Jungkook è tutto ciò che un ragazzo di vent'anni non dovrebbe essere: uno stripper.
Lo è da quando era un ragazzino, per aiutare la sua famiglia che vive nei problemi economici da quando il padre è morto.
Lui è sicuro di sé, arrogante, testardo e...
Scendo dall'auto e cammino velocemente verso la villa. Suono il campanello e busso alla porta, con il pugno. «Saeyoung!»
Ad aprirmi è la cameriera, che mi guarda sconvolta. «Signor Kim...la s-signorina...»
La scanso e raggiungo la sala, per poi fermarmi e sgranare gli occhi. «Sae!» Esclamo, chinandomi per aiutarla a sedersi sul pavimento. «T-tae, c-c'è qualcosa che non v-va...» sussurra, con i singhiozzi e scuote la testa. «P-papà mi ha spinta c-contro al tavolo e m-mi ha colpita sulla p-pancia...i-il bambino...»
Tengo il suo viso tra le mani e abbasso lo sguardo, per poi deglutire. Merda.
«Devi andare in ospedale» le dico, facendo per prenderla in braccio ma lei afferra il mio braccio. «T-tae...i-il mio b-bambino.» «Stai perdendo troppo sangue, Saeyoung. Devo portarti in ospedale.» Singhiozza, sgranando gli occhi e scuote la testa con uno sguardo terrorizzato.
«Ho p-perso il bambino?»
Quel figlio di puttana, non la passerà liscia questa volta. Respiro pesantemente e la prendo in braccio, mentre lei piange contro al mio petto e si tocca la pancia.
«T-ti prego, p-piccolo...no. Non l-lasciare la mamma.» Raggiungo l'auto e la metto dietro.
[...]
Aaron si siede accanto a me, mentre tengo lo sguardo basso e cerco di buttare indietro il bruciore che sento alla gola. «Ha perso il bambino?» Mi chiede e io scuoto la testa, «vorrei dire di no ma...ha perso troppo sangue.»
L'infermiera esce dalla stanza e ci guarda. «Sta bene, adesso sta riposando» dice, con un piccolo sorriso. Mi lascio uscire un respiro. «Però...il bambino non ce l'ha fatta.»
Mi massaggio la fronte, con le labbra strette. «Lei lo sa?» «Sì.»
Mi alzo ed entro nella sua stanza. Lei mi guarda, appena mi siedo sul bordo del letto. Scuote la testa, singhiozzando e io sospiro per poi accarezzarle la testa. «Mi dispiace, principessa» dico, con gli occhi lucidi. «Ha ucciso mio figlio» sibila.
Aaron si siede dall'altro lato e le accarezza la guancia. «La pagherà, Sae. Te lo giuro» dico, serio.
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Sorrido, appena lo vedo vicino alla porta di casa mia. «Ehi» gli dico. Mi guarda, così sussulto. «Cosa...che è successo?»
Prendo il suo viso tra le mani, lui stringe i pugni e si allontana. «Ho bisogno di stare qui per un po'» dice, in un sibilio. La sua voce è fredda, così penso a che cosa potrebbe essere successo. Apro la porta di casa e lo faccio entrare.
«Hai dell'alcol?» Domanda, guardandosi attorno. «Credo che tu sia già ubriaco» gli dico, con sufficienza mentre mi tolgo la giacca. «Non abbastanza. Ce l'hai?»