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«Arrivederci e grazie.»
Laureline uscì dal negozio di cappelli degli Altocilidro, salutando con una mano e un nuovo capello in testa. Una cloche per l'esattezza, color porpora con una fascia attorno nera. Inutile dire che lei ho adorava e stava benissimo in tono con il suo abito.
Si inviò per andare a cercare gli amici quando in lontananza vide la sagoma del Tempo che si stava aggirando per scovare dove si erano nascosti.

La ragazza quindi in velocità cercò un nascondiglio e una volta trovato -dietro a una capanna di fieno- si strinse il braccio per attivare il suo contatto con Alice, che le apparve davanti pochi minuti dopo. «Nascondetevi, ho appena visto il Tempo.» disse a fiato corto per la corsa fatta. Il cuore a pieni rigido e ancora in gola per l'agitazione.
«Ecco. Io lo sapevo che non dovevamo dividerci.» sentì imprecare, capendo che non poteva esser altri che il principe. In effetti, anche lei aveva pensato che non fosse una così buona idea, ma voleva stare un altro po' di tempo con Tarrant...nel caso non l'avesse più rivisto.
«Calma Evernever! Tu dove sei?» disse fermamente a quel punto Alice, placando il piccolo stato di caos che si stava creando. Laureline prese fiato «Dietro le stalle del palazzo reale.»
L'altra annuì «Ok, veniamo a prenderti e ce ne andiamo.» decise afferrando involontariamente la mano di Erebus che si irrigidì per la sorpresa. Poi accorgendosene, lei si spostò sul polso, ma la temperatura del ragazzo non cambiò molto. Laureline li vide avviarsi, ma li fermò «No, voi dovete continuare. Io tornerò.» disse. Alice si arrestò e la guardò con un sopracciglio alzato «Come farai? Abbiamo noi la Cronosfera.» ribatté mostrando per qualche secondo la biglia magica.
«Non preoccuparti di questo. Ho un piano. Ci vediamo a casa del Cappellaio.»
«Ma Laureline...» Alice cercò di protestare, ma fu troppo tardi perché l'amica l'aveva già disconnessa.

La ragazza si guardò intorno per controllare che non venisse vista e poi sgattaiolò fuori dal suo nascondiglio, correndo dall'altra parte della strada dove aveva adocchiato il marchingegno del Tempo. Una volta raggiunto e rimesso in piedi, si ci infilò dentro e dopo aver capito come partire -con una leva a cingoli- in un attimo si ritrovò nuovamente nel mare dei Tempi.
Le giornate le passarono davanti come foglie portate via dal vento e per un momento Laureline si rese davvero conto di quanto il tempo passava velocemente e che per questo bisognava sfruttarlo al meglio per realizzarsi come persone e stando insieme ai propri cari. Ed era esattamente ciò che aveva intenzione di fare lei, andare dagli amici per sostenerli e stare vicino a Tarrant. Non gli avrebbe permesso di andarsene per sempre senza salutarla o rivolgerle un candido sorriso un'ultima volta.

In pochi minuti giunse al Palazzo del Tempo e la prima cosa che penso dopo aver lasciato l'arca fu: Isi sarà ancora qui?
Decise di scoprirlo, così si incamminò verso il primo corridoio che le capitò e poi un'altra ancora. Continuando così per un po', senza meta e controllando con attenzione ogni metro che oltrepassava.
Purtroppo però, dopo circa mezz'ora, non aveva ancora trovato la sorella quindi amareggiata si arrese pensando che se ne fosse andata. Cosa piuttosto plausibile dato che il Tempo l'aveva lasciata per inseguirli già da un'ora circa, se non di più.

Si avviò quindi verso l'uscita, davanti alla quale trovò Tokkings. «Mi dispiace.» gli disse sospirando. Voleva scusarsi per i problemi causati, augurandosi che non fossero troppo gravi. E speriamo anche che Alice ed Evernever tornino presto, sani e salvi.
Si sentiva responsabile della loro incolumità, in fondo era colpa sua se ora si trovavano nei guai. Era stata lei a portare Tarrant nel passato per fargli tornare la memoria, forzando il seguente ricordo della sua famiglia perduta. Se lei non fosse stata così egoista e avesse dato loro la possibilità di ricominciare da zero, niente di tutto ciò sarebbe successo - forse neanche il fatto che lei si stava innamorando di lui.

Il piccolo maggiordomo ricambiò il saluto con un leggero sorriso che però non fu molto incoraggiante, per poi lasciar andare la ragazza che con passo pesate incominciò ad avviarsi per percorrere quel luogo e oscuro corridoio - giurando a se stessa di non farlo mai più. Il Palazzo del Tempo era un posto che corrodeva l'anima della persone ancora in vita e non faceva troppo bene visitarlo, proprio perché lo scorrere delle lancette non doveva esser interrotto prima del previsto. E Laureline questo lo sapeva bene, fu la prima cosa che le insegnò il signor Quint, il suo insegnante di Divinazione.
"Il Futuro, mia cara, è come il Tempo. Non è bene starci a rimuginare troppo sopra. Si rischia di perdere momenti speciali di cui tener memoria." diceva. E lei era sempre stata concorde alla sua teoria e ancor di più ora che comprendeva appieno ogni parola.

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