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Arrivarono davanti a Malmorea e dopo esser entrate, proseguendo arrivarono nel salone principale dove c'erano Mirana e Tarrant - l'aveva chiamato poco prima con un breve biglietto volante. Appena i suoi occhi si posarono su di lei, il cuore della ragazza perse un battito. Si fissarono per qualche secondo, fino a quando con un colpo di tosse, Mirana li riportò alla realtà. Kalea emise un gemito deluso, voleva che la scena continuasse...non l'avrebbe mai detto alla sua tutrice, ma adorava l'immagine di lei e il Cappellaio insieme. Ovviamente non era abbastanza grande per capire le dinamiche del loro rapporto in tutte le sue sfaccettature, ma era meravigliata dall'amicizia che li univa.

«Sai cosa fare, vero?»
«Si, Mirana. Sarà anche la prima volta che mi ci reco, ma ho già visto te una volta.» rispose secca Laureline per poi salutare la bimba con un abbraccio «Comportati bene come hai promesso.»
Kalea annuì e si sistemò accanto alla Regina Bianca che le poggiò una mano sulla spalla e la portò via con se a fare una passeggiata. A quel punto Tarrant, un po' smarrito, fece un passo verso l'amica e si schiarì la voce per parlare.
«Come ti avevo detto, ti porto in un posto ora...spero ti piacerà.» disse lei, battendolo sul tempo. Senza aspettare una risposta, gli afferrò delicatamente il polso e lo trascinò fino a una stanza in cima alla torre ovest del castello. Era un'ambiente piuttosto piccolo e come il resto del luogo, era interamente bianco. Le parete erano intrise di scintillanti e sottili ragnatele che si univano in un unico punto: un orologio a pendolo ornato da pregiate lavorazioni di intaglio.

La ragazza schiccò le dita e in un attimo ripulì la stanza, rompendo pure le catene che tenevano chiusa la porta degli ingranaggi dell'orologio. Il ragazzo restò a bocca aperta, sapeva delle sue abilità, ma non l'aveva mai vista in azione e per quanto semplice fosse quel trucco...ai suoi occhi apparve come qualcosa di assolutamente incredibile. Laureline gli sorrise candidamente per poi schiudere l'anta dell'entrata per il Palazzo del Tempo. Con un gesto, fece segno all'amico di passare e subito lui sembrò esitare, non era certo che fosse un luogo sicuro anche se lo incuriosiva molto. C'è lei con te, ti vuole bene...non ti accadrà nulla, tranquillo pensò poi e prese coraggio. La ragazza lo seguì, chinandosi leggermente per entrare e una volta dentro, richiuse l'asse alle loro spalle. C'era un buoi pesto, fortuna che Laureline era stata previdente e aveva portato -dentro a un piccola vasetto nella tasca del vestito- una lucciola. La liberò e con la sua luce, gli illuminò la strada, un lunghissimo corridoio che sembrava senza fine.

«Dove stiamo andando?» chiese il Cappellaio a un certo punto, dopo un paio di minuti passati nel silenzio più assoluto. La ragazza si fermò un momento e lo guardò, anche se il buio nascondeva gran parte del suo volto. Quindi si avvicinò, nonostante il cuore che cominciò a tremare. Sperò che nella quiete di quel luogo non si sentisse. Poi allungò la mano e sfiorò la manica della giacca del ragazzo e sorrise «È una sorpresa. Hai portato la foglia che ti ha detto mia sorella?» rispose.
Lo lasciò andare e lo vide prendere l'oggetto dalla tasca «Si, anche se non ho capito a cosa serva.»
Laureline non ribatté, lasciandolo nel dubbio e facendogli segno di proseguire. Cosa che non lo rassicurò molto, ma quando c'era lei per qualche motivo si sentiva più forte. L'assecondò senza proteste, rimettendo al suo posto la scatola di legno continente la foglia.

Dopo un po' finalmente intravidero la luce alla fine del tunnel e di fronte a loro si parò un complesso formato da mille torre e torrette. I muri di quella reggia erano neri come l'ebano, a parte in alcuni punti in cui spuntava qualche ornamento in oro o una vetrata colorata e tutt'intorno c'era una piazza che se inquadrata dall'alto presentava la forma di una orologio. I due ragazzi aspettarono che la lancetta dei minuti li raggiungesse e al volo ci saltarono sopra. Lei per poco non cadde, ma Tarrant prontamente la aiutò a reggersi dandole la mano. Respirando profondamente per calmare i nervi, Laureline gli fece segno di continuare e quando arrivano davanti all'entrata, si ritrovarono un enorme partone d'acciaio davanti che sebbene con un po' di fatica aprirono per poi scivolarci dentro.

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