Mi risvegliai.
La stanza era illuminata solo da un raggio di sole che filtrava dalle tapparelle della finestra.
Quell'unico raggio, che fendeva il buio con una irruenza e una brutalità inaudita, mi diede un fastidio simile alle immagini del sogno.
Cercai di alzarmi per chiudere le tapparelle, ma mi accorsi ben presto che due braccia mi stavano stringendo, quasi per non farmi scappare. Mi girai e vidi il suo splendido viso. Così sereno, così bello, così beato. Mi fece dimenticare tutto il male che avevo provato e capì.
Quella figura con le ali, quell'angelo, era lui. L'unica persona che poteva aiutarmi. Che era in grado di non farmi soffrire. Che poteva curare vecchie e nuove ferite ancora aperte.
Mi avvicinai alla sua faccia e lo baciai, poi iniziai ad accarezzare la sua testa, giocando ogni tanto con i suoi capelli.
"Ehi. Che fai già sveglio?"
Mi chiese dopo un po di tempo.
"Ah. Guarda che sono quasi le sette e mezza."
"E non mi dici niente? È quasi ora di andare a scuola!"
Si preoccupò.
"Non dirmi che vuoi passare le nostre ultime ore insieme....a scuola!"
"Non ti è bastata questa notte?"
Disse ridendo, provocando il tiro di un cuscino che lo colpì in piena faccia.
"Ok. Non ti è bastato."
Continuo.
"Scemo."
Gli risposi con ancora allegro per il cuscino in faccia.
"Allora, dove mi vorresti portare?"
"A a a. Sorpresa."
Sistemammo la stanza e uscimmo.
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Ricordi
RomanceSTORIA A TEMATICA GAY. *"Allora non ho un figlio." Cosa ci può essere di peggio di sentirsi dire dalla persona che ti ha cresciuto che non vai bene così come sei?* Questa è la storia di un ragazzo, un po' timido, riservato, amante della lettura, all...