- fifty-six -

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mi sentivo meglio senza quel peso sulle spalle, nonostante hyunjin e felix fuorono gli unici a cui lo dissi non mi pesava non dirlo a seungmin e jeongin, questo mi fece rendere conto che magari non il mio lavoro non era la parte più importante della mia vita.

«a che pensi?» quasi saltai quando sentii la mano di minho appoggiarsi alla mia coscia «niente, mi rallegra solo averlo detto a quei due» io e minho eravamo appena usciti dal centro commerciale di seoul per comprare addobbi e regali di natale.

io e mia sorella non avevamo mai celebrato il giorno di natale e appena lo dissi a minho ci rimase male, quindi decise per entrambi che avremmo saltato il giorno prima della vigilia cioè oggi per fare una sorpresa a mia sorella.

«non hai detto ancora niente a tua sorella del nostro rappacificamento?» chiese una volta la luce del semaforo davanti a noi diventò rossa «no, le avevo chiesto di evitare l'argomento» confessai un po' imbarazzato.

«ti dava così fastidio?» mi chiese guardandomi negli occhi, non volevo rispondere e fortunatamente il mondo mi capì «è verde» minho così torno attento alla strada.

«non avevi detto di voler cambiare casa?» lui cambiò argomento capendo che non avrebbe mai ricevuto una risposta alla sua domanda «non ho ancora confermato nulla, credo di dover guadagnare ancora un po'» lui mi rispose con un mugolio per poi parcheggiare e scendere dall'auto insieme a me.

«portiamo la roba dentro e poi preparo il pranzo» effettivamente si era fatta ora di mangiare e manco me ne ero reso conto, così portammo regali e addobbi all'interno dell'appartamento per poi mettermi ad ammirare le skill di cucina di minho.

«ho una domanda» spezzai quel silenzio che avevo creato per quanto fossi ipnotizzato dallo sue mani «si, i pinguini hanno le ginocchia» minho rispose predicendo la mia domanda, però sbagliando.

«no, noi due stiamo insieme?» minho alzò il capo finalmente guardandomi «ceh- sono il tuo ragazzo e tu sei il mio o...» puntualizzai stressato nel mentre lui appoggiava coltelli e verdure avvicinandosi a me, che come al solito sedevo sul piano cucina da lui non usato.

«se la domanda ti dà fastidio non devi rispondere ceh- prenditi il tuo tem-» minho fermó le mie paranoie posando le sue labbra in modo dolce sulle mie «sei di mia proprietà, di nessun altro» prese fra le sue mani le mie guance guardandomi negli occhi.

«e tu sei mio?» chiesi con un sorriso soffice sulle labbra «mi hai mai visto trattare una persona come tratto te?» feci attaccare di nuovo le nostre labbra in un bacio dolce per poi abbracciarmi a lui «non allontanarti mai più da me, non sei un pericolo» lo strinsi a me.

«posso continuare a cucinare o digiuniamo?» rise lui nel mentre allentai la presa «hai ragione» ridacchiai imbarazzato.

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buon natale i guess

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