EPILOGO

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Sam trascorse diverse settimane  in ospedale , impegnato a riprendere tono muscolare  e vigore , recuperava  lentamente ,  però   il giorno della dimissione quando giunse   non lo trovò  pronto .

Quel piccolo microcosmo che per settimane l' aveva  accolto , era divenuto rassicurante  a tal punto  che  spiccare il volo  l' atterriva .

Sam non aveva  nessun familiare , Telma e Ramon  l' avevano cresciuto come  il  figlio  che non avevano mai avuto ma  l' oceano li aveva inghiottiti  da mesi , lasciandogli solo il cognome a rammentargli il legame che li aveva uniti . 

L' assistente sociale  si era occupata di fornirgli un alloggio in una struttura  ed  un' adeguata istruzione , Sam aveva solo quindici anni sebbene  il  vissuto non  fosse quello di un   suo coetaneo .   Impensabile credere che  senza un aiuto esterno se la sarebbe potuta cavare da solo in una terra non sua .

Il pomeriggio  che lasciò l' ospedale , l' accolse  una ventata d' aria fresca  appena varcato l' uscio  ,   si sentì  sollevato , perché non era per nulla simile al tanfo di Seaport.

Era un buon inizio  perlomeno .

Il traffico cittadino  era piuttosto ordinato,  svariati  modelli di  automobili  transitavano sul  viale  che costeggiava l' ospedale  e mentre salì sul mezzo che l' avrebbe condotto al suo nuovo alloggio fu piacevolmente colpito dai numerosi ed eleganti negozi   le cui vetrine affacciavano sul lungo marciapiede alberato .

Era tutto così pulito e sfavillante  , persino le persone che attendevano ai semafori  , indossavano   raffinati completi   e sotto braccio  portavano le loro borse di pelle , sembravano uscite da riviste patinate  .

Tutto era troppo bello  ma Sam ne era spaventato .   Qual' era il suo posto in un mondo come quello ?
Era forse destinato a sentirsi fuori posto ovunque?
I progetti per il suo futuro che l'avevano sostenuto per tutta la durata della tragica traversata con Telma e Ramon , adesso sembravano sfumati .
Esser sopravvissuto a Leo ed Erik ,suoi coetanei, era un privilegio che non ammetteva tentennamenti.
Avrebbe dovuto giocarsi la vita modellandola come creta, senza rimorsi e timori , c'era un prima e un dopo Seaport,a separarli un oceano Blu  che solo chi l'aveva sfidato sapeva quanto poteva essere vivo e spietato.
Sam , giunto alla sua nuova casa,una struttura moderna che accoglieva giovani provenienti da ogni parte del mondo in cerca di nuove opportunità per spiccare il volo ,si accorse di quanti come lui condividevano la stessa sorte.
Le prime settimane trascorse notti insonni ad osservare dalla finestra l'oceano.
Per uno strano scherzo del destino la finestra di camera sua mostrava in lontananza le luci del porto , le gigantesche strutture metalliche e le portacontainer così simili al porto di Seaport.
Con il tempo si abituò alla vista, perché Rotterdam non aveva nulla in comune con Seaport.
Ritornò sui banchi di scuola per imparare un mestiere, non ci aveva mai pensato ma cucinare gli piaceva  , eccome.
Anni dopo, quando lasciò la struttura che l'aveva accolto aveva già le basi per un futuro solido.
Lavorava nelle cucine del prestigioso " Garden Cuisine "di Rotterdam come aiuto chef.
Il ristorante era un punto di riferimento per gli uomini d'affari che transitavano per la città, mai Sam avrebbe potuto sognare che un giorno avrebbe cucinato per coloro che avevano distrutto i sogni della popolazione di Seaport.
Una sera il ristorante ospitò Paul Envard , un tempo ministro dell' economia dello stato di Terra Nueva e Zac Hammer , già capo della polizia governativa di Seaport ed ora in cerca di fortuna in Europa.
Cenavano indossando i loro abiti eleganti, mentre il sommelier serviva  con cura pregiati vini  d'annata.
La vita ancora una volta non smetteva di sorprenderlo .
Questa volta a separare Sam dal suo passato c'era solo una sottile parete della cucina di un ristorante.
Sam forse non lo sapeva  ma  aveva vinto comunque .

Un pomeriggio mentre entrava in un  negozio  che un tempo avrebbe solo potuto  osservare da lontano , un mendicante seduto ad un lato del marciapiede ricoperto di stracci attirò la sua attenzione . Aveva un occhio coperto da una benda  , mentre l' altro era grande e di un blu vivido come   quello ci Greg , capitan Monocchio che lasciò Seaport anni prima e di cui più nessuno aveva avuto notizie . 

Osservò la sua mano tesa , mendicare pochi spiccioli che  lasciava cadere in una ciotola  di metallo .  Sam sfilò dal portafoglio una banconota da dieci dollari  e la  porse all' uomo .

Il tizio  sollevò lo sguardo , l' occhio lucido si sgranò ancor più e  con una voce  profonda mormorò : " Grazie , signore ." 

Sam trasalì  , ne era quasi certo , era capitan Monocchio . 

Si ripromise  di ripassare appena uscito dal lavoro , non poteva ignorarlo , doveva pur sdebitarsi col destino .

Ritornò ancora i giorni successivi ma del tizio  nessuna traccia .

Nulla servì chiedere  in giro , sembrava  svanito  nel nulla  . Forse  inghiottito   dall' indifferenza e dalla frenesia del mondo , oppure semplicemente sbiadito  come una vecchia fotografia . 

Saperlo  per strada  , lui che aveva lasciato Seaport  con uno slancio che aveva stupito tutti,  era per Sam  una pugno nello stomaco . 

Doveva per forza rassegnarsi  a non avere una risposta  e  guardare  avanti , mollando gli ormeggi da uomo libero .





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