"Genitori (non) sufficienti"

91 12 18
                                    

Da qualche settimana a questa parte, il mio rapporto con i miei genitori - mia madre in particolare - ha raggiunto un livello di tristezza e desolazione raggelante.

Tralasciando il fatto che non ci sentiamo e il massimo della comunicazione sono le informazioni di servizio sul gruppo family di WhatsApp, più va avanti e più i miei anger issues stanno passando da "taccio e ti uccido mentalmente" a "MA IO TI DISTRUGGO, BRUTTO PEZZO DI MERDA!".

No, non ho ancora mandato a cagare i miei, ma Genitore 1 mi ha gentilmente raccontato di come chiunque, partendo da mio nonno (spia nemica traditrice) e arrivando alla sua migliore amica, non fa altro che dirle che covo tanta rabbia dentro e si vede proprio che ce l'ho con lei.

Chissà per quale motivo poi, no? Magari il fatto che hanno insistito tanto per farmi tornare a casa questo weekend e ho passato la domenica mattina da solo, a casa, a fare tutte le faccende di casa e pulire il cesso - manco fossi una schiava.

Ma ehi, sono io che ho una visione distorta della realtà e non li apprezzo come genitori.

In ogni caso, questo capitolo non è stato pensato per lamentarmi dell'ennesima dimostrazione del fatto che a casa mia non conto come essere umano.

Sto scrivendo questo capitolo (che vorrebbe essere breve, ma con me mai dire mai) per condividere con voi alcune riflessioni nate dopo aver parlato con il potenziale surrogato di mia madre - alias la mia psicologa.

Noi non scegliamo da chi veniamo al mondo. Non scegliamo se nascere da una famiglia ricca o da una povera o di non averne una. E non è nemmeno giusto parlare di "meritarsi" i genitori che zia Tuche ci ha gentilmente offerto in sorte, visto che non dipende assolutamente da noi. Credo che su questo siamo tutti d'accordo, no?

La triste verità che sto imparando in terapia è che fin da piccoli cresciamo con l'idea di avere dei genitori, ovvero di qualcuno che ci ami incondizionatamente, voglia solo il nostro bene, che ci protegga e che sia severo con noi con l'unico scopo di insegnarci che cosa è giusto, che cosa è sbagliato e come funziona la vita.

Dico "l'idea di avere dei genitori" perché niente e nessuno può assicurare che ogni ragazzino in giro per il mondo abbia dei genitori degni di questo nome. Non tutti i bambini hanno qualcuno che metta il loro bene, il loro interesse e i loro bisogni prima dei propri.

Non tutti i ragazzi - e la quantità di Tiktok che becco su questo argomento è agghiacciante - crescono in un contesto che permetta loro di coltivare le proprie passioni, le proprie ambizioni e la propria personalità senza avere alcun timore di essere picchiati, umiliati o cacciati di casa.

La società forse non è ancora pronta per accettarlo - anche perché sarebbe un colpo devastante - ma non tutte le famiglie sono funzionali. Non tutti i genitori proteggono e amano e si prendono cura dei propri figli. Ci sono migliaia e migliaia di ragazzini che non vedono l'ora di andarsene di casa e che ce la mettono tutta per sopravvivere a chi li ha messi al mondo.

Ho scoperto che sono così tanti che nel mio consultorio c'è una specie di gruppo di sostegno a riguardo e credo sinceramente che questa cosa sia terrificante.

Mai quanto la tua psicologa che ti ripete per la terza volta che devi accettare di non avere dei genitori sufficienti, porta in continuazione l'esempio del ragazzino tirato su da due eroinomani o cerca di farti capire che tutto quello che ti hanno insegnato negli ultimi diciannove anni ti sta consumando dall'interno, ma sapere che siamo abbastanza da anche solo pensare di fare un gruppo di sostegno è - non lo so, non riesco a trovare il termine giusto.

In tutto questo, mia madre è già la seconda volta che mi dice che secondo lei la terapia non mi sta aiutando perché ho più attacchi d'ansia del solito e prima ero più forte e determinata, ora mi sono rammollita.

Io sono a tanto così dall'urlarle in faccia che se ho l'ansia forse è perché sto realizzando di non avere certezze nella mia vita e devo ricostruirmi da zero a vent'anni, con lo spettro della sessione estiva che incombe e un vecchio d'ottant'anni che non solo non mi lascia mai in pace (sul serio, ormai io vivo in aula studio e al bar), ma che fa anche il resoconto a mia madre di quello che dico, faccio e mi comporto.

Ma ehi, sono sempre io quella che la fa tragica e deve solo stringere i denti.

Se non si fosse capito - e ne dubito - sono a tanto così dal prendere tutto e sparire dal mondo.

Ave atque vale - e mandate i vostri genitori toxic a cagare

The Perks of Being a Young AdultDove le storie prendono vita. Scoprilo ora