30° Capitolo

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Arrivai nella mia nuova casa, a Milano, qualche ora dopo e trovai ad aspettarci davanti alla porta una signora. Era una donna sulla cinquantina, poco più alta di me, mora, capelli medio-lunghi e mossi.
"Ben arrivati."
Disse abbracciando mio padre, per poi abbracciare mia madre.
"Grazie ancora per l'ospitalità, Azzurra."
Disse mio padre.
"Oh, questo ed altro per il mio fratellino. Mi dispiace per il lavoro e la casa."
Disse Azzurra.
"E tu dovresti essere.....Lucio?"
Mi disse Azzurra.
"Quasi, Luca."
Gli risposi.
"Oh, scusa. Non ti vedo da quando avevi poco più di una settimana."
Si scuso.
"Tranquilla, non è un problema."
Gli risposi con un sorriso per tranquillizzarla, prima di diventare serio per cercare di capire cosa avrebbero detto miei genitori ad Azzurra.
Entrammo dentro casa ed Azzurra ci mostrò le nostre camere, dove lasciammo le valigie. Andammo in cucina per chiacchierare un po'.
"Perché hai quella faccia, Luca, non ti avrà mica lasciato la ragazza?"
Mi chiese Azzurra.
I miei genitori si guardarono per poi puntare i loro occhi su di me.
"No, non è la 'ragazza', è il 'ragazzo'."
Le risposi.
"Mi dispiace, so quanto è difficile litigare con un amico. Vedrai che si sistemerà tutto."
Mi disse Azzurra.
"No, non ho litigato e questo ragazzo non è un mio amico. È il mio fidanzato."
Le risposi mentre i miei genitori mostrarono un'aria sia preoccupata per la reazione di Azzurra sia arrabbiata nei miei confronti.

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