mask-

- fifty- three -

mi svegliai fra la braccia di minho, risi pensando a come ci eravamo divisi il suo pigiama: io gli rubai la maglia oversize, invece lui indossava solo il sotto che darebbero dei semplici pantaloni grigi.

mi feci più piccolo fra le sue braccia sentendo freddo, fin quando la sua sveglia suonò svegliandolo dal suo sonno tranquillo «è di nuovo lunedì?» mi lamentai ricordandomi che effettivamente dovevamo andare a scuola ed erano le sette di mattina.

«buongiorno anche a te» minho sussurrò con la voce roca riabbracciandomi dopo aver spento la noiosa sveglia «cosa desideri per colazione?» mi chiesi con la voce roca attacco al mio orecchio.

«non lo so» mi girai verso di lui per far combaciare le nostre labbra in un bacio dolce stringendomi a lui, capendo il mio messaggio lui mi morde il labbro per poi ampliare il bacio con la lingua facendomi ansimare dalla sorpresa.

cercai di riattaccarmi a lui una volta che stacco le nostre labbra lasciando un filo di saliva «vai a prepararti, non mi farò intralciare la carriera solo perché ti viene un erezione per un semplice bacio» disse sedendosi sul letto dandomi la schiena, e che schiena.

prima che potesse alzarsi attaccai le labbra sulla sua spalla lasciandoci dei baci che proseguirono fino al collo per poi passare alla spalla opposta lasciando delle tracce violacee «jisung» mi rimproverò «va bene va bene» sbuffai portandomi le coperte al collo nel mentre lui si alzava e tirava fuori dei vestiti dall'armadio «vestiti e poi vieni in cucina, sempre se non ti perdi» si prese gioco di me per poi chiedersi la porta alle spalle.

mi vestii con i suoi vestiti più comodi per poi scendere le scale seguendo il buon odore di pancake, ma mi fermai di scatto quando vidi una donna in cucina insieme a minho.

entrato in cucina lui mi guardó con gli occhi spalancati «tesoro, chi è lui?» guardai minho con disgusto, tornai su per le scale infuriato sbattendo la porta di camera sua sentendo i suoi passi seguirmi.

«han! apri la porta» lo sentii girare la maniglia che avevo chiuso a chiave «mi fai schifo minho, vattene» dissi con la voce rotta, mi spaventai quando sentii la porta aprirsi con un tonfo rumoroso, minho aveva rotto la serratura entrando e richiudendosi la porta dietro.

«mi stai prendendo in giro vero?» chiesi in modo ironico «jisung-» scansai la sua mano dalla mia «ed io che pensavo di avere una relazione stabile, ingine non è colpa tua, non stiamo ufficialmente insieme- avrei dovuto pensarlo prima, c'era un motivo per cui non mi avevi mai chiesto un appuntamento o mi avevi chiesto di essere officialmente il tuo fidanzato» iniziai a parlare senza pensare.

«han fammi parlare» cercava di calmarmi «faccio di tutto per te, pensi che non mi abbia dato fastidio il fatto che tu ti sia fatto il tuo migliore amico?!» portai le mie mani davanti alla faccia quando lo vidi alzare le mani e urlare «JISUNG STAI ZITTO CAZZO» dai miei occhi iniziarono a svendere lacrime nonostante essi fossero sbarrati per la paura.

abbassai le braccia che avevo mosso per paura, per poi notare gli occhi di minho riempirsi di lacrime «è mia madre jisung.» i miei sensi di colpa si fecero strada nel mio stomaco creando un nodo, non respirai per un po'.

«pensavi davvero che ti avrei picchiato?» sentivo la delusione nelle sue parole «m-mi dispiace, hai alzato la voce e pensavo che..» sentii il respiro mancarmi sempre di più segno di un attacco di panico.

mi calmai sentendo il calore di minho avvolgermi appoggiando la sua testa sulla mia spalla, così feci anch'io «respira insieme a me» sentii il petto di minho abbassarsi ed alzarsi lentamente così seguendolo cercando di placare il mio irregolare.

«non ti farei mai del male, non di nuovo jisung» mi strinse a sé una volta che il mio respiro tornó normale, mi allontanò dall'abbraccio asciugandomi le lacrime e asciugando le sue «andiamo a conoscere mia madre?» mi chiede con un sorriso e io annuii leggermente ancora sul suo petto nudo.

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i traumi