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«Kalea? Sei pronta? Dai, andiamo a trovare il Cappellaio.» la chiamò Laureline dal fondo delle scale, non ricevette risposta. Sospirò e decise di darle qualche altro minuto. Guardò Erebus che per la notte aveva dormito sul divano, aveva i capelli tutti i disordine e nel vederlo, le venne da ridere. «Perché ridi?» le chiese lui con fare interrogativo. Lei in risposta si limitò a indicare i capelli e lui capì estraendo il pettine della tasca per metterli a posto. Dei passi risuonarono lungo le scale e pochi secondi dopo la bimba apparve sulla soglia del salotto, vestita con un semplice abito rosa e una molletta abbinata tra i capelli. Creava un bell'effetto con i riflessi di quest'ultimi. «Eccomi qua! Possiamo andare.» esclamò saltellando per andare a prendere il cappotto.

«Puoi venire se vuoi.» disse a quel punto la Regina Nera all'amico. Lui sorrise «Si, volentieri. Resto poco però, devo...» disse interrompendosi perché l'amica annuì comprensiva – l'aveva già immaginato. D'altronde non poteva sottrarsi al suo dovere. Raggiunsero Kalea, presero i loro soprabiti e una volta indossati, uscirono di casa. Laureline chiuse a chiave la porta. Guardò in alto, alcuni pezzi di muro non erano ancora tornati al loro posto e il tetto pure. Sospirò, pregando che il tempo reggesse fino a quando non avesse trovato il modo di far tornare i ricordi al Cappellaio. Aveva provato ad andare avanti ignorandoli, ma le ero troppo difficile. Quando l'aveva davanti, non capiva più nulla, ma i pensieri le innondavano la testa di strane fantasie e ricordi così lontani eppure ancora così nitidi nella sua mente. Chiuse gli occhi, spegnendo le emozioni e si voltò prendendo una nuova perla che Kalea le strappò di mano «Posso schiacciarla io? Ti prego.»

Laureline glielo concesse con un cenno e quindi la bambina, prendendo lei ed Erebus per mano per trasportarli tutti, procedette. L'aveva visto fare così tante volta alla ragazza che ormai aveva imparato come funzionava – senza contare che comunque non era richiesto questo grande sforzo per fare quell'effetto. Al contrario della candela che si rifiutava di accendersi quando schioccava le dita.

Pochi secondi e si ritrovarono nell'enorme valle in cui sul dirupo stava la casa del Cappellaio. Erebus si concesse una passeggiata nei dintorni, perdendosi nell'ammirare quel piccolo angolo di paradiso che per un attimo gli face dimenticare tutti i problemi dell'Altomondo. Kalea invece si allontanò andando subito incontro ai gemelli banzoni «Ragazzi! Ah, come mi siete mancati. Malmorea era triste senza di voi.» li salutò abbracciandoli. Il cuore della Regina Nera si strinse. Lei a dodici anni inizia a fare amicizie...io invece, alla stessa età, sono stata obbligata a rinunciarvi...

Fu molto sollevata dal fatto che Kalea avesse lei, non le avrebbe mai proibito di vedere gli amici.
L'amicizia è un dono troppo prezioso e si dispiacque nell'ammettere che i suoi genitori non la vedevano in quel modo. Non pensavano che fosse un legame sociale, accompagnato da affetto reciproco tra due o più persone. Un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la disponibilità reciproca. Un bambino ha bisogno degli amici, sono loro che lo sostengono andare avanti, per questo è troppo importante per lasciarlo andare.

«Come stai, Laureline? È da un po' che non si ci vede.» una voce profonda la distrasse da quel pensiero, guardò in basso e incontrò il suo interlocutore. Gli sorrise «Hai ragione, Bayard. Ho avuto un po' da fare...» disse accennando con un cenno della testa alla bambina che stava correndo dietro a Pinco e Panco nel tentativo di prenderli. Il segugio osservò per un attimo la scena e annuì comprensivo. «Che ci fate tutti qui? Mirana vi ha bandito?» gli domandò la ragazza richiamando la sua attenzione, rise e scosse il muso «Ah, no. Volevamo solo aver un giorno di svago e visto che il Cappellaio ora è tornato a casa...siamo venuti a trovarlo.» spiegò. In lontananza giunse un boato «Ti lascio. Mia moglie e i cuccioli mi chiamano.» disse e se ne andò senza lasciare il tempo all'amica di rispondere.
Quest'ultima si guardò intorno in cerca del padrone di casa, ma non lo vide così -certa che Kalea stesse bene ed Erebus se la sapesse cavare da solo- si avviò verso l'abitazione.

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