•20 - In un millesimo di secondo.

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Il natale è ormai alle porte. Non l'ho mai amato particolarmente, ma nonostante tutto cerco di dare il meglio di me.
In casa, metto un piccolo alberello sopra al tavolo e alcune lucine sparse.
Dove si possono trovare delle vere e proprie decorazioni, è a casa di mia madre. Lei e mia sorella, passano una giornata intera ad addobare la casa per rendere l'atmosfera natalizia.

«È un peccato che non abbiamo un camino.»
Guardo Yena, che sta tenendo le mani sui fianchi con un'espressione di disappunto sul volto. «Le mettiamo sulla cappa» dice, mia madre, mentre tiene le calze in mano.

«Resti qui, per la vigilia?» Mi chiede. «Sì, non lavoro il ventiquattro.»
Sospira, annuendo. «D'accordo, allora prima della prossima settimana dobbiamo andare a prendere del pesce.»

Mia madre è cristiana, quindi ogni anno, durante la vigilia, evitiamo di mangiare carne.
È quasi un tradizione, quella di preparare piatti a base di pesce.
«Andate a messa?» Le chiedo. «Pensavo che venissi anche tu.»
Inclino la testa di lato, «finirei per bruciare, se metto piede in chiesa.»
Mi tira una pacca sulla spalla, «esagerato.»

Sento suonare al campanello, così controllo l'orario. «D'accordo, adesso devo andare.»
Apro la porta, trovandomi davanti Doomyeon che mi sorride. «È pronto?»
«E lei chi è?» Chiede, mia madre, mentre guarda l'uomo. «Lui è l'autista di Taehyung. Doomyeon, mia madre Chaewon. Mamma, Doomyeon.»
«Piacere, signora Jeon.»

Lei sbatte le palpebre e gli stringe la mano.
«Piacere mio.»

[...]

Mi guardo attorno, senza riuscire a chiudere la bocca.
Questa casa è qualcosa di unico.
«Il signor Kim, la raggiungerà a momenti.»
Guardo una donna, che mi sta sorridendo e annuisco. «Okay.»
«Vuole qualcosa?»
«N-no, grazie» balbetto, con le guance rosse.

Ha persino una domestica. Tengo la giacca stretta con le mani, senza smettere di ammirare l'enorme sala.
C'è una vetrata enorme e si riesce a vedere tutta la città.
Chiamarlo attico è riduttivo.

È la casa di un dio. Beh, è proprio così.

«Oh!»

Mi giro, appena sento una voce femminile.
Una ragazza, mi sta guardando con un sorrisetto e le braccia al petto.
Ha i capelli raccolti in una coda disordinata e una felpa enorme.

«Tu devi essere lo spogliarellista, di cui mio fratello parla sempre.»
Deglutisco, sorpreso. Parla sempre di me?
Si avvicina a me. «Sono Saeyoung, la sorella di Taehyung.»
«Io sono Jungkook» rispondo, stringendo la sua mano.
Mi osserva attentamente e sorride.

«Lui non fa altro che parlare di te, ormai ti conosco meglio di Tae.»
Ridacchio. «Sul serio?»
«Davvero, tesoro.»

Si posa una mano sulla bocca e rotea gli occhi.
«Nausee» sospira.
«Stai bene?» Le chiedo, allungando la mano.
«Sì, sì, ormai mi ci sto abituando.»
La guardo, confuso.

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