~ 8 ~

46 4 0
                                        

Il principe si avvicinò alla Regina Nera e cautamente posò una mano sulla sua spalla «Sei sicura di poterlo fare?» le chiese gentilmente, con un pizzico di preoccupazione nella voce. Lei si scostò «Beh, tecnicamente no perché dovrei essere nelle segrete secondo gli ordini di mia sorella.»rispose piattamente cominciando a camminare verso le scale che aveva imboccato Alice «Perché rischi così allora?» ribatté lui a questo punto seguendola aumentando il passo «Potrei chiederti la stessa cosa, sai?» controbatté lei severamente per invitarlo a rimandare il discorso. Arrivarono giù dalla gradinata e da lontano Laureline intravide la ragazza andare verso la tana della bestia del manto bianco e nero. Decise che finché lei non avrebbe dato segnale di via libera per scappare, loro potevano star tranquilli restando comunque in agguato nel caso qualche guardia fosse passata. Si sedettero sui gradini che davano sul corridoio delle segrete. Lei finalmente riprese a respirare, aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo. Erebus invece si sistemò la giacca, controllando che fosse in ordine, in genere odiava la polvere e lì ce ne era moltissima, ma aveva deciso di aiutare l'anima perduta, ma clemente di Laureline quindi per una volta avrebbe sopportato. «Ho scelto di venire qui per sdebitarmi con te. Sento ancora un profondo debito nei tuoi confronti per avermi aiutato.» confessò dopo un col di tosse per schiarire la voce «Oh, Erebus...non devi. Siamo già pari. Io ti ho salvato dalla tempesta e tu mi hai dato una mano a trovare Alice.» rispose lei portandosi le ginocchia al petto, il mento appoggiato. «Se vuoi davvero farmi un favore...parlarmi di te. Che ci fai qui giù? Io non posso accedere all'Altomondo, quindi neanche tu potresti stare qui. Giusto?» proseguì girando la testa verso di lui. In silenzio, aspettando una risposta. «Si. Diciamo che secondo l'universo, ognuno dovrebbe rimanere nella sua parte di Mondo solo che io non sono l'erede che mio padre vuole perché ho interessi, ideali, e opinioni troppo differenti dalle sua.»
«Ok...e cosa c'entra con il fatto che tu sia qui?» ribatté titubante lei.
«Sei sveglia, non lo capisci da sola?...»
«Tuo padre ti ha bandito, non è vero?» ammise ciò che stava pensando ed Erebus rispose di si con la testa «Mi dispiace tanto, davvero. So cosa si prova...»

Stava per continuare, ma arrivò Alice. «Ragazzi, sono riuscita a prendere la spada. Ora vado dal Cappellaio e lo libero.>> disse riprendendo fiato e mostrando l'arma tra le mani. Una lama d'argento con dei rilievi lungo la superficie a forma ovale e brillanti come se fossero state dipinte di madre perla, l'impugnatura era dello stesso materiale ma intrecciata e con un mirale blu all'interno. Era esattamente come Laureline la ricordava dall'ultima volta che l'aveva avuta davanti agli occhi. «Ottimo, vengo con te.» disse alzandosi si scatto, salì un gradino «Tu resta qui, se ci sono complicazioni, ti terrò aggiornato.» si rivolse al principe che annuì senza discutere, convinto che avesse ragione. Se lei rischiava già tanto, chissà cosa sarebbe capitato a lui se l'avessero trovato le guardie.
Le ragazze cominciarono a salire le scale e una volta in cima, proseguirono in fretta verso la stanza dove stava il Cappellaio – intento a riordinare un po' dal momento che aveva già presentato le creazioni alla sovrana. «Che ci fate qui?» domandò sbalordito vedendo le due figure arrivare, una a fico dell'altra «Vi aiuto a uscire di qui. Ora vedrai la mia Moltezza.» disse Alice alzando la spada, pronta a spezzare le catene che lo tenevano legato e che il topo Maliankin non riusciva ad aprire con un semplice spillo. «No! Va usata solo contro il Ciciarampa. Portale immediatamente alla Regina Bianca, prima che ti scoprano.» esclamò mettendo le mani avanti per bloccarla «Ehm...io intanto vado a cercare gli altri.» li interruppe l'altra ragazza nella stanza che si era un attimo tenuta in disparte. Si sentiva un po' a disagio improvvisamente, forse perché non aveva mai visto Tarrant con accanto qualcuno di sesso femminile che non fosse lei.

Alice annuì abbassando l'arma e fece lo stesso verso Laureline che cominciò a tornare in corridoio.
«Oh, non credo proprio, mie care.» Ilosovic arrivò con un gruppo di cinque guardie a seguito e bloccò la Regina Nera prendendola per le spalle «Arrestate la bionda per illegittima seduzione.» ordinò poi alle carte che obbedirono all'istante andando verso Alice e il Cappellaio che per proteggere l'amica si mise a combattere con la prima cosa che gli venne in mano: un manichino di ferro. Lo scaraventò contro una guardia che cadde a terra e per un po' fu fuori giovo. Lo stesso fece con un'altra mentre Alice le colpiva con i gomiti per stordirle. «Ma che assurdità!» borbottò tra se intanto la Regina Nera pensando che non potesse esserci accusa più stupida di quella, sopratutto perché era sicura che il Fante fosse riuscito ancora un volta a ingannare la sorella storcendo la realtà. Sorvolò e vide che Alice ormai aveva messo al tappeto il resto delle forze armate «Scappa...Alice!»esclamò a questo punto -involontariamente- il topo che subito dopo si tappò la bocca. Aveva pronunciato il suo vero nome quando tutti al castello erano convinti che si chiamasse Em. Stayne a questo punto rizzò le orecchie, affidò Laureline ad una guardia che intanto si era ripresa e con le altre inseguì l'altra ragazza che intanto se l'era data a gambe.
«A me che farai, ora? Sentiamo.» chiese coraggiosamente.
«Per prima cosa, ti porterò in cella. Poi chiederò alla mia Signora cosa farne di te.» fu la risposta della carta da gioco che poi, stringendo la presa, la riportò nelle segrete mentre il fante e i suoi colleghi inseguivano Alice.

Moonlight ShadowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora