Vivere da sol*

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Finalmente riesco a scrivere questo capitolo, sono solo tre giorni che mi appunto roba di cui parlare ma non trovo il tempo di farlo (maledetta università).

Ave a tutt* e benvenut* in un nuovo capitolo di questa disagiatissima raccolta vagamente autobiografica. Ma vagamente eh, non racconto mica i cazzi miei in giro (assolutamente no).

Per chi non lo sapesse, è da una settimana a questa parte che finalmente, dopo vent'anni di convivenze terrificanti, viv* da sol* perché ho vinto una borsa di studio per la casa dello studente della Sapienza. Con l'alloggio mi trovo molto bene perché sono letteralmente a sei fermate di autobus dalla mia facoltà e la mia compagna di cesso (perché c'è un bagno ogni due stanze) è assolutamente adorabile.

Però c'è anche del disagio ed è per questo che sono qui a sclerare con voi.

In tutta onestà, ho vissuto i primi giorni malissimo: ho avuto vari attacchi di panico, le uniche persone con cui ho socializzato sono state le guardie giurate della portineria e ho fatto esistenza da reclus*. Pensavo che il problema fosse il non saper gestire tutto quanto da sol*, però poi ho parlato con la mia psicologa e mi sono res* conto che la questione è un'altra: non ho ancora realizzato che sono fuori pericolo e riesco comunque ad essere funzionale. Questo dice quanti traumi io abbia, però son dettagli: direi di iniziare con le cose davvero divertenti.

Tipo procurarsi il necessario per vivere. Vivendo con mia madre o con mio nonno, sono sempre stat* abituat* a dover comprare le cose strettamente mie (le cuffiette, i libri, i vestiti), al massimo le cose per pulire e mangiare, ma non mi era mai capitato di dovermi fermare in farmacia a prendere le Tachipirine. Che oggi sono state le Tachipirine, l'altro ieri i cerotti e l'altro giorno sono uscit* dalla Conad con i prodotti per il water.

Al che puntualmente Ninja mi guarda e mi dice che sono diventat* vecchi* nel giro di una settimana e non posso dargli torto, povera stella (che quando sto al supermercato puntualmente gli mando un audio per lamentarmi dei prezzi).

Perché sì, i prezzi sono davvero aumentati e paradossalmente spenderei più per cucinarmi un piatto di pasta che mangiando da Trapezzino* con i ragazzi.

Comunque, per mangiare e non diventare pover* in attesa della borsa di studio in denaro (se vinco pure quella ho fatto terno) ho iniziato a frequentare la mensa universitaria e devo dire che non è affatto male. In pratica funziona così: in base alla fascia di reddito paghi un tot a pasto (io pago 2,20) e hai primo, secondo, contorno, frutta, pane o pizza, dolce e tutte le bibite che vuoi perché c'è il distributore automatico alla spina. Con 2,20 alla Conad non so manco se ci compro il pesto pronto della Barilla, quindi fatevi voi due conti su quanto mi convenga.

La mensa poi è la tipica mensa da high school americana, con i tavoli da quattro, il rullo per i vassoi e le tizie che ti passano il cibo. Una cosa che non è come nei film è la questione dei tavoli: nessuno pensa che sei uno sfigato se mangi da solo, anzi è vista come una cosa più o meno positiva perché significa che non ti serve il gruppo per uscire di casa e mangiare.

Il che è un concetto che sinceramente ancora non ho capito, ma parlando con alcuni ragazzi ho appurato che la maggior parte di loro non frequenta la mensa perché non riescono a mangiare da soli. Boh, forse è solo questione di carattere, fatto sta che io vado in mensa, mangio e me ne torno in camera nell'arco di mezz'ora, quindi risparmio tempo e soldi.

Con l'altra ragazza ceno solo il venerdì perché i nostri orari non coincidono, quindi diventa un problema organizzarci per beccarci ad una certa ora. Però con lei mi trovo molto bene perché le piace leggere, è una fangirl, ama andare al cinema e siamo due gattare mancate. Io ero terrorizzat* dall'idea di beccarmi una timida asociale, però ho avuto una gioia nella vita e non me ne lamento.

Però lei sostiene di essere introversa e di non riuscire a fare amicizia, ma con me parla perché la faccio sentire a suo agio e si trova bene - il che la aggiunge a Lizzie, Calliope, Ninja, Er Nerd e tutti gli altri introversi che ho adottato negli anni pur avendo l'ansia sociale.

L'unica cosa rognosa del vivere da sol* sono le pulizie. Capiamoci, io sono fissat* col pulito e la cosa non mi scoccia più di tanto, però ho un cumulo di panni sporchi che mi fissa nel sonno e che non voglio lavare. Non per qualcosa, ma perché ogni lavaggio costa 3,60 qui alla casa dello studente e le lavatrici sono quelle industriali, quindi vorrei accumulare un bel po' di roba per poi riempire tutta una lavatrice e non spendere un rene in lavaggi.

Per il resto, tutto apposto e niente in ordine: questo semestre è a dir poco caotico e sono già indietro col programma di tre materie (sparatemi), però avendo finalmente una camera tutta per me riesco a gestirmi molto meglio gli orari - il che significa farmi la doccia alle undici di sera, pranzare alle 16 e andare in piscina alle 7.20, ma ormai mi sono rassegnata alle chaotic vibes che mi hanno procurato sei anni di amicizia con Calliope.

E questo è quanto per oggi. Fatemi sapere come stanno andando i vostri primi mesi di scuola o università e se avete anche voi voglia di pizza.

Ave atque vale

***

*Non so se l'abbiamo solo a Roma, ma è una catena di ristorazione che fa dei panini a forma di trapezio con dentro la roba tipica romana, tipo la coda alla vaccinara, le polpette al sugo e i saltimbocca.

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