SCARAFAGGI

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Lisa tese l' orecchio , speranzosa di cogliere le voci di altri come lei rinchiusi in quella gabbia di pochi metri . Non sembrava possibile che dall' esterno nessun rumore flebile riecheggiasse nel corridoio . Si costrinse a trascorrere un' altra notte insonne , all' erta come una sentinella . La luce flebile del neon illuminava a malapena la cella e ben presto senza preavviso si sarebbe spenta anche quella , lasciandola nell' oscurità .

Il sonno ebbe ben presto il sopravvento e la catapultò in un vortice di angosciosi incubi da cui fu ridestata con irruenza . La sirena l' avvertiva della riconsegna dei piatti sudici e avrebbe atteso l' apertura di quel dannato sportello per domandare del colonnello Ed .

Lo sportello si aprì con estrema rapidità e Lisa prima di riconsegnare i piatti supplicò con tutta la voce che aveva in corpo un colloquio con il colonnello , ma lo sportello si richiuse così rapidamente da non consentirgli di vedere nulla all' esterno e soprattutto ricevere il vassoio col pasto .

Avrebbe trascorso ore senza cibo nell' attesa di un nuovo allarme consapevole che quel vassoio con quelle due ciotole era l' unico tramite con il mondo esterno .

Stare sempre all' erta era una forma di tortura in grado di logorare corpo e mente a chiunque , anche ai più tenaci .

Percosse le pareti della cella con i pugni fino a farsi male e quando ormai le forze andavano scemando ,dal foro in alto ,una blatta del diametro del quadrante di un orologio cadde a terra accanto ai suoi piedi suscitando in Lisa un ribrezzo inenarrabile .

Salì in piedi sulla branda mentre l' insetto immobile al centro della cella pareva osservarla .

Lisa sopraffatta dal disgusto comprese che non aveva modo di allontanarla se non afferrarla a mani nude oppure utilizzare i piedi scalzi e cacciarla nello scarico della turca .

Osservò il vassoio metallico e seppur l' idea gli apparisse rivoltante constatò che era l' unica cosa fattibile , l' avrebbe lentamente accompagnata allo scarico . Ridiscese dalla branda e si avvicinò cauta mentre l' enorme insetto dal guscio lucido e nero era immobile , quando dal foro in alto un' altra blatta precipitò al suolo sfiorandole la schiena .

Il ribrezzo la scosse con impeto , brividi le attraversavano l' esile corpo provato dai precedenti stenti e sentiva le forze scemare. Il pensiero che in quella zuppa disgustosa qualcuno diluisse dosi di sedativi per stordirla iniziò a prender forma , occorreva trovare altre strategie per sopravvivere anche a costo di non mangiare .

Il panico le si attorcigliò in gola quando si accorse che la branda era saldata al pavimento , chiunque fosse stato ad ideare quella cella non poteva che essere un pazzo sadico .

Non aveva alcuna possibilità di arrivare a tappare quel foro , mentre i singhiozzi la scuotevano sistemò la ciotola della zuppa all' imbocco dello scarico e si risolse ad affrontare la fame pur di non dover fronteggiare chissà quali bestie capaci di risalire da quelle tubature .

Il succedersi delle sirene non le importava più , aveva ben altri demoni da combattere .

La privazione di sonno , cibo ed acqua la prosciugò lasciandole solo il costato e la testa rasata a far bella mostra di sé , privandola di quell' ultimo briciolo di dignità che ancora possedeva .

Si raggomitolò sulla fredda brandina e si abbandonò al delirio.

Quando riaprì gli occhi centinaia di blatte occupavano ogni spazio libero del pavimento della cella , ma lei non le vedeva più . Sorrise pensando a Jason e alla sua amata Ederville .

Alle tre e undici , un' anonima notte come tante , Lisa richiuse gli occhi per sempre mentre il suo cuore pompava l' ultimo getto di sangue .

La sua permanenza in quel cubicolo era durata soltanto due settimane.

Quando venne aperta la cella il giorno successivo al decesso , del suo corpo emaciato ormai ne era stato fatto scempio .

I due energumeni che l' avevano condotta lì dentro rinchiusero quello che restava di Lisa dentro un sacco grigio e la trasportarono coperta da un coperchio metallico lungo un corridoio stretto e buio che odorava di muffa e fognature .

Il cigolio delle ruote del carrello adibito al trasporto delle salme sfumò in lontananza , mentre le guardie della sezione IRRECUPERABILI non parevano affatto turbate da quell' alito di morte che gli soffiava accanto .

Una porta metallica scura si aprì e un tizio si palesò all' ingresso .

"Lasciatela qui in attesa . E' tutto pieno , è da giorni che lavoriamo senza sosta . "

La porta si richiuse mentre Lisa attendeva il suo turno accanto ad altri sacchi.

Il crematorio di HOME OF SILENCE l'avrebbe incenerita e di lei e del suo breve passaggio nel mondo non sarebbe più rimasto nulla .

Jason non aveva fatto in tempo a rivederla . Trascorse la sua prima notte a Seaport ignaro del suo decesso , nel piccolo appartamento di Al e della sua famiglia , oramai vuoto dopo il loro tragico naufragio.

Un sonno agitato popolato da incubi e affannosi risvegli , tutto reso ancor più duro da un' intensa afa e l' aria maleodorante che avvolgeva tutta la città di Seaport .

Forse quello era davvero l' inferno .

L' alba non sarebbe tardata ad arrivare ed il suo primo giorno da cittadino sarebbe stato un salto nel buio. Paul Garson responsabile del comitato di quartiere l' avrebbe atteso per fornirgli indispensabili consigli per muoversi da clandestino .

Jason era un ribelle , per giunta non censito , ma per lui il lavoro poteva rappresentare uno strumento per arrivare a Lisa .

Vivere da emarginato , senza un reddito e nessuna prospettiva per il futuro era impensabile , ora che aveva rischiato tutto per Lisa e trovarla , ricominciando la loro nuova vita altrove , era un obiettivo difficile ma raggiungibile .

Jason osservò le finestre dell' immenso complesso immobiliare , trovando una spiegazione al nome del quartiere Termitaio . Centinaia di piccole e anonime finestre , l' una accanto all' altra , dietro i vetri migliaia di disperati , a cui diventava impossibile attribuire un' età ed un' identità . Apparivano tutti svuotati e rassegnati , Jason ebbe un fremito all'idea di diventare come loro .

Paul l' indomani lo invitò ad entrare nella sua tana , gli strinse con vigore la mano mentre Jason si guardava intorno . Era il suo quartier generale, quello da cui quei disperati organizzavano la loro resistenza , costretti a riadattare le loro vite e i loro spazi a regole spietate .

"Ti faccio vedere come ci siamo organizzati , il Termitaio é indipendente e fiero .Non ci manca niente , nemmeno la voglia di lottare " . Paul era convinto delle sue parole e Jason ne fu elettrizzato .

Non era solo a Seaport e soprattutto aveva bisogno della giusta carica per ritrovare Lisa.

Peccato per lei oramai fosse troppo tardi . A breve ne sarebbe rimasta solo cenere .


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