LA FIGLIA DEL BOSS 2

Ho paura di perderti

Jenny:
Dopo l'ennesima litigata della settimana io ed ale finiamo a letto insieme.
Ogni volta è come sé litigassimo sapendo già come andrà a finire.
Lui è molto geloso, pure troppo.
Ieri sono uscita con una mia amica che non vedevo da tempo.
Al ritorno mi è arrivato un messaggio da suo fratello che mi aveva vista quando era venuto a prenderla.
Giuro di non avergli dato confidenza e sono abbastanza sicura abbia fatto tutto lui.
Non c'è bisogno di precisare che poi ho successivamente ammonito la mia amica per aver dato il mio numero a suo fratello.
"Jenny mi dispiace, insisteva ed io ho accettato" risponde difendendosi per telefono.
Guardo Alessandro Che ha quell'aria arrabbiata nonostante abbia appena finito di coccolarmi.
Si siede in mezzo a letto, mettendo il broncio come un bambino.
"Ho paura di perderti" confessa facendomi ridere.
Ma come può pensare una cosa del genere, lui è il mio mondo.
Ed anche solo immaginare di perderlo mi da i  brividi.
D'istinto gli accarezzo una guancia.
Posso leggere in lui il desiderio di essere rassicurato.
"Ale io senza di te mi sento persa, ma lo dicono davvero. Non potrei mai vivere senza te e non ho intenzione di farlo. Sono tornata prima ieri perché mi mancavi e credimi, il pensiero di te che mi aspetti è uno dei più belli" confesso con difficoltà, ma sincera.
Gli spunta un sorriso, uno di quelli belli.

È qui che mi domando, se è questa la vera intimità.
Confidarsi dei propri sentimenti a chi ami.
Ed io che ero convinta fosse semplicemente fare sesso.
I nostri corpi sono più uniti quando parliamo e le nostre menti sono praticamente collegate.
C'è intesa.
Ma quanto è cambiata la mia vita?!
Ma soprattutto da quando io sono così?
Me ne rendo conto anche dopo tre settimane, mettendo una mano sul pancione di santana.
Ogni giorno è sempre più emozionante.

"Quando pensi di uscire" chiedo teneramente mentre lei cerca di coprirsi sentendo il campanello bussare.
In queste settimane sono maturata tanto.
Sono finalmente riuscita a parlare di me ed ale a mamma, senza imbarazzarmi e senza sentirmi strana.
Gli ho raccontato di noi come una vera coppia.
Abbiamo poi affrontato la scuola e il diploma che prenderemo.
Tutto attorno a me sembra prendere forma e forse sbagliavo.
Pian piano ho come il desiderio di realizzarmi e sentirmi finalmente qualcuno.
Io e alessandro siamo diversi ma a tratti simili. I vari litigi non si placano mai ma a me va bene così.
Va bene così perché poi avere lui con me mi leva ogni dubbio.
Santana è quasi al termine degli otto mesi e noi siamo già li che prepariamo la borsa e sistemiamo i suoi vestitini.
Mi scende una lacrima di gioia accarezzando la stoffa davanti a me.

Poi guardo mia cugina e la vedo cosi donna.
Se mi avessero detto che Santana mi avrebbe regalato queste emozioni, questo tipo di emozione io probabilmente avrei solo riso.
E in questo momento mi sento molto mia madre.
Lei mi ha raccontato di quando zia ambra era incinta e di quanto le sia stata accanto per tutta la gravidanza.
Si avvicina a noi miguel, poi si stende vicino a Santana, mettendo la sua testa vicino la pancia.
Lascia dei piccoli baci e ci struscia la sua guancia contro.
È innamorato perso.
Sta bene, almeno cosi vedo. Il suo percorso sta continuando e sembra essere tornato alla normalità.
Svolge la sua vita normalmente e questo non può farmi che piacere.
Mi sembra ovvio dire che celine non abbandona i suoi pensieri e sono più che sicura abbia imparato a piangere in silenzio.
Lo immagino ricorda sotto la doccia o piangere da solo vicino la sua foto.
Ma questo è positivo, lo è perché vuol dire che ha imparato a ricordarla senza rendersi la vita un inferno e che quindi riuscirà prima o poi a voltare pagina.
Ecco è questa la mia famiglia.
I miei genitori sempre più felici e innamorati, pronti per finanziare il nostro primo brand di abiti da sposa.
E mark ed ambra, i miei zii.
Pronti a vivere quella gravidanza mai partorita.
Pronti ad essere nonni della piccola celine.