Come avrete intuito dal titolo, questo sarà un capitolo molto personale e chiedo già scusa in partenza per lo sfogo.
Per chi non lo sapesse, lo scorso dicembre, dopo quattro anni di suppliche ai miei, ho finalmente iniziato ad andare in terapia perché ho trovato una psicologa gratuita al consultorio della mia zona. Visto che, però, sta a Roma, io non la vedo da giugno e la mia salute mentale non ha apprezzato, soprattutto considerando che sono dai miei e sono appena uscita da una relazione di dieci mesi non molto sana.
Tutti quanti ormai a casa sanno che ho problemi di testa (così li chiamano loro), ma la cosa davvero divertente è che nessuno li prende sul serio.
Anche se in passato e di recente sono successi eventi molto poco piacevoli che, se avessi avuto dei genitori normali, ora sarei in una comunità o in una clinica psichiatrica.
Ma sto divagando.
Il punto è che, nonostante io stia cercando il più possibile di lavorare su me stessa e non ricadere in vecchi schemi malsani, mia madre non perde occasione di sottolineare quanto io sia, nell'ordine, una figlia ingrata, egoista e cattiva.
Tipo stasera a cena, quando Miot ha raccontato di come uno dei suoi amici oggi abbia fatto da babysitter alla sorellina nata da poco e mia madre, con tutta la nonchalance del mondo, mi ha detto che dovrei ringraziarla perché non ho dovuto fare lo stesso con mio fratello.
Peccato che quando Miot è nato io avevo quattro anni, quindi lasciarmi a fare da babysitter a un neonato sarebbe stato abbandono di minore. O che è successo più avanti che fossi io a dovermi prendere cura di mio fratello, anche se ero in condizioni davvero indicibili, perché lei non era capace di fare la madre.
O del fatto che mio padre, Genitore 2, suo marito, tenga più in considerazione la mia opinione che la sua o che chieda a me di fare quello che lei non vuole fare, come accompagnarlo a Padova per fare dei controlli medici o andare al patronato e risolvere problemi con l'INPS.
Tra me e mia madre passano esattamente trent'anni, eppure a quanto pare la persona matura sono io. La cosa mi fa incazzare a morte e mi fa venire voglia di devastare qualcosa, ma resto calma.
Resto calma perché altrimenti dovrei uccidere qualcuno, non sto scherzando. Però non posso stare troppo calma o stare sul divano a leggere e far finta di non esistere, altrimenti "batto la fiacca" e mi trova ottocento cose da fare.
Perché a casa mia non è lecito che una persona stia male dopo essersi lasciata dopo quasi un anno di relazione, no, deve rimboccarsi le maniche e pulire casa perché lei è troppo impegnata ad andare a farsi le unghie e vedersi telenovele turche.
Però ehi, ricordiamocelo: il problema sono io.
Secondo me lunedì dalla psicologa manco riuscirò a parlare, starò tutto il tempo seduta a guardarla, piangere e sentirmi ripetere per la trecentesima volta che i miei genitori sono disfunzionali, che sono fin troppo matura e responsabile per la mia età e che devo guardare tutti i traguardi che ho raggiunto nonostante tutto.
Detta così sembra una pessima psicologa che ripete cose ovvie, ma abbiamo appurato insieme che, finché sto dai miei, questo è l'unico modo in cui lei può aiutarmi. Quando me ne andrò ci concentremo sul guarire, ricostruire la mia autostima e gestire gli effetti collaterali dell'essere nata nella mia famiglia.
Il che è davvero triste anche solo a pensarlo, perché "famiglia" dovrebbe essere un posto in cui sentirsi amati, accettati e al sicuro, non le persone da cui vuoi fuggire e che ti fanno sentire solo una merda vivente.
Ovviamente, manco a dirlo, nessuno è contento che abbia vinto l'alloggio universitario e mia madre già preme che dobbiamo vederci almeno una volta a settimana e sentirci quasi tutti i giorni.
Piuttosto mi sparo e non scherzo.
Perché, ricordiamolo ancora: il problema sono io, figlia ingrata, egoista, cattiva e blablabla.
Meglio se vado a vedere Bake Off, vah.
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The Perks of Being a Young Adult
HumorQuando sei piccolx, non vedi l'ora di diventare un adulto e vivere la tua vita come cavolo ti pare e piace. Poi diventi maggiorenne, finisci il liceo e sbatti la faccia contro la realtà: essere adulti fa schifo, soprattutto se, in fondo, sei ancora...