•25 - Due uomini, uno stripper.

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Porto le braccia al petto, mentre lei mi sta guardando con un'espressione colpevole.
«Davvero?» Le domando, con sufficienza.
«È capitato» risponde. «È capitato? Ti posso assicurare che certe non capitano, Sae.»
Sospira, roteando gli occhi. «Andiamo, sono incinta! I miei ormoni sono a palla.»
«Ci hai fatto sesso, principessa, dopo avermi detto che non ci avresti avuto niente a che fare.»
«È stato più forte di me...» dice, guardando in basso.

Mi lascio uscire un respiro e mi allento il nodo della cravatta.
«Voglio dirlo alla mamma...insomma, che diventerà nonna.»
La guardo e lei fa spallucce, «lei ci vuole bene.»
«Okay, ma ti accompagno.»
Scuote la testa, «non importa.»

«Vuoi andarci da sola?» Le chiedo, confuso e lei annuisce. «Sì, non preoccuparti.»
«Ci vado domani» aggiunge.

[...]

Entro nel club, tenendo le mani nelle tasche dei jeans.
Lui sta ballando sul palco laterale, insieme agli altri e appena i suoi occhi incontrano i miei piega le labbra in un sorrisetto.

Mi avvicino e percorro il suo corpo, mentre mi lecco le labbra.
Stringe il palo e si struscia, senza smettere di guardarmi.

Muove due dita, così lui si china e mi guarda.
«Quando finisci?»
«Tra poco, poi ho una pausa» risponde.
Annuisco, «ti aspetto qui.»

Ridacchia e torna a ballare. Raggiungo il bancone, appoggio le braccia e il ragazzo viene verso di me. «Ciao, cosa ti porto?»
«Bourbon» dico.

Appoggia un bicchiere e ci versa l'alcolico.
Faccio per pagare ma lui mi ferma.
«Offre la casa, dolcezza.»
Aggrotto le sopracciglia, «cosa?»
«Sei l'uomo di Jungkook, quindi sei il benvenuto.»
Ridacchia, rivolgendo un'occhiata al mio ragazzo e torno sul barista. «Grazie.»

Bevo l'alcolico e mi giro, per guardare Kookie che continua a ballare.

«Sembra unico, vero?»

Giro la testa, incontrando la faccia da cazzo del suo ex.
Alzo le sopracciglia, «lui è unico.»
Ridacchia, annuendo. «Già, sono d'accordo.»

Si mette accanto a me, così stringo un pugno per trattenermi da qualsiasi azione avventata.
«Lui è mio.»
Mi guarda e io sogghigno, divertito. «Non è quello che dice lui.»
«Non hai capito, stronzo- sibila, facendosi più vicino - lui dev'essere mio. Tu non sei un cazzo di nessuno per metterti tra noi due.»
«Di quale "noi", parli? A quanto mi risulta, ti sei scopato diecimila ragazzi diversi quando stavate insieme. E adesso, vorresti tornare con lui? Non farmi ridere.»

«Solo perché ci vai a letto, non vuol dire che sia tuo.»
Ridacchio, «ci vado solo a letto?»
Mi lecco le labbra e lo guardo negli occhi.
«Io lo scopo fino a fargli gridare il mio nome. Mi dice che mi ama da morire e che sono l'unico. Dice che starebbe sempre tra le mie braccia, perché con me si sente al sicuro. A te te l'ha mai detto? Scometto di no. Levati dai coglioni, bastardo. Per Kookie, sei morto.»

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