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Rimasero in piedi per il resto della notte a provare quel "gioco di prestigio" di cui il principe andava tanto fiero. La pioggia aveva smesso di cadere, ora dalle finestre entrava solamente il piacevole odore dell'umidità. Laureline non era per niente stanca ed era determinata a imparare quel trucchetto. Da tempo non le capitava sottomano la possibilità di imparare qualcosa di nuovo e ora che ce l'aveva non voleva farsela scappare. Le piaceva molto imparare, si considerava una persona incline allo studio anche se al contrario della sorella Mirana, preferiva farlo attraverso delle vere esperienze invece che star tutto il giorno sui libri. Era convinta che quelli servissero, ma fino a un certo punto. Erano già le nove di mattina e fin'ora era riuscita solo a far librare la carta per aria per qualche secondo «Tranquilla Laureline. Sei già sufficiente brava per essere la prima volta che ci provi. Prima di fare una cosa del genere, io ci ho messo settimane.» la rassicurò Erebus vedendola un po' sconfitta, lei annuì e alzò la testa «Va bene. Allora fai tu ora. Vedi se riesci a vedere dove si trova Alice.» disse composta, pronta per la magia. Lui senza dire una parola, preparò dieci carte sul tavolino, in orizzontale. Mise da parte le rimanenti e posizionò le mani vicino alle altre, le dita ben distese e gli occhi chiusi per concentrarsi meglio. Per un paio di minuti non successe nulla, poi all'improvviso si alzò un forte vento, le candele dei candelabri intorno a loro si spensero e un leggero fumo blu invase la stanza. Uno dei tarocchi si mosse e solo a quel punto il principe aprì gli occhi «Quindi? Stai vedendo qualcosa?» chiese la Regina Nera impaziente e incantata. Non ricevette alcuna risposta, solo un invito a restare in silenzio. Lui in effetti stava avendo una visione, ma non sarebbe durata a sufficienza per sapere quello che volevano se si sarebbe distratto. Lei capì e si cucì la bocca. Attendendo.

Il fumo continuava a vorticare sotto i loro piedi, blu intenso. Un colore che a Laureline ricordò molto il pelo di un suo amico d'infanzia. Si chiamava Stregatto ed era un felino alquanto speciale. Sapeva evaporare nel nulla, sparendo completamente alla vista degli altri individui. La ragazza sorrise nel ricordare quante prove da piccolo facesse per imparare e quante marachelle facesse per far divertire gli amici. Si riscosse quasi subito da quei ricordi per non cedere al potere che avevano su di lei e si accorse che la nuvola si stava ritirando. Stava pian piano tornando dentro alle carte da cui è stata sprigionata, il vento si calmò e con la stessa velocità fece lo stesso. Da tali segnali, intuì che la visione del principe stava per concludersi. Infatti, neanche cinque minuti dopo, lui aprì gli occhi e tutto tornò alla normalità. Lei gentilmente gli porse un bicchiere d'acqua per riprendersi e poi prese la carta che si era spostata «Questa sarà la bussola per trovarla.»
«Fantastico! Ma cosa hai visto?»
«Era tutto molto confusionario a dir il vero, ma l'ho vista. Al momento, se la carte non ci ingannano, si trovo accanto a un cappello marrone con una piume di pavone appuntata da un lato.»
«Capito, solo un attimo e andiamo. Aspetta qui, torno subito.» detto questo la ragazza si affrettò ad andare in camera sua, mettere un vestito adatto e prendere un mantello per proteggersi dal freddo. Tornò da Evernever che intanto si era accertato di avere il completo in ordine «Vuoi un mantello? Credo di averne uno nell'armadio laggiù.» gli chiese accorgendosi che forse fuori c'era un po' freddo per aggirarsi solo con abiti di seta. Il principe rise tra sé «Sai, non è tanto per il vento, in quanto...preferirei non essere notato.»
«Perfetto, anch'io non voglio rischiare.» rispose lei non approfondendo troppo il motivo, cosa che lascio confuso per qualche secondo il giovane. Per qualche ragione decise di tenere nascosto. Se ne sorprese un po'. In fondo, cosa ci sarebbe stato di male del dichiarare che non dovrebbe neanche muoversi dalle sue terre? Erebus non era un vero abitante del Sottomondo, di conseguenza non conosceva i patti a cui Laureline fu costretta a scendere dopo la caduta del regno dei suoi genitori e tanto meno della rivalità tra Iracebeth e Mirana. Un'altra delle cose che la turbavano. Aveva paura che le sorelle avrebbero finito per distruggersi a vicenda. E per cosa? Una corona? E poi...cosa mai sarebbe cambiare? Di certo non il loro rapporto o la miseria che si respirava da un po' nei luoghi in cui la Rossa aveva attaccato per intimidire il popolo. Sospirò rumorosamente, staccandosi da quei pensieri e si concentrò sulla strada indicata dalla carta che Erebus teneva a mezz'aria nel palmo della mano che la osserva con attenzione per non perdere la via.

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