35° Capitolo

3.5K 260 3
                                    

Ero arrabbiato. Arrabbiato con me. Arrabbiato con Angela. Arrabbiato con Andrea. Ero arrabbiato con il mondo intero. Ma, anche se ero arrabbiato, continuavo a desiderare soltanto del bene per persone. Non riuscivo a portare rancore.
Tornai a casa e mi rinchiusi in camera al buio.
*toch toch*
"Luca? Possiamo parlare?"
Mi chiese mia madre da dietro la porta.
"No! Voglio rimanere da solo."
Gli risposi.
"Luca, ti prego."
Insistette mia madre, che poco dopo non sentendo risposta aprì la porta.
"Luca, cosa c'è?"
Mi chiese con tono preoccupato mentre si sedette sul letto.
"Ti ho detto che non ne voglio parlare."
Replicai.
"Ascolta. È naturale che si senti così. Stai migliorando la tua vita e questo, spesso, fa male, ma bisogna sopportare."
Mi disse con tono dolce e preoccupato.
"Allora non vuoi capire. Io sono gay e questo non si può cambiare. Ne ora ne mai!"
Gli risposi stanco dei suoi tentativi di cambiarmi.
"Smettila di dirlo. Smettila! Io non voglio un figlio gay."
Mi urlo contro arrabbiata mentre si alzava in piedi.
"Allora non hai un figlio."
Gli risposi arrabbiato, stanco e deluso.
Poi uscì dalla stanza mentre mia madre si rimise seduta e si mise la mano davanti la bocca per trattenere le lacrime.

RicordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora