•23 - Il brutto anatroccolo.

1.7K 101 3
                                        

Apro piano gli occhi, tastando il lato del letto accanto al mio.
«Ehi.»
Alzo la testa e sorrido, per poi stropicciarmi le palpebre. Mi metto seduto sul letto, tenendo la coperta addosso.
«Buon natale» dice, sedendosi e dandomi una tazza di caffé. «Buon natale.»

Inclino la testa di lato, girandomi verso lo specchio e sussulto. «Oddio. Sono orribile.»
Potrei giurare di non avere mai avuto i capelli conciati così, per non parlare della faccia da appena sveglio.
«Non dire stronzate» sospira.
«Per te è semplice, tu sei sempre un figo atomico» gli dico, con sufficienza.

Alza le sopracciglia, leccandosi le labbra.
«Ti ringrazio.»
Sorseggio il caffé e faccio spallucce, «figurati.»
«Ho come la sensazione che sarai ingestibile come ragazzo.»
«Mi conosci bene» gli dico, appoggiando la tazza sul comodino.

Mi guardo attorno e sospiro. «Mi passi le mutandine?»
Ridacchia, per poi prenderle. Le infilo e indosso la maglietta.
Afferro il mio cellulare e torno a guardarlo.
«Ti ho preso una cosa, a Parigi.»

Lo guardo confuso, mentre si alza e raggiunge la sua giacca.
Mi porge un pacchetto.
«Andiamo, io non ti ho preso niente.»
«A me basti tu» risponde. Sento le mie guance farsi più calde, ma poi scuoto la testa e cerco di aprire la scatoletta.
Dentro c'è un braccialetto con la Torre Eiffel.
«È bellissimo» gli dico, per poi metterlo.

Appoggio le mani sul viso e gli stampo un bacio sulle labbra. «Grazie.»
«Vieni qui» sussurra, tirando il mio corpo sul suo e facendo scontrare le nostre labbra.
Mugolo e sorrido, circondando il suo collo con le braccia e ricambio il bacio.
«Ti amo» dice, accarezzando la mia bocca con le dita. «Ti amo anche io.»

Il suo cellulare squilla, così sospira e rotea gli occhi per poi prenderlo. «È mia sorella.»
Preme sul verde. «Dimmi, principessa.»
Aggrotta le sopracciglia e inclina la testa di lato. «Scherzi? Glielo hai detto? È qui? Ho capito. Okay. Ciao.»

Mi guarda e fa spallucce, «l'ex ragazzo di mia sorella è venuto a Seoul e vuole vederla.»
«Wow» dico, sorpreso. «Deve amarla molto.»
«Beh, contando il fatto che aspetta il suo bambino direi che è obbligato. Altrimenti lo stendo.»
«Aspetta - afferro le sue guance - tua sorella è incinta?»
Sospira, annuendo. «Già, è incinta.»
Stringo le labbra, ma non riesco a trattenere una piccola risatina. «Quindi diventerai zio.»
Mi fulmina con lo sguardo, «non ridere.»

Mi mordo il labbro inferiore. «Secondo me, potresti essere carino.»
«Non sono carino» dice, subito, tenendo i suoi occhi nei miei e io annuisco. «No, lo so.»
Avvicino la bocca al suo orecchio. «E ti posso assicurare che l'ho imparato molto bene.»

Stringe le mie natiche, tirandomi verso di sé e mi guarda con un sorrisetto divertito.
«Potresti sul serio farmi impazzire.»
«Credo di averlo già fatto.»

[...]

Tiene i suoi occhi sconvolti su di me, senza riuscire a parlare.
«Tutto bene?» Gli chiedo, appoggiando una mano sulla sua spalla. «Barbie, devi imparare a dirmi le cose con calma. Non puoi arrivare, darmi il buon natale e aggiungere un "mi sono messo insieme a Taehyung". Non esiste.»

Ridacchio, giocando con una ciocca dei miei capelli scuri. «È unico, Jimin. Dico sul serio, penso di non aver mai avuto un uomo come lui.»
«Ci credo - sbotta - stiamo parlando del plurimilardiario Kim Taehyung! Nessuno può essere come lui.»

Sospiro, sfiorando la neve con le dita e sorride. «Sono davvero felice» spiego e lui mi guarda, per poi piegare le sue labbra in un sorriso.
«Lo vedo, tesoro. Sono contento per te. Te lo meriti.»

Porto le braccia al petto, mentre Saeyoung mi sta guardando come per dirmi di stare tranquillo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Porto le braccia al petto, mentre Saeyoung mi sta guardando come per dirmi di stare tranquillo.
«È lui» dice, indicando il ragazzo che sta verso di noi con una chitarra sulla schiena.
«Me lo ricordo, l'idiota.»

Mi tira una pacca sul braccia e io la guardo.
«Cosa? È vero.»

«Ehi, ciao» le dice, facendole un sorriso.
Do un colpo di tosse, per fargli spostare la sua attenzione su di me. «Ciao, Taehyung.»
«Ciao, idiota.»
«Tae!» Esclama, Sae. «Smettila e lasciaci da soli. Ti chiamo quando ho finito.»
«Starai bene?»
Annuisce, con un sorriso.
«Tu, coglione, fa il bravo» mi raccomando e lui deglutisce, annuendo.

Non esagero. Mia sorella merita solo il meglio, quindi non mi entusiasma molto che stia parlando con il ragazzo che l'ha ferita.
Però, so anche che si amano e che condividono un bambino.

Saeyoung, non l'ha ancora detto ai nostri genitori e forse è meglio se non lo facesse mai.
Sa sapessero che è incinta di Aaron, se mio padre lo sapesse, succederebbe un casino e non voglio che lei soffra ancora.

Tuttavia, oggi mi sento più calmo del solito.
Forse, è dovuto al ragazzo con cui ho passato la notte. Beh, adesso è il mio ragazzo.
È assurdo, pensare che sia riuscito a farmi innamorare di lui. Mi fa incazzare, mi sfida in continuazione e manda a puttane il mio autocontrollo ma nonostante tutto, ho capito di amarlo più di quanto possa pensare.

Non lo amo solo per lui, lo amo per come sono quando siamo insieme.
Per come riesce a farmi diventare.
Riesce a tirare il lato più profondo di me, quello più flebile e lo mette alla luce.

[...]

«È la seconda volta che vedo questa casa, ma ancora non mi capacito di come possa esistere.»

Ridacchio e  lui si avvicina alla vetrata, che da sulla città e appoggia le mani contro al vetro.
«È assurdo. C'è una vista così bella...poi di notte è ancora meglio» dice, per poi girarsi a guardarmi.
«Sì, non è male.»

«Non è male?!» Sbotta, con gli occhi sgranati.

Sospira, tornando a guardare la città. «Io queste cose, le posso solo sognare. Per me è assurdo.»
Mi lecco le labbra e circondo la sua vita con le braccia. «D'ora in poi, potrai anche viverle.»
Guardo il suo riflesso dal vetro, così noto il sorriso sulle sue labbra.
«Il tuo mondo, è troppo diverso dal mio.»
«Piccolo, smettila di dire così. Come se fossi il brutto anatroccolo in mezzo ai cigni.»

Scuote la testa e si gira, per guardarmi.
«Ma lo sono, Tae. Sono uno spogliarellista, che vive in uno squallido appartamento di YangCheon e lavoro in uno strip club ad Itaewon. Tutto questo, non mi appartiene.»
«Guardami - alzo il suo viso con le mani - ci sono alcune volte, in cui darei tutto pur di essere una persona qualunque. Senza avere i giornalista e i fottuti paparazzi che mi seguono ovunque io vada, ma è impossibile.»

Inclino la testa di lato, «e poi, se non ricordo male, alla fine della favola, il brutto anatroccolo è diventato un cigno bellissimo. Il cigno più bello di tutti.»
Tiene i suoi occhi nei miei e sorride, per poi leccarsi le labbra. «D'accordo» sussurra.

«Bene» dico, per poi allontanarsi ma lui afferra la mia mano.
«Dove vai?» Stringe la mia maglietta, per poi scendere fino alla cintura dei miei jeans.
Afferro i suoi fianchi, faccio scontrare i nostri corpi per poi baciarlo.
Mugola, appena infilo la lingua nella sua bocca.
Appoggia le mani le mie guance e alza la testa, per avere più contatto.

Stringe le sue natiche e lui inchioda le gambe ai miei fianchi, mentre faccio scontrare la sua schiena con la vetrata.
Cazzo, ogni volta è come se qualcosa mi spingesse a desiderlo sempre e ovunque.

Mordo il suo labbro inferiore, facendolo gemere e ansimare.
Mi guarda negli occhi e si lecca le labbra, mentre le sue mani stringono la maglia sulla mia schiena.

«Bambolino, non sfidarmi» sibilo, sfiorando la sua bocca con il pollice.
«Te l'ho già detto che le bambole uccidono - porta le labbra al mio orecchio - sono così belle, con un viso così innocente e degli occhi grandi...però, dentro, nascondono un lato oscuro. Nessuno crederebbe che qualcosa di così carino, possa essere così crudele.»

Lecca il mio collo e sogghigna. «Se vuoi che sia una bambola, sappi che posso far uscire il mio lato oscuro in qualsiasi momento.»

STRIPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora