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Sono entrambi così tristi, tanto che la mezzanotte del ventiquattro la passano in videochiamata senza neanche mettersi d'accordo

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Sono entrambi così tristi, tanto che la mezzanotte del ventiquattro la passano in videochiamata senza neanche mettersi d'accordo.

Simone torna in dormitorio e Manuel sgattaiola in camera sua tra gli auguri generali.

Dopo un paio di squilli, Simone gli appare sullo schermo che è poggiato alla finestra della camera del dormitorio, le lucine bianche   che la decorano illuminano sia il vetro che il suo viso, steso in un sorrisino malinconico.

Simone gli fa il cuore caldo, gli basta il solo guardarlo.

"Piccole', ciao", dice, gli scivola via dalle labbra come un sospiro, un sorriso identico a quello di Simone a farsi spazio sul suo viso.

E se ne accorge, di come l'ha chiamato, ma non ce l'ha l'energia di spaventarsene, che si sente privo d'ogni forza da quanto gli manca Simone.

"Ciao Manu, tanti auguri"

E la vocina di Simone è un lieve pigolio che lo raggiunge dall'altro lato dello schermo - e le videochiamate sono terribili, ingannevoli e fanno male al cuore, che gli pare di poterlo addirittura sfiorare, ma sotto le dita avverte solo il freddo del vetro.

Guarda quegli occhi grandi che vorrebbe sentir chiudersi sotto i suoi baci, il volto delicato che gli manca così tanto, "auguri pure a te, Simo'".

Si sistema meglio contro i cuscini, incrocia le caviglie e restano in silenzio, e gli pare che gli occhi di Simone si facciano lucidi, ma il piccolo non gli lascia tempo d'apostrofarli che si premura di sviare il discorso, "che-che avete fatto stasera? Siete da me?"

"Sì, Tu'nonna ha deciso di famme mangiare pure pe' te."

Simone ridacchia, batte piano la fronte contro il vetro, "Mi mancate. Mi manchi".

A Manuel quasi si blocca il respiro, incastrato in un'ironico scambio di ruoli.

"Pure tu ci manchi. E pure a me - manchi pure a me, tanto. Manco piglia'pe'culo Lombardi me fa ride se n'ce stai tu a prendermi a calci sotto al tavolo".

Simone gli sorride, tira sù col naso e morde il labbro, fa di tutto per non mettersi a piangere e a Manuel fa male il petto, lo stomaco, tutto, vorrebbe solo abbracciarlo.

"N'te mette a piagne Simo', per favore".

"Ma mi manchi".

"Pure tu piccole', ma ci vediamo presto. Se non puoi scendere tu allora salgo io, mo vediamo come fa', appena passano 'ste feste".

"Promesso?"

"Promesso".

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