Il giorno passò in fretta e presto il sole della mattina dopo sorse. Laureline quella notte in cui per la prima volta aveva alloggiato dalla sorella, non riuscì a chiudere occhio. Continuava a pensare alla sua torre che cadeva a pezzi, minuto dopo minuto e a raccogliere tutti i ricordi d'infanzia che aveva...presto avrebbe cominciato a esporli sperando con tutto il cuore di trovare in fretta quello giusto per riaccendere la sua memoria nei vecchi amici. Con Bayard si era rivelata un'impresa facile, ma non era detto che lo sarebbe stata anche con gli altri. ognuno di loro aveva un ricordo particolarmente stretto e trovarlo non era come giocare a carte, ci voleva tempo e pazienza. Per fortuna Laureline ne aveva in abbondanza, quindi non avrebbe dovuto rivelarsi così ardua come impresa tutto sommato. Ci sperava molto, se non avesse funzionato Memower sarebbe crollata irrimediabilmente e non poteva permettere che accadesse.
Si alzò e respirò profondamente, cercando di prepararsi al meglio per la giornata che l'aspettava fuori dalla porta dalla su stanza: uno spazio dal pavimento e muri bianchi perlacei, un letto a baldacchino con la trapunta grigia e blu elegantemente abbellito con delle tende della stessa tinta intorno e un lampadario di cristallo sul soffitto. Era completamente diversa rispetto a quella che aveva a casa sua e questo fu un'altro aspetto che contribui alla scarsa qualità del suo riposo. Si alzo e andò in bagno per farsi una doccia, sistemarsi i capelli e vestirsi, come sempre indossò il suo abito nero dalle sfumature lilla abbinato a un elegante fermaglio tra i capelli. Dopo essersi sistemata quest'ultimo, si guardò un attimo allo spaccio. Il viso pallido ricoperto da qualche lentiggine, gli occhi ambrati tendenti al verde, i capelli scuri come l'ebano...sembrava proprio lei e in effetti lo era, ma in quella superficie riflettente le sembrò di vedere un'altra persona quella mattina. Si chiese dove fosse finita la bambina che il giorno prima era rinata dentro lei finché giocava a nascondino con Kalea e il Cappellaio. Aveva sempre cercato di non lasciarla andare perché rappresentava la parte più bella di lei e in quel istante in cui pensò che ormai fosse nuovamente scomparsa, le venne da piangere. Di solito apprezzava quel lato sensibile di sé perché la aiutava a capire come si sentissero le persone intorno a lei nella maggior parte delle occasioni, ma ora lo odiava terribilmente perché parve sparito. Di colpo non c'era più e non le piacque l'eventualità che avrebbe potuto non tornare più. Gli anni in quella torre, sebbene sotto un certo aspetto l'avessero aiutata a rimuovere il dolore, l'avevano anche prosciugata. Le avevano portato via tutta la felicità che ora era affidata ai ricordi di un'intera vita incisi sulle pagine di vecchi diari, forse il tempo che avrebbe passato da lì a poco con gli amici, avrebbe aiutato pure lei.
Qualcuno bussò alla porta e lei si ripulì con l'asciugamano accanto al lavandino. Uscì dal bagno e davanti si ritrovò il Cappellaio. «Tutto bene?» le chiese un po' preoccupato facendo un passo verso la ragazza, che aveva ancora gli occhi arrossati. Quest'ultima indietreggiò e si sposto verso la porta d'uscita. «Si, non preoccuparti. Dai, andiamo a fare colazione.» rispose cercando di essere il più naturale possibile. La verità era che nonostante desiderare ardentemente far tornare la memoria agli altri, qualcosa la bloccava...la paura di fallire. Tarrant non intuì quel pensiero, ma comprese che Laureline non stava così bene come diceva, tuttavia decise di non ribadirlo e la seguì fuori dalla stanza. Durante il tragitto stettero in silenzio e quando arrivarono in sala da pranzo, videro davanti a loro la tavolata già apparecchiata con tanto di alzatine e cestini su cui c'erano: torte, pane, marmellata e altro per il pasto. Quando entrarono, Mirana andò incontro alla sorella sorridente. «Buongiorno, come stai? Dormito bene?»
«Si grazie, sto bene.» mentì l'altra per non sembrare un'ingrata - cosa che non era affatto, anzi, doveva riconoscere che era stata molto gentile la Regina a lasciarla dormire a palazzo per quella notte. La superò e si sedette vicino ai gemelli che la salutarono allegramente, lei in risposta sorrise. Ognuno consumò la sua colazione in silenzio, più o meno. il Leprotto Marzolino a un certo punto si mise a lanciare zollette di zucchero contro Maliankin per il puro piacere di farlo. Rovesciò del caffè sulla bianca e immacolata tovaglia creando un disastro. Dentro Laureline qualcosa si accesse, un ricordo. Decise di aiutare la sorella a sistemare e poi chiese a tutti - compresa Kalea- di riunirsi in cerchio sul pavimento della sala del trono. Nessuno si nottasse al richiesta, nemmeno Mirana diversamente da quanto di sarebbe aspettata la sorellina, che comunque le fece piacere. Significava che finalmente Mirana era decisa a rimediare ai propri errori, standole vicina e ascoltarla mentre raccontava storie appartenenti ad altri tempi faceva parte di quella scelta.
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Moonlight Shadow
FantasyUna Regina dimenticata, dolce e riservata. Un Cappellaio matto, completamente fuori dagli schemi. La storia potreste averla già sentita, magari in maniera un po' differente, ma fidatevi... non é così. Amici fin da piccoli, un ordine li porta a divid...