13° Capitolo

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Corsi verso casa con tutta la rabbia che avevo in corpo. Con tutta la voglia di urlare al mondo il mio amore per Andrea.
Arrivai a casa e vidi mia madre in piedi in salotto, ad aspettarmi.
"Cosa lei hai detto?"
Le urlai contro.
"Adesso calmati."
Mi rispose.
"No! Io non mi calmo."
"E invece si. Ti devo dire una cosa."
"Sentiamo."
Le risposi con ancora un po' di rabbia nelle parole.
"Ci trasferiamo."
"Come?"
Sbottai.
"Hai capito bene. Ce ne andiamo."
"Ma perché? Dove? Quando.......?"
Continuai a farle domande insistenti.
"Dimmi almeno il perché."
Le chiesi.
"Perché tu sei così....ah......FROCIO."
Mi rispose urlando.
"Bene. Andatevene. Continuate a scappare. Io non vengo."
"E dove andresti a vivere?"
"Sicuramente non con qualcuno k mi da del malato di testa."
Le urlai contro.
"L'ho fatto per te. I suoi genitori vi hanno visto baciarvi."
"No. Se avessi fatto qualcosa per me non mi avresti dato del malato, non mi avresti mandato da una psicologa, non avresti cercato di separarmi da Andrea. Se mi volessi bene faresti ciò che è meglio per me, non per te o per la figura di papà."
"Come?"
"Si. Lo so che ce ne andiamo perché lo scarniscono."
Le risposi ed usci.

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