- twenty-eight -

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neanche il tempo di uscire dalla classe che qualcuno mi spinse di nuovo all'interno di essa, ormai vuota, chiudendosi le porte dietro in modo che nessuno ci disturbasse.

«non lo faremo in una classe minho» lo rimproverai subito, ma quando guardai meglio la sua espressione non sembrava nel mood giocoso di sempre «cos'è successo?» chiesi confuso e un po' preoccupato.

«posso parlarti un'attimo?» mi chiese con una voce soffice, confuso annuii sedendomi su un banco notando minho fare lo stesso nel banco di fronte a me «può sembrare stupido..» quella pausa non augurava nulla di buono.

«ma credo che semplicemente dovremmo smettere di parlarci o di avere qualsiasi tipo di relazione..» non so per quale motivo, ma quelle parole fecero diventare il mondo silenzioso «c-cosa intendi? perché?» stavo già andando di matto.

«penso solamente che tu possa vivere una vita migliore senza di me, non voglio fare lo sdolcinato, ma io non ti merito- c'ho pensato molto e quando ho visto il tuo sorriso mentre abbracciavi tua sorella con gli occhi pieni di lacrime..mi fece ragionare» sapevo già dove voleva andare a parare.

«non ti seguo minho» dissi cercando di mantenere la voce calma nonostante si stesse per distruggere «tu meriti di più, non voglio essere un problema- non sto dicendo che tu ti sia innamorato di me o cose del genere, ma non riesco a guardarti senza pensare a quello che ti ho fatto, quello che abbiamo fatto e tutto ciò che hai dovuto sopportare per le mie azioni infantili..so che non sarà difficile per te, ma vorrei che tu andassi avanti nella tua vita senza di me»

lo guardai, il suo capo era chino verso le sue mani che stavano giocando fra di loro e la sua gamba ballava appoggiata a una sedia qualunque vicino a lui.

non pensa veramente quelle cose, vero? non ha detto veramente quello che ha detto? magari è solo in un momento brutto- chi ha detto che non mi sono innamorato? chi ha detto che non mi sono affezionato a lui? chi ha detto che non lo amo?

ci fu un silenzio doloroso mentre lui usciva da quella stanza con il suo cappello a visiera, una felpa celine e dei jeans oversize- non sapevo cosa fare, avrei dovuto seguirlo? avrei dovuto pregarlo di rimanere? avrei dovuto farlo ragione?

l'unica cosa che feci era portarmi le ginocchia al petto e lasciare che le lacrime che stavano pregando di uscire si fecero strada sulle mie guance paffute mentre il mio respiro mi mancava sempre di più.

in quel momento sperai solo che tutto si resettasse da zero come se quello che minho mi avesse fatto non fosse mai successo, come se quella notte non fosse andato in quel club.

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