"Mi hai promesso un ballo" afferma deciso inclinando la bocca da un lato.

"No, questo non è vero".

'Promesso' è un parolone.

Intanto si alza e si dirige verso di me, per porgermi la mano. Spalanco gli occhi nel momento in cui capisco che sta facendo sul serio e sbatto le palpebre come a volermi svegliare da un sogno di cui non vorrei essere la protagonista.

"Non sei serio" rido nervosamente, ma lui non sembra volersi schiodare da lì.

"Avanti, l'hai detto prima. C'è pure una testimone" dice alludendo alla cameriera mezza svestita e facendomi sorridere, ma cerco di reprimere quella risata per fargli capire che ancora non ho intenzione di cedere.

"Non sono brava a ballare" mi difendo.

"Non importa, nemmeno io". E allora siediti bello.

"Niente da fare" non mollo "riaccomodati pure".

"Andiamo.." si gira intorno pensando forse a qualcosa da dire per convincermi. Perchè ci tiene così tanto? "Scommetto che l'universo ci manderà un segno se è destino che tu balli con me" afferma con voce buffa facendomi sorridere.

Mi metto a braccia conserte, aspettando il famigerato segno, e lui mi imita, ma nulla sembra arrivare, finchè non vediamo un cameriere dirigersi proprio nella nostra direzione.

"Salve, scusate l'attesa. Questa è la bottiglia l'acqua che avete ordinato" si scusa per poi allontanarsi.

Entrambi sconvolti, ci guardiamo come per cercare conferma dell'accaduto l'uno nell'altro. Rapidamente Shawn torna in sè  e mi porge nuovamente la mano insieme ad un'espressione soddisfatta.

Abbiamo ordinato l'acqua più di un quarto d'ora fa e le speranze di riceverla erano ormai andati a farsi benedire, visto lo scambio di battute pungenti con quella cameriera.

"Se questo non è un segno..." dice ed io mi alzo divertita afferrando la sua mano, pronta a scatenarmi.

Appena raggiungiamo la pista finisce la canzone che era in riproduzione e ne parte un lenta.

Non credo di essere psicologicamente pronta. Rimangio tutto: non sono affatto pronta a scatenarmi, non so ballare e indosso i tacchi, quindi come minimo cadrò facendomi una figuraccia.

"A che pensi?" Chiede vedendomi preoccupata.

"Nulla".

"Senti, tu pattinavi quindi un minimo saprai muoverti e poi per un ballo con me c'è solo bisogno che tu ti lasci andare e ti diverta".

Annuisco ancora leggermente incerta, ma il suo atteggiamento premuroso comincia a mettermi a mio agio.

Si avvicina e senza indugiare mi prende per i polsi e appoggia lentamente le mie mani intorno al suo collo, poi mi mi cinge delicatamente i fianchi con le braccia.


Benchè ci sia del contatto tra noi, siamo ancora abbastanza distanti.

"Avvicinati" sussurra sorridendo, avendo forse notato la mia paura.

Quel sorriso così familiare, caldo e consolatorio.

Decido di diminuire pian piano lo spazio che ci divide riposizionando bene le mani dietro al suo collo, ma a lui non pare ancora bastare.

Decidere di prendere iniziativa e quasi azzera le distanze facendo affiancare le nostre guance.

"Rilassati" sussurra al mio orecchio destro provocandomi un brivido che percorre tutta la schiena.

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