allora s'avvicina a passo un po' più spedito e si schiarisce la voce, e un velo di sollievo passa sul volto di Simone quando i loro occhi s'incontrano.

"Manuel! Lui è Romolo-",

"Romeo!"

"Sì, Romeo."

Manuel gli rivolge un cenno del capo, però gli occhi sono incollati alla figura di Simone che intanto s'è fatto tutto rosso e si tortura una pellicina.

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