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Non fa nulla, Laureline. Siate già stati amici, potete esserlo di nuovo.
La Regina Nera si ripeteva quelle parole in continuazione, nel tentativo di convincersi che la caduta di Memower non sarebbe stata così grave in fondo, ma era più facile a dirsi che a farsi.

Prese un bel respiro e decise di andare dalla sorella per un'ultima visita a Tarrant. Se non fosse andata come sperava, avrebbe fatto appello a tutta la sua volontà e avrebbe seguito il consiglio della sua coscienza. Rileggendo i suoi diari aveva trovato una marachella così incredibile che forse lo avrebbe aiutato a sboccare i ricordi...o almeno, questo era quello che si augurava con tutto il cuore. Si avvolse nel mantello e cominciò a incamminarsi, voleva andare con calma così da usare quel tempo di tragitto per riflettere bene sulle parole che avrebbe usato per raccontare. Non voleva rischiare di spiegarsi male, facendo fallire anche quell'ultimo tentativo. Oltre a questo però, c'era anche un altro motivo: da un po' quando stava con lui d'improvviso una sensazione di nausea la invadeva, lo stomaco le si contorceva e il cuore cominciava a battere più velocemente del solito. Non aveva idea di cosa fosse, ma sicuramente non sarebbe bastato un piccolo fastidio –probabilmente momentaneo- a impedirle di riprendersi l'amico più caro che avesse mai avuto.

Dopo circa mezz'ora, arrivò al palazzo della Regina Bianca – non era così lontano dal suo Deserto Oscuro, al contrario della Rocca Tetra di Iracebeth che era dalla parte opposta praticamente. Respirò a pieni polmoni per prendere coraggio e attraversò il roseo giardino per arrivare al portone d'ingresso. Bussò con la mano leggermente tremolante e aspettò che qualcuno le aprisse – in verità, essendo sorella della Regina avrebbe anche potuto farne a meno, ma le piaceva il suono che produceva quel gesto. Pochi minuti e Kalea -con addosso un grazioso vestitino azzurro che richiamava il colori dei suoi occhi- le spalancò l'entrata illuminandosi non appena realizzò chi fosse alla porta. «Sei di nuovo qui, che bello! Pensavo stessi così male da non voler più venire.»
Laureline sorrise, avvolta da una piacevole sensazione di affetto. Quella bambina con lei era così dolce. Si chinò alla sua altezza «Oh, tranquilla piccola. Si, ecco...avevo bisogno di un momento da sola, ma ora sto bene.» rispose carezzandole il braccio con il pollice e un sorriso rassicurante. L'altra saltò «Fantastico! Giochiamo?» le chiese in risposta eccitata e con grandi occhi imploranti. Era difficile dirle di no, così la risposta fu un cenno del capo affermativo «Va bene. Prima, lasciami avvertire mia sorella della mia presenza però.»

Kalea annuì e le afferrò la mano, trascinandola dentro, Laureline per poco non inciampò nella gonna del vestito. Arrivarono alla sala del trono e Mirana andò loro incontro. «Sorella, che piacere vederti.» la salutò con un sorriso gentile, Laureline ricambiò «Dopo vorrei parlare con...hai capito. Ora però gioco un po' con lei.» disse passando subito al sodo e indicando con un cenno la bimba che le stringeva ancora la mano. Non aveva voglia di dilungarsi molto, anche perché non ce n'era bisogno, Mirana aveva già una mezza idea su quello che era venuta a fare. Annuì e le altre due andarono in quella che era diventata la cameretta della bambina. Come tutte le altre stanze del castello, non aveva nulla di troppo colorato ma i giochi di quando erano piccole che la Regina Bianca aveva trovato in cantina le davano quel pizzico di brio che le mancava.

Si sedettero a terra a gambe incrociate e cominciarono a giocare con una piccola palla, passandosela in vari modi sempre più strani: girate di schiena, facendola rimbalzare, mettendo le braccia a cerchio per formare un canestro in cui fare punto...passarono un bel po' di tempo a fare quel gioco. Laureline si sentiva bene quando era con Kalea, riscuoteva in lei la bambina che pensava aver perduto...la sua Moltezza ed era felice che quelli incontri la stessero aiutando a tornare. Per un momento ripensò alla proposta della sorella, lei avrebbe davvero potuto occuparsi dell'educazione di quella bambina forse...c'era un unico problema. La sua instabilità morale e il fatto che casa sua al momento non era abbastanza sicura per ospitare quella creatura. Sospirò, cancellando nuovamente quel desiderio. «A cosa giochiamo ora?» domandò posando la palla nell'apposita cesta. Kalea riflette per un paio di minuti e poi alzò un dito, le si era accesa la lampadina delle idee. Corse al baule accanto al letto e dopo aver sparso per la stanza mille giochi, finalmente trovò quello che stava cercando: delle bambole di pezza. Una dai capelli scuri, l'altra chiari che in Laureline scatenarono un tuffo al cuore. Erano le bambole che lei, Mirana ed Iracebeth -che ce l'aveva con i capelli rossi- usavano per andare a dormire. Gliele avevano regalate i genitori appena nate, incredibile quanto ci avessero visto lungo...erano riusciti a "predire" il colore dei capelli di ognuna senza sbagliarsi. Si sorprese che Mirana avesse conservato la sua, ma ne fu contenta e si ripromise di ringraziarla non appena l'avesse rivista.

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