Jungkook è tutto ciò che un ragazzo di vent'anni non dovrebbe essere: uno stripper.
Lo è da quando era un ragazzino, per aiutare la sua famiglia che vive nei problemi economici da quando il padre è morto.
Lui è sicuro di sé, arrogante, testardo e...
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Apro piano gli occhi, per cercare di abituarmi alla luce del sole. Sospiro, rigirandomi nel letto e stringendomi nelle coperte. Afferro il cellulare, notando che Jimin mi sta chiamando.
«Che c'è, Biondo?» «Che cazzo! Si può sapere che diamine hai combinato ieri sera con Taehyung, puttanella?» Mi metto seduto sul letto, confuso e mi gratto i sopracciglio. «Barbie? Ci sei?» «Sì sì, ci sono» rispondo. «Non è successo niente.» «Non dirmi stronzate. Yoongi mi ha detto che era incazzato da morire.»
Inclino la testa di lato, sbattendo le palpabre. «Troietta, chi cazzo è Yoongi?» Domando. «Il suo amico. Quello con cui è venuto ieri al club» spiega, con un sospiro. «Quello su cui tu strusciavi?» «Sì, esatto.»
Mi alzo dal letto e cammino verso la cucina, per farmi del caffè. «Dico sul serio. L'ho solo provocato, ma non è successo nient'altro.» Lo verso in una tazza e mi siedo sul tavolo. «Puttanella! Non si provoca mai un uomo come lui, possibile che tu non l'abbia ancora capito? Lui già ti vede nei suoi sogni, adesso ti vede anche nei suoi boxer.»
Sospiro, sorseggiando il caffè. «Scusa, ma hai visto Kim Taehyung? È così figo, che non puoi non farci un pensierino» dico, facendo spallucce. «Senti, incontriamoci con gli altri al café vicino al club tra trenta minuti.»
[...]
Entro nel café e raggiungo i miei amici, che sono già seduti al tavolo. «Che cazzo hai fatto, Kookie?» Mi chiede, Hoseok, appena mi siedo. «Ancora? Niente, ve lo giuro!» Esclamo, esasperato.
«Tesoro, ha avuto bisogno di bere la cosa più forte del club tre volte. Qualcosa gli hai fatto.» Guardo Jin, che mi sta osservando con sufficienza. «L'ho provocato e basta, okay?» «Cazzo, Kookie...» sospira, Jimin, per poi massaggiarsi le tempie. «Lui ti scopa già ogni volta che ti vede, adesso vorrà sicuramente infilarsi nelle tue mutandine.»
Stringo le labbra, trattenendo un sorrisetto e poi li guardo. «Beh, alla fine, non sarebbe poi così male» dico, pulendomi le labbra dalla schiuma del cappuccino al cacao. «Merda, non posso crederci.» Faccio spallucce, accavallando le gambe. «È troppo figo, ragazzi. È così difficile.» «Amore, quanti anni hai? Quindici? Sembri un ragazzino alle prese con la sua prima cotta.» «Lui mi fa sentire un ragazzino.»
Jin, sospira e prende qualcosa dalla tasca. «Ieri, ti ha lasciato questo» spiega, dandomi un pezzo di carta. Sgrano gli occhi, guardando il mio amico che sospira. «È il suo numero?» «Wow, tu sì che sei un ragazzo sveglio» dice, ironico, inclinando la testa di lato. «Dio...» mi mordo il labbro inferiore, cercare di non essere soddisfatto ma è più forte di me. «Jeon Jungkook, che cazzo hai in mente?»
Guardo i miei amici e afferro il cellulare. «Fermati subito!» Esclama, Hoseok. «Perchè?» «Ci hai pensato bene? Non lo conosci per niente, come sai che non sia un bastardo?» Ridacchio, «so per certo che lo sia.» Mi segno il numero e lo porto all'orecchio. «Pazzo. È impazzito» dice, Jimin, ai due ragazzi che mi stanno guardando sconvolti. «Dovresti tenere gli ormoni nelle mutandine.»