In casa siamo solo io ed Hailey;  i ragazzi, da quando ho sentito prima vagamente, sono usciti a fare la spesa.

'Insieme è meno faticoso e anche meno noioso', queste sono state le loro parole; il fatto è: o hanno in mente qualcos'altro, oppure sono semplicemente troppo pigri e si devono fare forza a vicenda per compare qualche bottiglia di latte e dei biscotti. Se ogni volta che tocca a loro comprare qualcosa devono partire in tre, prima o poi si stancheranno, ma che facciano pure, l'importante è che ci sia qualcosa nel frigo.

Sono venuta in piscina a farmi una nuotata, finalmente, ne sentivo proprio il bisogno. Amo la piscina più di quanto ami il mare, forse perchè sono sempre stata abituata ad andare meno spesso in spiaggia. È davvero rilassante nuotare di mattina, soprattutto all'aperto.

La piscina è molto spaziosa e la temperatura dell'acqua è regolabile, in questo momento l'ho messa sul tiepido tendente al freddo. Anche a quest'ora il clima all'esterno è davvero umido, ma comunque sopportabile.

Mi immergo sott'acqua e scopro con sorpresa della musica provenire dal fondale azzurro piastrellato. Riemergo e noto sul bordo un dispositivo bianco dotato di schermo, dal quale evidentemente è possibile selezionare canzoni a piacimento. A quanto pare, prima, devo aver erroneamente cliccato un pulsante attivando la musica, senza saperlo.

Dopo aver fatto diverse vasche ed essere poi rimasta semplicemente a mollo non dando nemmeno più peso alla gravità, esco e indosso l'accappatoio azzurro e le infradito, anch'esse rigorosamente azzurre.

Mi strofino rapidamente i capelli con un asciugamano giusto per non allagare la casa, rientro dal retro e mi dirigo al bagno del piano di sopra.

Indosso l'intimo, poi rimetto un altro accappatoio questa volta asciutto e scendo al piano di sotto quasi come se fossi uno zombie dirigendomi in cucina. Sono ancora talmente rilassata e tramortita dall'effetto dell'acqua che non riesco a pensare a nulla se non al fatto che mi sia venuta una fame da lupi, così sgranocchio qualche biscotto alla panna trovato nella credenza.

Dopodichè, vado in soggiorno e quasi non mi prendo un colpo vedendo Shawn stravaccato sul divano con i piedi appoggiati sul puff.

Ma da dove è spuntato? Prima non c'era, ne sono certa.

"Cavolo" lancio maledizioni sottovoce e mi copro il più possibile chiudendo bene l'accappatoio con fare impacciato.

"Ciao" mi saluta con i capelli arruffati.

"Cosa succede?" Chiedo ancora imbarazzata.

"Nulla. Sai che ti ho già vista in costume, vero?".

"Come? Sisi certo" confabulo come se la mia insicurezza improvvisa fosse dovuta a tutt'altro.

"Sono passata prima per andare in cucina e non ti ho visto".

"Io si" dice con nonchalance. Così inizia ad inquietarmi e non poco.

"Non ti è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di salutarmi? Così mi sono presa un colpo".

"È stato divertente però" mi sbeffeggia fiero di sè, sembrando tuttavia un po' stanco. È ancora in pigiama, bermuda nere e canotta grigia.

"Va tutto bene?" Chiedo sospettosa "non dovevi uscire anche tu?".

"Si, ma non mi sentivo molto bene e nemmeno Tyler è andato. Abbiamo mandato Dylan quasi con la forza" si sforza di sorridere.

"Che hai?" Chiedo cercando di non sembrare troppo premurosa, ma nemmeno troppo ficcanaso.

"Solo un po' di malditesa, nulla di che. Ora sto meglio. Cosa ci facevi fuori?".

Dreamtime's overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora