Hailey non potrà coprirmi le spalle per sempre, questo è un fatto. Non potrà continuare a difendermi, a inventare scuse e a mentire per me, non posso permettere che accada e a quanto pare lei ha capito da sola che è tempo di smetterla. Non posso biasimarla per aver detto la verità, per non aver più avuto voglia di fingere per proteggermi.

Forse avrei dovuto fin dall'inizio dire quello che pensavo senza scaricare nulla su di lei e assumermi le mie responsabilità.

Ieri, dopo aver trascorso alcune ore separata dai miei coinquilini, e nel mio caso a riflettere sullo spiacevole accaduto, a tarda ora mi sono diretta dove mi aspettavo di trovare Hailey, in soggiorno, e ho affrontato la discussione che avrebbe dovuto essere affrontata già da tempo, mi sono scusata e abbiamo chiarito.

Successivamente, con la scusa di aver bisogno di un caricatore per il telefono, sono andata dai ragazzi, che come mi aspettavo erano tutti nella stessa stanza, quella di Dylan, per dare loro un'occasione per scusarsi. Fortunatamente Tyler si è degnato di chiedermi se me l'ero presa e ha ammesso che gli dispiaceva, così anche Shawn e Dylan si sono mostrati dispiaciuti di aver fatto certe battute poco gratificanti nei miei confronti.

Così ho dato un abbraccio di riconciliazione a tutti e Hailey è salita in camera con me, dove abbiamo guardato fino a tardi Friends, tanto per cambiare.

La luce candida ed abbagliante del sole filtrante dalle persiane mi ha fatto capire che era l'ora di svegliarsi, così, controvoglia, mi sono più volte sforzata di destarmi da quel sogno paradisiaco che è la notte. Cullata dalla leggera brezza proveniente dalla finestra appena socchiusa, il pacato silenzio mattutino e il soffice e cedevole materasso, mi sollevo per dare inizio a stiracchiamenti in ogni direzione.

Ho promesso a Tyler che saremmo andati a correre insieme questa mattina, ma da brava amica non mi sono nemmeno ricordata di impostare una sveglia. L'epifania di tale promessa mi da la carica giusta per fiondarsi giù dal letto, infilarmi le ciabatte e precipitarmi di sotto in tutta fretta.

La prima ed unica persona che incontro è proprio lui, che si sta preparando il caffè e incontra il mio sguardo sorridendo. Vedendo calma nei suoi occhi mi rendo conto di non essere in alcun modo in ritardo, così assumo un'aria da nonchalance, come se alzarmi a quell'ora fosse stato programmato.

'Pancake?' Chiedo col massimo numero di parole che mi è possibile usare a quest'ora.

Gli chiedo di darmi una mano, per non lasciar fare tutto a me e diventare degno di essere desiderato come marito da qualcuno, in futuro.

Mangiamo edulcorando i gustosi dolci con sciroppo d'acero, miele e cacao, accumulando l'energia necessaria per bruciare tante calorie e sopportare il caldo.

'Gli altri dormono ancora?' Domando riferendomi a quelli che oramai sono di ventata anche i suoi compagni di stanza, per quanto ne so.

'Si, direi di lasciare un biglietto così non chiamano la polizia se non dovessero trovarci'.

'Ammesso non si accorgano che non ci siamo'.

'Parla per te, io illumini la stanza, non mi si può non vedere'.

'Beh, io cucino spesso per voi, quindi se qualcuno dovesse avere fame si accorgerà che non ci sono e dovrà ricorrere all'aiuto di mia sorella, che però molto probabilmente starà ancora dormendo'.

'Ah, hai ragione'.

Aspettiamo di digerire e trascorriamo il tempo a chiacchierare di cose basilari e stupire che ci aiutano a risvegliare il cervello e prepararci ala giornata che ci attende. Una volta pronti, imbracciamo tuta e scarpe da ginnastica, ci muniamo di borraccia e occhiali da sole e diamo inizio all'avventura.

Dreamtime's overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora