Dopo essermi ripreso Andrea mi riportò a casa sua.
"Oh, eccoti finalmente. Non sai quanto mi dispiace, veramente."
Mi disse la madre.
"Non si deve scusare."
Le risposi con ancora gli occhi rosso e una punta di disperazione nella voce.
"Ma....hai pianto! Cos'è successo?"
"Mamma ti prego."
Ribatté Andrea.
"Non fa niente. Ci trasferivano."
Dissi ad Andrea per poi rispondere alla madre.
"Mi dispiace."
Mormorò la madre.
"Ma perché intanto non vi godete questi giorni?"
Chiese di nuovo la madre per poi lasciare libera la strada verso la camera di Andrea.
"Ha ragione."
Mi disse Andrea trascinando mi nella stanza.
Passammo ore ed ore lì dentro tra il baciarci, il dirci i 'mi mancherai' e i 'ci ritroveremo'. Ma io non ci credevo. Non credevo di riuscire a tenere testa a mia madre se non avevo qualcuno per cui farlo. Ero disperato, ma non volevo che Andrea se ne accorgesse. Non volevo fargli del male.
Arrivò l'ora di tornare a casa. Tutto volevo tranne che ritornarci.
Quando entrai andai dritto verso camera mia senza guardarmi troppo in torno.
Mi misi seduto per terra a pensare e mentre lo facevo una voce provenì da dietro la porta chiusa.
"Luca. Luca, ascolta dobbiamo parlare."
"Silenzio"
"Ok. Adesso dormi, parleremo domani."
Fini di dire e se ne andò lasciandomi solo con le mie lacrime.
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Ricordi
RomanceSTORIA A TEMATICA GAY. *"Allora non ho un figlio." Cosa ci può essere di peggio di sentirsi dire dalla persona che ti ha cresciuto che non vai bene così come sei?* Questa è la storia di un ragazzo, un po' timido, riservato, amante della lettura, all...