Discorso serio (per una volta)

63 9 2
                                    

Sarò sincero: non sapevo se fosse davvero il caso di scrivere questo capitolo, un po' perché è molto fine a se stesso e un po' perché poi io mi ci incazzo. Non è mia intenzione minimizzare, né tantomeno affermare che tutta la rabbia espressa sui social sia esagerata: sono incazzata a bestia pure io e penso che non ci sarà mai abbastanza sensibilizzazione al tema da evitare che casi come questo si ripetano ancora e ancora.

Stamattina mi sono svegliata, sono andata su Instagram e ho trovato duecentomila cose tra storie e post contro la violenza sulle donne - così come ieri e l'altro ieri, da quando è successo il caso di Giulia Cecchettin (che penso ormai sappiate tutt*). In particolare, ieri una mia collega dell'università aveva pubblicato una serie di storie in cui esprimeva il suo punto di vista (ovviamente femminista e pieno di buonsenso) sulla faccenda e stamattina ha postato i messaggi che certi soggetti di sesso maschile le hanno inviato in risposta a quelle storie.

Potete immaginare voi lo schifo che mi sono ritrovata a leggere, ma non è questo il punto che mi ha fatto davvero incazzare - perché al peggio non c'è mai fine.

Quello che mi ha spinto a scrivere questo capitolo è che più di una persona ha intelligentemente scritto che è compito della scuola educare i ragazzi alla parità di genere, come se il 25 novembre non ci sorbissimo tutti gli anni la tiritera su "la violenza sulle donne è sbagliata", "ragazze, denunciate, chiedete aiuto", "ragazzi, le vostre fidanzate hanno i vostri stessi diritti" e tante frasette che nel concreto non servono ad un cazzo.

Il punto è che possiamo fare tutta la sensibilizzazione di questo mondo, ma se io torno a casa e mi tocca aiutare mia madre a fare le faccende mentre mio padre e mio fratello stanno squagliati sul divano è tutto un cazzo. Così come è tutto un cazzo quando sento certi genitori - compresi i miei - giustificare la disuguaglianza tra fratelli e sorelle con "perché lui è maschio" e "perché tu sei femmina" o quando mi raccontano storie di ragazze che hanno provato a parlare di quello che passavano e non sono state credute perché "ma è un così bravo ragazzo, è di buona famiglia".

Bravissimo ragazzo, le faceva pure i biscotti, eppure Filippo l'ha ammazzata, Giulia. E non usassero la scusa del raptus di rabbia, perché la gente si arrabbia tutti i santi giorni e non ammazza per questo - e non scappa in Germania subito dopo, 'sto disgraziato.

C'è pure chi ha avuto le palle di dire che quello che è successo è una tragedia, ma Giulia [inserire qui qualsiasi frase del tipo "non doveva restare sola con lui se sapeva che era fatto così", "avrebbe dovuto evitarlo" etc.]. Siamo arrivati al punto per cui le ragazze non devono fidarsi di nessun individuo di sesso maschile (compresi padri e fratelli, considerando cert'altri fatti di cronaca agghiaccianti) però la "colpa" è loro, che "se la sono cercata" e "dovevano stare più attente", non di quei "bravi ragazzi" che le hanno ammazzate perché, poverini, "erano innamorati", non accettavano che la storia fosse finita e cazzate di questo tipo.

"La scuola dovrebbe insegnare che" stocazzo: la scuola in Italia non conta più un cazzo (c'è un'ignoranza in giro che mi terrorizza ogni volta) e fa fatica a dare un'educazione superiore decente. E quel poco che riesce a fare viene distrutto non appena i ragazzi tornano a casa.

Non dico che tutte le famiglie trasmettano un messaggio del genere: ci sono migliaia di ragazzi lì fuori che si sono indignati quanto le ragazze per quello che è successo. Ma ce ne sono molte altre migliaia che hanno il coraggio di scrivere che noi ragazze "non riusciamo a capire i bisogni e le necessità degli uomini, quindi dobbiamo capire il punto di vista di Filippo ed essere più obbedienti" (ci tengo a dire che la mia collega dell'università ha segnalato questo soggetto alla macchina di Instagram).

Mia madre mi prende in giro perché ho paura di uscire con un ragazzo, ma è la stessa persona che mi cazzia quando metto la gonna perché "in metro poi attiri troppo l'attenzione" e non vuole che resti da sola con Ninja perché "non si sa mai". E a volte pure io ci penso tre volte prima di mettermi la gonna se so che devo prendere la metro perché mi sono successe cose quando ero vestita da uomo, quindi figuriamoci se non c'è il rischio se mi vesto da ragazza!

Però, ricordiamocelo: gira che ti rigira, in qualche modo la responsabilità è sempre di noi ragazze e i maschi, beh, "sappiamo come ragionano", "sono fatti così", "manco se ne rendono conto di star facendo qualcosa di sbagliato".

E allora educate i vostri cazzo di figli, così almeno non ci ammazzano.

The Perks of Being a Young AdultDove le storie prendono vita. Scoprilo ora