Nel primo pomeriggio arrivarono all'albero che il principe aveva individuato nella visione. In lontananza si potevano già facilmente distinguere due figure. La ragazza passò avanti e quando arrivò alle sue radici vide che quelle sue sagome appartenevano a due volti famigliari. Una era Alice, minuscola perché evidentem aveva bevuto una "Mezzastazza" -pozione che ti rimpiccioliva- e l'altra era un cane. Laureline lo osservò per un attimo: zampe lunghe e agili, un pelo nero con alcune macchie marroni.
«Bayard? Sei proprio tu?» chiese sperando di non essere troppo diretta. Il cane la squadrò con gli occhietti neri ridotti a fessure «Si...ma, ci conosciamo?» ribatté confuso e allo stesso sorpreso. Lei si chinò alla sua altezza, facendo attenzione a non investire Alice che nel frattempo si sentì completamente ignorata e felice di esserlo dato che non facevano altro che avere gli occhi su di lei da quando era arrivata in quello strano mondo.
«Mi chiamo Laureline. Eravamo...amici da piccoli.»
«Non ricordo.» rispose prontamente il cane. L'altra inclinò la testa, rimproverandosi per non aver tenuto conto del fatto che nessuno si ricordasse di lei. Cambiò strategia «Beh...magari ricorderai che un giorno d'inverno una bambina dalle guance arrossate dal freddo ha rubato una cioccolata calda per te e gli altri amici per riscaldarvi.» raccontò il primo ricordo che le venne in mente con un piccolo sorriso, speranzosa. Il segugio ci rifletté su per un momento e poi alzò le sopracciglia «Come...eri tu? Ma certo. Ora ricordo, Laureline. Come mai non ti sei più fatta vedere in giro?» domandò dopo aver riconosciuto la vecchia amica, che dal canto suo di scatto si alzò e chiuse un momento gli occhi. Si posò una mano sullo stomaco, un leggero vento le attraversò il corpo. Segno che a Memower stava succedendo qualcosa, ma nulla di grave. O almeno, a giudicare dall'influsso arrivato alla Regina Nera che riaprì le palpebre accorgendosi che Erebus li aveva raggiunti mettendo la sua carta magica in tasca. Poi prese fiato «È una lunga storia, lascia stare. Abbiamo una guerra da fermare, se siamo ancora in tempo ed è possibile.» rispose a Bayard guardando verso l'altra ragazza vestita di celeste. Era proprio come nella visione della sfera.Quest'ultima le lanciò un'occhiata torva «Ah...no! Io non uccido, neanche volendo. L'ho già detto anche al Cappellaio. Io non sono l'Alice che credete sia.» dichiarò seriamente indicando il cappello per riferirsi a quel matto che l'aveva letteralmente lanciata laggiù. Laureline lo raccolse da terra e con la mano spazzò via un po' di polvere, un mare di ricordi cercò di entrare, ma li respinse. Non era il momento adatto per rifugiarsi in essi. A questo punto il cane fece un passo avanti «Il Cappellaio non si sarebbe sacrificato per un'Alice qualunque.» ribeccò la ragazzina in tono asciutto «In che senso...sacrificato?» il interruppe Laureline aggrottando le sopracciglia. Riferendosi in particolar modo a Bayard che però non risposte. Scosse solo il capo, frustato e si concesse un pausa afflosciandosi a terra. La ragazza quindi tornò ad Alice «Mi ha lanciata qui con il cappello e poi le guardie della Regina Rossa l'hanno arrestato.» le risposte con un velo di tristezza mista a vergogna, la gamba tremolante.
«Ora è alla Rocca Tetra, quindi. Da Iracebeth. Oddio...non vorrai dirmi che...» disse l'altra con le mani tra i cappelli preoccupata, cercando un supporto dal segugio che roteò gli occhi. Sospirò profondamente «Non lo so, Laureline. Tua sorella ha un modo tutto suo di trattare i sudditi, e ancora di più quello che riserva ai prigionieri.» rispose pur sapendo che non era la cosa più rassicurante che avrebbe potuto dire. L'altra annuì con un sorriso amaro sulle labbra «Lo so...» borbottò tra se a bassa voce. Sapeva benissimo che se Tarrant avesse detto qualcosa di sbagliato al momento sbagliato, Iracebeth avrebbe ordinato di decapitarlo all'istante. Ci trovava un certo gusto nel togliere la vita ad un altro essere vivente, non per niente aveva studiato "Dominio delle Creature Viventi".
Ti prego, sii lungimirante per una volta Terry. Non voglio ti faccia del male.«Aspetta, la Regina Rossa è tua sorella? Quella che vuole praticamente sottomettere questo posto e che da tutti viene chiamata "Capocciona Maledetta". Proprio quella?» Alice la riscosse facendola leggermente sobbalzare, ma si riprese subito «Si...e anche Mirana, la Regina Bianca. Io sono la più piccola delle tre.» annuì spiegando velocemente l'albero genealogico, sempre se così poteva esser definito. L'altra rimase di sasso mentre Laureline si mise a pensare ad un modo per tirar fuori dai guai il Cappellaio. Lei non poteva andare, era già evasa dalla sua terra e se Iracebeth l'avesse vista di certo non le avrebbe fatto fare un giro turistico del suo castello o offerto dei pasticcini di benvenuto accompagnati da una tazza di thé. Non ere per niente nel suo stile. Di colpo le venne un'idea «Andrai tu a salvarlo.» disse alla ragazzina, che incrociò le braccia alzando gli occhi al cielo «Ci avevo già pensato se è per questo, già prima che arrivassi.»
«Non ti sono proprio simpatica eh? E pensare che l'ultima volta che sei venuta qui, andavamo così d'accordo. Uhm...forse qui c'è qualcosa che manca.» la Regina Nera si chinò accanto ad Alice e le indicò il punto in cui batte il cuore.
«La mia Moltezza, vuoi dire?» chiese con tono ipotetico a tal punto l'altra in risposta.
«Ho paura di si. Eri molto più grintosa un tempo.»
«Anche il Cappellaio l'ha detto.»
«Ah davvero? Tipico di lui...comunque, benvenuta nel club.» si fermò prima di dire troppo e poi si avvicinò coprendo la bocca con la mano in modo che solo Alice la sentisse «Che resti tra noi, ma credo che anche la mia sia andata ultimamente.»
La ragazza dai capelli biondi rise per mezzo secondo, poi tornò seria «Come mai?» domandò incuriosita, nessuna risposta materiale però arrivò. Sebbene si sentisse legata a quella fanciulla, Laureline era comunque fermamente convinta che qualcuno non debba sapere più del necessario. A meno non si tratti di una cosa che lo riguarda da vicino.
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Moonlight Shadow
FantasyUna Regina dimenticata, dolce e riservata. Un Cappellaio matto, completamente fuori dagli schemi. La storia potreste averla già sentita, magari in maniera un po' differente, ma fidatevi... non é così. Amici fin da piccoli, un ordine li porta a divid...