(spero che its_fucking_Charlie non mi chieda il copyright per il titolo <3)
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Questo sarà un capitolo sull'amore, o meglio su quello che per me è l'amore. Ho pensato di scriverlo e pubblicarlo a San Valentino come una sorta di speciale, ma credo che sia molto più giusto che venga pubblicato oggi. Presto capirete il perché.
Come molti di voi già sapranno, non sono cresciuto in una famiglia amorevole e ho avuto molta sfortuna sia in amicizia sia nelle relazioni. Mi sono sempre chiesto perché le persone facessero le cose "per amore" o che senso avesse mettere da parte la logica e scegliere sulla base dei propri sentimenti.
In tutta sincerità, fino a due anni fa credevo di essere incapace di amare qualcuno, in qualunque accezione del termine "amore" - amicizia, amore romantico, attrazione sessuale, affetto. Se c'è una cosa per cui devo essere grata alla mia precedente relazione è il fatto di avermi aperto gli occhi su questo: io sono in grado di amare, erano le persone che avevo intorno a non essere in grado di vedere il mio amore. E questo è stato solo l'inizio di un percorso per imparare a distinguere l'amore vero da quello falso e malato.
In questi ultimi mesi ho riflettuto molto a riguardo - un po' perché la mia psicologa mi sta aiutando a far luce sulla natura di certe mie relazioni, un po' perché mi è capitato di guardare parecchi film romantici su consiglio di un mio amico dell'università - e non ho fatto altro che ripensare ad una lezione della mia professoressa di greco del liceo. In attico non esiste una sola parola per il termine "amore", bensì ce ne sono circa una decina, ognuna con una sfumatura diversa, tra cui:
- philia per l'amicizia profonda,
- agape per l'amore incondizionato e quello coniugale,
- eros per l'amore fisico e l'attrazione sessuale,
- storghe per l'amore familiare,
- mania per l'amore ossessivo.Nella mia vita ho avuto la fortuna di provarli tutti per qualcuno o qualcosa, ma più andavo avanti con l'analisi e l'esperienza e più mi rendevo conto che le uniche forme d'amore che ho ricevuto sono state philia e in una qualche misura mania e eros. Non a caso sono le uniche forme non esclusive di amore citate nell'elenco: si può essere amici di più di una persona, si può essere attratti da più di una persona, si può essere ossessionati da più di qualcosa, ma agape riguarda solo il proprio partner e storghe riguarda solo la propria famiglia, che sia di sangue o scelta. Non mi maledicano i poliamorosi: sto affrontando il discorso dal mio punto di vista, ovvero quello di una persona monogama.
Storghe ti porta a scegliere chi è famiglia e chi no. Agape ti porta a scegliere chi è la persona che più ami in senso romantico e/o sessuale. Entrambi possono essere distorti a tal punto da essere considerati "amore" anche quando ti soffocano e ti fanno stare male, di qui tutti i miei problemi con l'amare e l'essere amato.
Mi ci è voluto un po' per capire che una visione del genere mi faceva solo soffrire e pertanto ho fatto quello che la mia psicologa mi ha insegnato: cambiare punto di vista e cercarne uno in cui il mio ruolo non fosse solo quello della vittima, non tanto per evitare il vittimismo (che tra l'altro ho sempre odiato) quanto per vedere gli aspetti positivi della situazione.
Non amo me stesso, ma sto imparando a volermi bene; in compenso, io amo le persone e so farle sentire amate. Non sono perfetta, ma so essere un'ottima amica e gli amici che mi sono trovata negli ultimi mesi mi stupiscono ogni volta con l'affetto che provano nei miei confronti. Sono in grado di avere una relazione romantica e/o sessuale con qualcuno, ma l'unico qualcuno che ho avuto finora non è stato in grado di averne una con me. Non perché io sia sbagliata, non perché sia sbagliato lui, non perché siamo sbagliati noi, ma semplicemente perché le cose non hanno funzionato per mille motivi - parte della responsabilità è mia, parte della responsabilità è sua, il resto è stato il risultato delle contingenze. E quello che ho imparato da questa esperienza è stato che io sono in grado e voglio avere una relazione, ma non è questo il modo in cui voglio averla e soprattutto forse non è il momento giusto per qualcosa del genere.
Questo, ho capito, è il momento della mia vita in cui l'unico amore di cui ho davvero bisogno è storghe e non è affatto un caso se i miei amici, più stretti o meno, stanno diventando la mia seconda famiglia. Potrei scherzare per la centesima volta sul fatto che ho adottato una decina di introversi, che sono la mamma del gruppo e che considero tutti fratelli o una specie di figli, ma per una volta voglio essere onesta con me stessa e dire le cose come stanno: io non ho avuto una madre, né tantomeno una famiglia degna di questo nome, e sto cercando inconsciamente di ricostruire quello che io non ho avuto e assicurarmi che chiunque possa sperimentare quella forma d'amore - storghe o l'amore materno o comunque voi lo vogliate chiamare - che io sto iniziando a sperimentare solo ora.
E tutto questo l'ho realizzato oggi parlando prima con il mio nuovo psichiatra e poi con Calliope: nel giro di mezz'ora, un completo sconosciuto è riuscito a capire che sono cresciuto senza amore dopo appena due domande sui miei genitori e la mia infanzia; la mia migliore amica ha commentato un discorso sentimentale che io ritenevo stupido con "Questa è la prima volta che parli di questo [l'amicizia] come se fossi un normale essere umano" - e l'ha detto con l'espressione più orgogliosa e felice che io le abbia mai visto.
Ho deciso di pubblicare questo capitolo oggi e di non conservarlo per San Valentino anche per questo: oggi ho realizzato quanto l'amore - o meglio l'assenza d'amore - abbia segnato la mia vita e quanto tutti i miei sforzi per stare meglio e avere finalmente una vita normale mi portino a cercare qualcuno da amare e da cui essere amata.
Domani inizierò a prendere antidepressivi. So che ci vorrà almeno un mese perché facciano effetto e che probabilmente comincerò a stare davvero bene solo a primavera, ma è comunque un punto di svolta nella mia vita: se a quindici anni, quando ho dovuto affrontare da sola il mio primo episodio depressivo, mi avessero detto che da lì a cinque anni avrei avuto un'intera equipe ad aiutarmi, penso che sarei scoppiata a piangere - perché ora sto piangendo solo a scriverlo.
Spero che questa svolta sia quella giusta per sentirmi davvero amata e felice.
Ave atque vale
Narnia
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The Perks of Being a Young Adult
HumorQuando sei piccolx, non vedi l'ora di diventare un adulto e vivere la tua vita come cavolo ti pare e piace. Poi diventi maggiorenne, finisci il liceo e sbatti la faccia contro la realtà: essere adulti fa schifo, soprattutto se, in fondo, sei ancora...