The Perks of Being a Young Adult

Prendere la patente

Se vivi in mezzo al nulla, i mezzi pubblici praticamente non esistono e non hai chi ti scarrozza in giro, una volta compiuti 18 anni ti iscrivi alla scuolaguida per prendere la patente.

Scuolaguida:
Posto che ti chiede un rene per imparare a guidare e che ha orari che non coincidono minimamente con quelli degli autobus.

Io ho preso la patente (ci ho messo un anno, ma l'ho presa) e posso assicurarvi che la scuolaguida è un covo di disagio.

Da me ci sono due istruttori, che chiameremo Misogino e Santa. Ho fatto una sola guida col Misogino e mi sono saliti gli istinti omicidi, quindi la Santa mi ha adottato come sua protetta e mi ha fatto lei le rimanenti.

Capiamoci, non che lei fosse poi così tenera, ma almeno aveva pazienza e non mi parlava come se fossi una decelebrata.

E poi c'era il giorno dei pagamenti, che per me coincideva 9 volte su 10 col giorno in cui si rinnovano le patenti dei camionisti.

Io non ho niente contro i camionisti, credetemi, ma io ho incontrato certi barbari che Vercingetorige si vergognerebbe.

Racconto un aneddoto non molto simpatico.

Nella saletta d'attesa c'erano dei divanetti a tre posti e io finivo puntualmente in mezzo a due omoni.

Tutto okay, fino a quando non sentivano la necessità vitale di aprire le gambe e schiacciarmi peggio di una noce.

Una volta mi sono scocciata e mi sono messa a fare la fila in piedi perché non ne potevo più.

Ad un certo punto si avvicina questo omone di due metri e si mette a farmi domande inopportune. Per fortuna che poi è arrivato il mio turno, perché mica ci riuscivo a scollarmelo.

Probabilmente però io attiro le teste di cavolo, perché anche il mio esaminatore era un essere del genere.

In ogni caso, adesso ho la patente (alla faccia di chi diceva che non ci sarei mai riuscita) e me ne vado in giro col Rottame, ovvero il catorcio che mia madre usava fino a qualche anno fa.

Tutto bene, no? Ormai ho preso la patente, tutto a posto.

Col cavolo.

Nessuno rispetta le leggi della strada e guidare con mia madre è una sofferenza atroce.

Ma su questo farò un capitolo ad hoc.