•31 - L'amore manda sempre tutto a puttane.

1.7K 88 8
                                    

Sospiro rigirandomi nel letto, mentre lui dorme in modo tranquillo.

Mi alzo e scendo le scale, in silenzio per andare a bere dell'acqua.
Non riesco a dormire e ovviamente mi sento come se stessi sbagliando tutto.

Mi tiro giù la maglietta di Taehyung che ho addosso e raggiungo il frigo.

Qualcosa non va.

«Ehi, stai bene?»

Lo guardo, che è appoggiato allo stipite della cucina con le braccia al petto. «Sì...ho sete.»

Faccio per salire le scale, ma la sua voce mi blocca. «Ho pensato molto a tante cose e...mi piacerebbe che tu prestassi più attenzione alla gente che frequenti.»
Inclino la testa di lato, confuso.
«Scusa, in che senso?»
«Non presti attenzione alla gente con cui passi il tuo tempo...beh, gli uomini con cui passi il tuo tempo.»

Mi lecco le labbra. «Lavoro solo con uomini.»

Alza le sopracciglia, così rido e scuoto la testa.
«Te lo scordi. Non esiste che io lasci il club.»
Si avvicina, grattandosi la fronte. «È pericoloso e poi, non mi piace che ti strusci su altri uomini.»
«D'accordo, accetto che non ti stia bene ma...quello lo faccio per soldi, non provo piacere. Tu sei totalmente a parte, okay? Non devi preoccuparti.»

Afferra il mio polso e sospira. «Jungkook, ho bisogno di tenerti sotto controllo prima che impazzisca.»
Lo guardo sorpreso, «sotto controllo? Per chi cazzo mi hai preso? Non puoi controllarmi.»
Che diavolo gli è preso?

«Non volevo dire questo...cazzo, è complicato. Ho bisogno che tu non ti metta nei guai.»
Mi allontano e scuoto la testa. «So badare a me stesso, Taehyung. Non devi proteggermi come se fossi una principessa bisognosa del suo cavaliere. Sono in grado di pensare a difendermi da solo, l'ho sempre fatto anche prima che tu arrivassi.»

«Non capisci, che quello che fai può essere frainteso?! Cazzo, non sei una puttana. Non voglio che tu faccia questa cosa, okay? Lo dico per il tuo ben-»

Colpisco la sua guancia con la mano, con il respiro pesante.
«Non sono una puttana» sibilo. «E tu non lo stai facendo per il mio bene, ma perché sei uno stronzo possessivo del cazzo.»

Piega le labbra in un ghigno, sfiorandosi la guancia così deglutisco tenendo i miei occhi su di lui.
Sospira, guardandomi e inclina la testa.

«Bambolino, questo non dovevi proprio farlo.»

Fa scontrare le nostre labbra, portando il mio corpo contro al muro.
Mugolo, appoggiando le mani sul suo petto per allontanarlo da me.
«T-tae» mormoro, con il respiro affannato.

Alza il mio viso e mette una mano sotto alla maglietta che indossa, stringendo il mio fondoschiena.

Appoggia le labbra sul mio collo, mentre due dita si fanno spazio dentro di me.
Stringo i denti, ansimando e infilo le dita tra i suoi capelli.

«Come? Non mi urli più contro?» Ridacchia, alzando il mio viso e facendo incontrare i nostri sguardi. «Basta così poco, per calmarti?»
Respira pesantemente, leccandosi le labbra e sfiora la mia bocca con la sua.

«Sei già così eccitato e pronto per me, piccolo.»
Toglie le dita e mi fa mettere le gambe, ai suoi fianchi. «Ti odio» ansimo, cercando di slacciare i pantaloni della sua tuta.
«Mh, sul serio?»
Circondo il suo con le braccia, dopo avergli sfilato la maglietta.

Appoggia la mia schiena contro al muro e appoggia le mani sulle mie cosce, per poi spingere in me.

«M-merda» sbotto, mordendomi il labbro e tenendo i miei occhi nei suoi.
Prende i miei polsi, bloccandoli con una mano contro alla parete e stringe a mia gamba con l'altra, mentre si muove con forza.

STRIPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora