Scese da poco più di un'ora dall'aereo, la trafficata Los Angeles si apre davanti a noi in un groviglio di strade, semafori e veicoli di ogni dimensione e tipo. Il centro della città fa superbamente sfoggio della sua inevitabile popolarità, ricevendo in risposta nient'altro che esasperati suoni di clacson e sbuffi di nervosismo da parte di persone ormai ben poco speranzose di poter arrivare in orario al lavoro.
Ho fatto evidentemente male a riporre speranza nelle capacita di Hailey di poterci guidare alla casa. Mi sto facendo guidare da lei, ancora in balia del jet leg e con addosso tutto il sonno arretrato.
"Com'è possibile che non riesci a trovare la strada nemmeno con google maps?
Devi semplicemente seguire il percorso che traccia" impreco, sperando nella magica ed improvvisa apparizione di segnali che ci conducano passo passo fin di fronte all'abitazione."Sembra facile, ma non lo è. Avanti, prova tu" Mi porge il suo telefono, frustrata.
"Hailey..." la guardo male per qualche secondo "così stiamo tornando all'aeroporto, dobbiamo andare da quella parte" affermo indicando la direzione opposta rispetto a quella in cui stavamo andando.
Sbuffa riprendendosi il suo cellulare e ricomincia a camminare seguita da me.Il sacrificio fatto per mettere da parte tutti i soldi per il viaggio durante gli ultimi anni, dato da lavoretti in locali della zona, unito agli aiuti da parenti magnanimi è formalmente il mio regalo dei diciott'anni, un po' in ritardo per motivi economici ma pur sempre valido. L'attesa paga a volte, e spero che questo sia uno di quei casi.
"Muoviti, ci siamo quasi" impartisce la mia amabile sorella con la sua solita dolcezza. La realizzazione di non saper usare google maps a diciannove anni l'ha piuttosto turbata, logicamente.
"Chissà se i nostri coinquilini sono già arrivati" fa Hailey continuando a concentrarsi sulle indicazioni suggerite dal telefono.
"Cosa? Oh.." mi acciglio, per poi rispondermi da sola e realizzare di essermi dimenticata un dettaglio abbastanza rilevante.
"Tay? Ti ricordavi dei coinquilini, vero?".
"Si giusto! Me n'ero completamente dimenticata" quasi urlo fermandomi di colpo.
"Ma se lo sai da almeno sei mesi, da quando abbiamo prenotato".
"Si...non ne avevamo più parlato e ho rimosso la cosa" cerco di metabolizzare l'informazione ancora troppo fresca per la mia mente. Voglio dire, sono consapevole che per riuscire a pagare l'affitto abbiamo dovuto dividere il totale con qualcuno, quindi inconsciamente me lo ricordavo, ma di fatto non avevo realizzato che avrei dovuto condividere lo spazio con altra gente. Ero così focalizzata sulla vacanza, su di noi, da essermi dimenticata della convivenza.
"Cammina Tay, stai bloccando tutto" mi sgrida prendendomi per un braccio per svegliarmi dalla trance.
"Non sappiamo nulla vero? Chi sono, quanti sono.." domando, non così certa di conoscere la risposta.
"Nah" dice distrattamente mantenendo lo sguardo sullo schermo del suo smartphone "ma sicuramente non sono ancora arrivati perché siamo in anticipo, come sempre, quindi hai il tempo di abituarti all'idea e potremmo chiedere alla proprietaria di spoilerarci delle info".
"Giusto".
"Dovrebbe essere questa" si ferma poi alzando lo sguardo dal telefono.
Un'enorme villa bianca con tegole nere, moderna, sofisticata ed estremamente curata in ogni minimo dettaglio, elegante e splendida nella sua maestosità si erge di fronte a noi.
Un cancello bianco delimita un vasto giardino dall'erba fresca appena tagliata, il cui odore solletica ancora le narici, risvegliando dallo smog del centro e riportando la mente alla serenità e al silenzio della campagna.
Suono all'unico campanello che vedo con su scritto "Monica Byers" e subito una voce femminile risponde dandoci il benvenuto.
Dopo un pacato 'bip' il cancello si apre e passando per quello stretto spiraglio percorriamo il preciso sentiero sterrato, delimitato da piccole pietroline bianche e giungiamo davanti ad una porta già spalancata, senza trovare nessuno.
Entro seguita da Hailey, guardando a bocca aperta quello che pare essere il soggiorno, spazioso, luminoso e arredato con gusto.Delle poltrone e un divano bianco ad angolo con cinque cuscini blu di piccole dimensioni, dello stesso colore delle pareti, definiscono il centro della sala principale, affiancata a destra da una sala da pranzo con cucina, dove una signora sulla quarantina seduta al tavolo sembra intenta a svolgere delle faccende sul suo costoso pc.
Alza lo sguardo e si dirige verso di noi mostrando un ampio, amichevole sorriso ancor prima che che abbia il tempo di attirare la sua attenzione."Ciao ragazze, benvenute! Sono Monica, piacere".
"Salve, molto piacere, io sono Taylor" le stringo la mano.
"Io sono Hailey".
Ci chiede di seguirla in soggiorno e si avvicina ad un mobile in legno venato facendoci mettere le firme necessarie su alcuni documenti riguardanti l'affitto.
"Com'è andato il viaggio?"chiede impegnata a riordinare plichi di fogli dall'ignoto e immenso contenuto.
"Oh, tutto bene, grazie. È stato tranquillo" le rispondo sorridendole cortesemente.
Hailey non sembra di molte parole, sta continuando a scrutare ogni angolo della casa con occhi meravigliati."Da dove venite? Utah vero?".
"Si, da Salt Lake City. Siamo in anticipo, lo so".
"Non vi preoccupate, aspetteremo gli altri. Intanto potete accomodarvi dove desiderate. Al loro arrivo vi darò giusto qualche informazione sulla casa e sul vostro soggiorno".
Sembra molto gentile e disponibile questa signora Byers.
"A proposito" interviene la mora al mio fianco mentre seguiamo Monica in soggiorno e prendiamo posto sul divano "Ha idea di quanti siano i coinquilini?".
"Certo, sono tre...tre ragazzi se non sbaglio, scusate" indossa un paio d'occhiali mettendoli sulla punta del naso e dopo aver controllato ci da la conferma "si tre ragazzi". Oh, datemi del tu per favore, non sono poi così vecchia" annuiamo entrambe, accennando un sorriso.
Tre esemplari di sesso maschile: interessante e spaventoso allo stesso tempo.Mi domando per quale motivo la signora Byers lasci in affitto la sua casa per così tanti mesi; forse va in vacanza col marito, ammesso che ne abbia uno, o è talmente ricca che questa non è che una delle tante dimore che possiede, oppure deve viaggiare per lavoro.
Hailey continua a mangiare delle caramelle trovate in una piccola ciotola in vetro zigrinato presente sul tavolino di fronte al divano, probabilmente il più soffice e comodo del mondo.
Ogni singolo elemento nella stanza si abbina a qualcos'altro in un pregevole accordo cromatico: i cuscini e il tappeto peloso ai nostri piedi, così come le tende sono in sintonia col blu delle pareti, mentre, i mobili in legno moderno nero si coordinano con la porta d'ingresso, contribuendo a rendere l'ambiente rilassante per gli occhi ed estremamente accogliente, proprio come la proprietaria.
Un rumore proveniente dall'entrata mi distoglie dai miei pensieri, facendomi notare che la porta d'ingresso è rimasta spalancata per tutto il tempo. Qualcuno suona al cancello e Monica va subito ad aprire.
Voci maschili provenienti dal vialetto in giardino si fanno sempre più vivide, fino a raggiungerci con un modesto ritardo di circa mezz'ora, ridendo bellamente in faccia alla puntualità.
STAI LEGGENDO
Dreamtime's over
Chick-LitTaylor e sua sorella trascorrono l'estate nella meravigliosa, magica e movimentata Los Angeles, dove convivono con dei coinquilini piuttosto vivaci. Taylor viene da un periodo buio e vuole prendersi una sorta di 'dreamtime', vuole dimenticare, lasci...