32° Capitolo

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Dopo quello che avevo sentito evitai di parlare con i miei genitori.
Le sara tardi ritornò a casa Azzurra, ma, per quanto avrei voluto farlo, non le chiesi di mio zio. Potevo immaginare ciò che pensava e sicuramente non sarebbe stato il momento migliore.
Il giorno dopo mi svegliai e mi preparai per andare a scuola, anche se ancora non sapevo ne quale fosse e ne dove si trovasse, ma quando vidi Azzurra in cucina che lavava delle ciotole e le chiesi dove fossero i miei genitori e chi mi avrebbe accompagnato a scuola, lei rispose che avevano deciso di iscrivermi a settembre, dopo essere stati sicuri che durante l'estate avessi fatto dei "progressi".
Rimasi sconvolto, non che non lo ero già per la sera prima, ma il fatto che non avevano avuto il coraggio di dirmelo in faccia mi spiazzò. Era come se non li avessi mai conosciuti veramente, come se fosse stata tutta una menzogna, una burla.
L'intento di mia madre, anche se in parte, si realizzò. Non parlai con nessuno che non fossero i miei genitori, Azzurra o la psichiatra.
Mia madre decise di iscrivermi nella scuola vicino casa, che vidi durante l'estate. Sembrava ben messa e accogliente, tutto l'opposto degli studenti. Tutti a parte una.
Angela, una ragazza che frequentava la mia classe, un po' timida, ma sempre allegra. Un po' strana, ma divertente. Fu la prima persona della scuola e della città con cui feci amicizia e a cui rivelai la mia omosessualità.


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