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"Manu io non ne posso più, mi tira tutto, sembro un mostro uscito da robocop e il dentista è un rompipalle".
Simone sbuffa, di quella maniera petulante e un po' capricciosa che lo prende quando è esausto e innervosito, tira un calcio allo zaino che ha lasciato cadere a terra poco prima e si lascia cadere di pancia sul letto con un guaito.
Adorabilmente melodrammatico.
Eppure, Manuel avrebbe alzato gli occhi al cielo per quelle menate, fossero uscite dalla bocca di qualcun'altro.
E invece lui, purtroppo o per fortuna, della boccuccia rossa di Simone è schiavo, della sua lingua tanto calda quanto tagliente, e pure dell'apparecchio, che Simone lo vede come una tragedia ma che in realtà gli sta splendidamente bene- come ogni cosa del resto, ma forse è solo Manuel che ha perso completamente capacità di raziocinio.
È che diventa ancora più tenero, quando sorride e si vedono le stelline.
Oppure quando fanno l'amore, che Simone si morde le labbra e se le arrossa ancora di più.
Manuel perde la testa, sempre.
Simone poi apre gli occhioni, lo guarda con le guance rosse e Manuel vorrebbe vivere per sempre tra le sue cosce morbide.
Chiude la porta della camera e s'avvicina al piccolo, si siede accanto a lui e lascia planare il palmo aperto s'uno dei glutei di Simone che gli lancia un'occhiataccia repentina, "Manuel!"
"Che è, che è successo?"
"M'hai dato uno schiaffo!"
Manuel mette su la faccetta più innocente che può, s'indica con l'indice, "ma chi, io?"
Simone neanche gli risponde, sbuffa per l'ennesima volta e nasconde di nuovo il viso sul lenzuolo, "lasciami stare, sono un mostro".
"Non sei un mostro"
"T'ho detto di sì"
"No"
"Sì "
E allora è il turno di Manuel di sbuffare, s'accascia sul materasso affianco a Simone e picchetta col dito sulla sua spalla, "Simo', me guardi n'attimo?"
"Che vuoi?"
"Tu guardami n'attimo", dice, e Simone volta il capo. Incontra le labbra di Manuel che si schiudono in un sorriso, "ma lo vedi che occhi che tieni?"
"Ma che c'entrano gli occhi con la bocca-"
"Intanto, quando sorridi te ridono pure gli occhi, quindi me pare evidente che so'collegati. E poi vorrei capire che vai trovando da 'sta boccuccia che c'hai", e un pollice va ad accarezzare il labbro inferiore di Simone. Piano, si muove avanti e indietro sulla pelle delicata prima di pressare e costringere Simone a schiudere le labbra, "è tanto bella che me fa senti' male".
E Simone arrossisce, abbassa gli occhi, e i pantaloni di Manuel si fanno stretti.
Lo gira di botto per salirgli cavalcioni mentre il pollice ancora preme sulla sua bocca, la mano chiusa attorno alla gola.
S'abbassa su Simone e respira forte, stringe gli occhi e un poco trema, poi gli lascia un bacio sulla fronte, "io non ci capisco mai n'cazzo quando me guardi così Simo', divento n'animale, n'ce sta niente de più bello de te".