Sono dovuta andare a casa per la notte, non mi hanno lasciato vedere Cassie e chiedendo più volte informazioni a medici diversi l'unica spiegazione che mi è stata fornita è che le stavano facendo numerosi esami per determinare cosa non andasse. Naturalmente, sono riuscita a dormire poco e la mattina presto sono andata a correre prima di tornare in ospedale ed aspettare di nuovo tutto il pomeriggio senza avere notizie.

Solo verso le sei di sera, un medico di media altezza, sulla trentina circa, si avvicina a me con sguardo imperscrutabile, che non saprei se definire neutro o piuttosto indifferente "scusi, lei è qui per Cassie Stone, giusto?", mi metto a sedere con la schiena dritta e cerco di tirarmi un ceffone virtuale in faccia per scacciare il sonno, il mio cuore perde un battito "Si, si sono io, aspetto notizie da ieri".

"Mi dispiace molto, abbiamo dovuto fare molti esami. Dunque, mi dispiace comunicarglielo ma la sua amica è affetta da una malattia rara, il lupus erimatroso sistemico" mi lascia giusto qualche attimo per metabolizzare la notizia e prosegue "abbiamo eseguito un emocromo, che sono analisi del sangue e abbiamo notato una carenza di globuli rossi e bianchi, poi dalle urine abbiamo determinato valori anomali e abbiamo anche eseguito un RX torace, un elettrocardiogramma e altri test e per fortuna non è stato intaccato ancora nessuno organo" tiro un sospiro di sollievo, nonostante la gravità della situazione.

"Però ha la pleurite, quindi un'infiammazione alla pleura, che avvolge le parte interna della cavità toracica".

"O-ok e..uhm cosa dovremmo fare ora?".

"La pleurite non è grave, in qualche giorno dovrebbe passare, prima di arrivare alla diagnosi le abbiamo somministrato degli antibiotici per calmare i dolori e la febbre, ma ora bisogna passare ai corticosteroidi sia per la pleurite che per gli sfoghi cutanei".

Mi spiega come vanno somministrati i vari farmaci, e sottolinea che se emergono altri sintomi dobbiamo ripresentarci all'ospedale per una visita di controllo, altrimenti aspettiamo che la pleurite passi e una volta terminata la cura dobbiamo tornare in ospedale.

Mi viene spiegato che una persona affetta da lupus deve mettere in atto diversi accorgimenti per salvaguardare la propria salute, oltre a sottoporsi a periodici check up in ospedale. Deve proteggere la propria pelle dunque mettersi la crema solare ogni volta che esce di casa, praticare regolarmente esercizio fisico per irrobustire le ossa, avere uno stile di vita sano; quindi, non fumare, avere una dieta equilibrata e assumere molta vitamina D.

Le aspettative di vita per una persona affetta da lupus, se si seguono le terapie e non subentrano insufficienze di organi, infezioni o malattie cardiovascolari, sono quelle di una persona normale, ma con molti più rischi. Di certo non mi sarei mai aspettata una diagnosi del genere e mi chiedo se a questo punto Cassie si deciderà ad informare perlomeno i suoi familiari.

"Cass" la chiamo mentre la vedo arrivare, col medico davanti a me che si dilunga in spiegazioni e raccomandazioni, la aspetto e l'accolgo con un sorriso tirato, seppur non venga ricambiato.

Il suo volto è segnato, come se fossero passati mesi, anni dall'ultima volta che l'ho vista, lo sfogo non è ancora andato via e le occhiaie lo rendono ancora più evidente, ma soprattutto l'espressione traumatizzata la fa apparire quasi un'altra persona, non più la solita Cassie solare e sorridente, che cerca sempre di trovare il lato positivo in ogni cosa.

Cerco di non far notare il mio dispiacere nel vederla soffrire così e mi sforzo, faccio del mio meglio per comportarmi come ho sempre fatto.

Salite in macchina senza dire una parola, inizio il discorso chiedendole semplicemente come vanno i dolori e chiedendole notizie sulle sue ultime ore trascorse in ospedale, dopodichè le lascio il tempo per riflettere.

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